Agire Politicamente

Lettera aperta ai cattolici del PDL

Lettera aperta con cui Agire Politicamente intende rispondere ad una analoga lettera con cui alcuni qualificati esponenti del PDL si sono rivolti, come cattolici, all'opinione pubblica riguardo alla vicenda  che interessa il nostro Presidente del Consiglio.

Qualificati esponenti del “Popolo delle libertà” si sono dichiaratamente rivolti, come cattolici, all’opinione pubblica con una lettera aperta nella quale mettono in guardia contro la “gogna mediatica” e contro “l’onda nera” che sta travolgendo il Presidente del Consiglio, sino ad “oscurare il senso del nostro lavoro quotidiano per il bene comune” ed invitano conseguentemente a “sospendere il giudizio” in attesa che “il percorso di accertamento dei fatti sarà completato” ed attenendosi, fino ad allora, al principio della “presunzione di innocenza”.

Incontro di Amicizia

presso il circolo “Il Borgo” di Parma

 

nella ricorrenza dell’80° compleanno di Giorgio Campanini,

con la presentazione della sua più recente pubblicazione:

TESTIMONI NEL MONDO - Per una spiritualità della politica

Edizioni Studium Roma

CD_Circolo

 

Parma, 20 novembre 2010
Sintesi degli interventi curata da: Antonio Conte

 

 Incontro organizzato da:

Agire Politicamente

Circolo “Il Borgo” di Parma

MEIC di Parma

Edizioni Studium


Ha introdotto Lino Prenna, coordinatore nazionale di Agire politicamente.

Sono intervenuti:

Pierluigi Castagnetti, presidente della fondazione “Persona, comunità, democrazia” e parlamentare PD alla Camera dei deputati;

don Ottorino Rizzi, responsabile della Consulta regionale, dell’Emilia Romagna, per la pastorale sociale e del lavoro.

Sono seguiti gli interventi programmati e il dibattito.


Ha aperto l’incontro Lino Prenna, il quale ha definito il libro un’autobiografia culturale di Giorgio Campanini. Il testo, ha detto, ricorda che, per un cristiano, la politica deve essere “animata”, cioè deve avere un’anima: è la spiritualità laicale, modalità originale verso una santità; il libro tratta della laicità della politica come mediazione culturale. La laicità qui è intesa come esercizio di una continua mediazione: declinazione continua e indispensabile. Prenna ha continuato citando Lazzati il quale, conoscendo bene l’essenza della fede e l’esigente impegno che il Vangelo, richiama la radice profonda dell’etica cristiana e dice che “i cattolici sono quelli meno adatti a fare politica”.  La laicità politica è l’esercizio di una continua mediazione, è la declinazione autonoma e responsabile dei principi. La dizione, pertanto, di princìpi non negoziabili è impropria perché ogni principio deve essere declinato nella realtà e non si può neanche pretendere di rendere legge per tutti i principi in cui si crede. La spiritualità relativizza la politica e riconsegna il mondo alla sua origine senza assolutizzare la politica: “Tutto è politica, ma la politica non è tutto”, è la tensione profonda del cristiano. La vocazione alla santità è l’esercizio faticoso della mediazione e del ruolo del cristiano, la fatica di declinare il divino nell’umano: si tratta di un esercizio difficile ma irrinunciabile.

La prima relazione è stata tenuta dall’On. Pierluigi Castagnetti, il quale ha esordito richiamando eminenti uomini recentemente scomparsi: Elia, Andreatta, Scoppola, Ardigò, maestri del cattolicesimo democratico che hanno vissuto una spiritualità della politica. Ma qual è la rilevanza dei cattolici oggi? Si è chiesto il relatore. Non è il numero che conta, ha detto: siamo chiamati a riempire l’8° giorno: dare un contributo affinché gli altri crescano come persona. Campanini è uomo del Concilio: nel libro c’è l’uomo del Concilio e c’è la serenità per il futuro. Già nel Discorso di Caltagirone di Sturzo, del 1905, c’è l’anticipazione della vocazione politica dei cattolici che troviamo in un paragrafo centrale della Lumen Gentium. Riferendosi sempre al libro, Castagnetti ha detto che la spiritualità, del sottotitolo, ha accompagnato generazioni di politici e di cattolici del secolo scorso: oggi non ci sono analoghi processi formativi di questo genere: e c’è anche la crisi della Chiesa.

Caratteristica dei cattolici democratici, ha detto ancora, è l’appartenenza al Popolo di Dio, alla Chiesa; e, nel contempo, l’appartenenza alla società terrena. A tale proposito, Ardigò, ricordando Dossetti, diceva: c’era il monaco nell’uomo politico, c’era il politico nel monaco.

Pertanto, ha continuato, i cattolici democratici si sentono responsabili delle vicende della loro Chiesa. Anche un non credente, come Lucio Caracciolo, un economista, dice che c’è bisogno di un sussulto etico e di profezia e la crisi della Chiesa cattolica è una preoccupazione anche per un non credente. Siccome aumenta la domanda religiosa nella società, essa sarà riempita da fedi fondamentaliste e se si aggiunge fondamentalismo a fondamentalismo la situazione si farà sempre più difficile. Poi il relatore ha continuato elencando il ruolo decisivo della Chiesa: “Ha fondato l’Europa; ha avuto il monopolio del sacro, della cultura; gli ordini monastici sono stati fondamentali per la cristianità; ha avuto sempre un ruolo di moderazione e di mediazione nella società europea; è stata la grande civilizzatrice dell’Europa”: con il Concilio di Costanza si è avuta la prima Assemblea Istituzionale d’Europa. La Chiesa e l’Occidente sono stati entrambi ambasciatori, l’uno dell’altra. Tutto questo fino a poco tempo fa:  ora la Chiesa scopre di essere minoranza anche in Europa, oltre che nel resto del mondo.

Castagnetti si è chiesto: che ne sarà della cultura cristiana nel mondo globalizzato? La Cina sarà la prima potenza geoeconomica fra 10 anni: cosa accadrà della cultura? La Chiesa oggi è di fronte a domande inquietanti. Il Pontefice mostra di aver compreso bene questa realtà, non altrettanto avviene per il resto della Chiesa. La Chiesa deve rimodulare la sua azione in un mondo che è letteralmente cambiato e sta ancora cambiando. Dopo aver difeso, contro i totalitarismi, la libertà religiosa per difendere la libertà di tutti, ora è la Chiesa che rischia di apparire totalitaria. Castagnetti ha poi citato il cattolico De Rita, il quale ha detto che il mondo non è più il grande nemico della Chiesa, l’avversario della Chiesa oggi è la società liquida e la società liquida è anche nella Chiesa. Benedetto XVI si è impegnato nella definizione di un rapporto nuovo tra fede/ragione; tra fede/natura; tra fede/scienza: si tratta di un’impegno che darà i suoi frutti nel tempo. Anche un laico come Giuseppe Vacca, presidente dell’Istituto Gramsci, ha affermato: “Questo Papa salverà l’Europa o non la salverà nessuno”.

La parte finale del libro di Campanini parla dei valori non negoziabili: si tratta di un estremo tentativo di domare la bestia scatenata che sta irrompendo nella cultura, nell’economia. Poiché è da escludere che questa società possa divenire cristiana, i laici cristiani sono invitati ad impegnarsi in politica ma non ad esserne protagonisti. Occorre una nuova teologia della mediazione: il terreno della politica è quello delle realtà “penultime”, mentre ci sono realtà “ultime” – quelle dei valori non negoziabili – che non sono proprie della politica. C’è una via intermedia tra Stato laicista e Stato confessionale: questo è il terreno delle verità “penultime”. Se ognuno non avesse messo in gioco i suoi principi non negoziabili, ha ricordato il relatore, non avremmo avuto la Costituzione che abbiamo! Il legislatore fa le leggi per i credenti e i non credenti e ci sono le leggi che impongono e leggi che facoltizzano. Concludendo, Castagnetti ha ricordato che Sturzo, negli anni ’30, rispondendo ad un articolo di un giornalista cattolico francese che parlava del tema del divorzio, disse: “l’importante è che si tratti di leggi facoltizzanti”.

La mediazione è già l’INCARNAZIONE. Con questa sintesi, don Ottorino Rizzi ha iniziato la sua prospettiva di lettura sul contenuto del libro di Campanini, ed ha aggiunto che occorre “avere sempre sete dei fermenti, delle diversità oltre quella cristiana”. Ha poi espresso questa immagine:  in una composizione sonora c’è sempre una melodia, una base che si chiama cantus firmus: i cattolici in democrazia sono quelli che cantano il “cantus firmus”. La base della Polifonia deve esserci sempre altrimenti anche il Solista da solo non può continuare. Il ruolo dei laici, dei cattolici è fondamentale: nell’attività politica sono chiamati ad “assumere il mondo” e questo viene dal mistero dell’Incarnazione: Dio in Gesù Cristo ha preso sul serio la condizione del mondo. Il politico assorbe dentro di sé tutto il male come Gesù in croce e Lui è portatore di un Progetto: l’abbandono di se stesso per portare l’altro (il ladrone) in Paradiso. I politici cattolici, ha detto don Rizzi, devono pagare un costo, se vogliono portare gli altri verso il Regno. “Devono riconoscere il VALORE ma anche il LIMITE della politica, perché è uno strumento in mano agli uomini”.

“Dare un’anima alla politica, questo è il ruolo del cattolico politico”, il quale deve mediare ed è costoso vivere la pazienza, virtù oggi in disuso.

Il sacerdote ha paragonato l’azione politica del cattolico democratico al buon seminatore della parabola evangelica, ricordando che il credente è colui che sa aspettare, ma la sua attesa non è inoperosa. Anche Gesù agisce e quindi: 1. Saper riconoscere tutti i semi che stanno portando frutti per aiutarli; 2. tenere presente sempre i limiti delle persone che si hanno a fianco; 3. non lamentarsi: chi si lamenta, sta solo lamentandosi e basta; 4. ci si blocca se si ha paura di sbagliare; 5. non ci si tira indietro se le situazioni non rispondono alle aspettative.

Don Rizzi ha concluso così: Riconoscere, Assumere, Elevare la realtà a Cristo, è il difficile compito del cristiano impegnato in politica.

Nel dibattito che è seguito sono intervenuti, fra gli altri: il vescovo di Parma S.E. mons. Enrico Solmi, il quale ha auspicato che si promuova nei giovani una continuità della presenza di cattolici  nella società democratica italiana; la senatrice del PD Albertina Soliani, che ha parlato di epifania fra fede e storia, della scarsa fede di cui è segno l’uso politico dei valori religiosi (segno di ateismo), della necessità, in democrazia, di maggiore fede e di più laicità tenendo conto che i testimoni pagano sempre dei prezzi, del valore strategico della spiritualità; l’ex presidente della Provincia di Parma Corrado Truffelli ed altri convenuti.

Il Prof. Giorgio Campanini, replicando agli interventi, ha rilevato, innanzittutto, che si sarebbe aspettato qualche osservazione sulla inattualità del libro di fronte alla politica attuale ed all’uso privato e personale che oggi se ne fa da parte di molti. Si è poi chiesto quali sono le ragioni del disimpegno in politica delle nuove generazioni di cattolici. Ha citato alcuni cattolici democratici che hanno vissuto la spiritualità in politica: Sturzo  De Gasperi, Moro, Giordani, Lazzati, La Pira, su questi testimoni del ‘900 probabilmente occorrerà riflettere e scrivere ancora.

Condizione per una maggiore presenza in politica dei cattolici dovrà essere un passo indietro della Gerarchia ed una maggior autodisciplina dei laici.

Lino Prenna, concludendo l’incontro, ha evidenziato l’esigenza di creare momenti di alimentazione della spiritualità della politica ed ha richiamato l’impegno ad operare per un collegamento e coordinamento fra le associazioni di ispirazione cattolico democratica per acquisire la possibilità di parlare al paese che appare omologato in una cultura che manca di desiderio per il futuro.

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Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre
……………

 (Salmo 145)

 Con l’augurio di vivere e condividere ogni giorno il tempo del Signore che viene

BUON NATALE 2010

E BUON ANNO 2011

 da AGIRE POLITICAMENTE 

coordinamento di cattolici democratici

MANIFESTO / CATTOLICI DEMOCRATICI ED ELEZIONI

Agire politicamente 

Ci riconosciamo nella tradizione cattolico democratica, una significativa tradizione civile e politica (da Sturzo a Lazzati, a Dossetti, a Moro….) che ha segnato la storia del nostro Paese.

Consideriamo molto importante la politica, il luogo in cui ciascuno può pensare e soprattutto promuovere il proprio progetto per la persona, la società, l’economia, le istituzioni.

Nella logica bipolare nella quale ci muoviamo, guardiamo realisticamente alle prossime elezioni e riteniamo doveroso interrogarci sulla posta in gioco.

La politica è ascolto, confronto, libera ricerca del consenso, e il sistema democratico esige la distinzione dei poteri e una dialettica costruttiva: non possiamo accettare, perciò, la scelta di un centro destra dove è preponderante l’onnipotenza del capo-padrone, un discusso uomo d’affari sciolto dai controlli normalmente esercitati dalle formazioni politiche organizzate democraticamente, che concentra nella sua persona una quantità disparata di poteri eterogenei.

Quando l’affare, i grandi affari privati si intrecciano fittamente con l’istituzione e l’amministrazione pubblica, anche le libertà personali ne soffrono. Il conflitto d’interessi, inevitabilmente, comporta un uso interessato della funzione pubblica e una conseguente ridotta sensibilità per le autonomie e le libertà personali: di fronte all’urgenza di un grande affare cui piegare la pubblica istituzione e la collettività, cosa mai potrà valere il rispetto delle persone e dello loro opinioni?

Del resto, il centro destra, nelle sue scelte parlamentari, si è sempre mostrato assai poco sensibile alla definizione di garanzie giuridiche nei confronti di libertà economiche diffuse, preferendo che nel mercato continui il vuoto delle regole che, di fatto, consente ai grandi già arrivati di innalzare barriere nei confronti dei più piccoli.

Vogliamo reagire contro la "mistica" del mercato: il mercato è una forma importante dell'agire umano che, però, non esaurisce nemmeno la stessa sfera economica in cui c’è il profit ma anche in non profit, il commercio equo e solidale, il finanziamento etico, la necessaria ridefinizione dei rapporti fra Nord e Sud del mondo, un modello di sviluppo che non sia distruttivo della natura e che sappia salvaguardare i rapporti fra le persone.

D'altra parte, lo sanno tutti che ci sono beni "fuori mercato", servizi "che non si possono pagare al loro costo + un ragionevole profitto" (sanità, previdenza, assistenza, ecc…). Qui non si scherza: assetti privatistici governati dalle regole della profittabilità sono destinati o a ridurre il servizio (abbassando i costi) o a renderlo accessibile (alzando i prezzi) solo a quote minoritarie della popolazione.

Ciononostante, lo statalismo che abbiamo conosciuto ha ancora bisogno di corpose correzioni, ma non a vantaggio di ristrette "cricche" pubblico-private o lobbystiche: lo Stato deve rappresentare la garanzia di eguaglianza di tutti i cittadini e del rispetto dei diritti di ciascuno.

Il nostro Paese ha certamente bisogno di rimodellare lo Stato sociale e di promuovere una società solidale: crea sconcerto che a realizzare la riforma possa essere un centro destra così prossimo agli "affari", agli affari di un capitalismo senza regole, fiducioso solo nelle dinamiche di mercato, ma anche, vorremmo sottolineare, di una borghesia produttiva sprovvista di una cultura che sappia vedere oltre i limiti dell’utilitarismo.

Vogliamo, nella certezza della legge, una società tollerante e ospitale: è culturalmente molto pericolosa l’ostentata ricerca – più evidente nella Lega - di radici fondative in valori etnico-tradizionali di società chiuse e l’odio seminato verso tutti i diversi: le società chiuse ed escludenti sono quelle destinate a scomparire; la nostra civiltà si è invece sviluppata, nel divenire della storia, attraverso un mirabile incontro di tutte le civiltà mediterranee ed europee e, d’altra parte, ciascuno di noi non è forse una novità irripetibile rispetto a tutti gli altri?

Siamo convinti che una attenzione vera e non strumentale ed interessata ad alcuni valori essenziali a partire dalla centralità della persona – quali la vita, la famiglia, l’educazione ecc. – trovi le condizioni di accoglienza e di risposta positiva in un contesto politico di effettivo sviluppo del sistema democratico e della partecipazione e in una dinamica sociale orientata alla solidarietà; come credenti e democratici ci dispiacerebbe moltissimo che l’annuncio al quale ci ispiriamo venisse ridotto ad alcune rivendicazioni legittime ma parziali e alla salvaguardia di motivi tradizionali d’ordine.

Siamo convinti che l’impegno politico deve essere fondato e accompagnato da un preciso impegno di confronto critico, di dialogo culturale sulle prospettive di sviluppo, sul futuro della nostra società: vogliamo evitare che il nostro Paese si omologhi alle culture dell’individualismo e dell’utilitarismo, largamente diffuse dalla commercializzazione e dalla banalizzazione della vita cui ci stanno abituando le TV private e, per emulazione, le stesse TV pubbliche.

Ci rendiamo conto che nell’area di centro sinistra non ci sono solo luci e che vi si trovano culture e pratiche non tutte e sempre condivisibili: con il confronto e il dialogo possiamo e vogliamo contribuire a farle evolvere; nell’Ulivo, un contesto popolare che contiene le diseguaglianze vecchie e moderne del censo e della condizione sociale, sono garantiti pluralità e confronto, vediamo spazi per la partecipazione, per una dialettica costruttiva, per costruire una comune progettazione pur nel rispetto della varietà delle matrici culturali.

Nell’Ulivo, insomma, possiamo trovare lo spazio per respirare e per continuare ad esistere.

E' per queste convinzioni che voteremo e invitiamo a votare Ulivo.

Francesca Accorsi / Pietro Aceto / Giuliano Ansaloni / Augusto Baietti / Giuliana e Arnaldo Baldacci / Maria Cristina Baldacci / Federico Bellotti / Daniele Benini / Lanfranco Beretta / Daniele Bertozzo / Francesco Bianchi / Teresa e Claudio Bignami / Giuseppe Billi / Mauro Bosi / Pier Carlo Brunelli / Marco Calandrino / Alberto Caldana / Giovanni Calori / Giovanni Calzoni / Monica Campagnoli / Giorgio Campanini / Antonino Capodieci / Luciano Catalano / Domenico Cella / Giulia Cella / Vittorio Chieregato / Cesare Conti / Nando Conti / Francesco Crovetti / Ruggero Davolio Marani / Giorgio Degli Esposti / Graziano Del Rio / Alessandra Deoriti / Luciano Draghetti / Silvia Federici Gazza / Matteo Festi / Gaetano Finelli / Marco Fiorentini / Pietro Fortuzzi / Amelia Frascaroli / Gerardo Garuti / Giuseppe Gervasio / Pier Giorgio Grassi / Giorgio Grillini / Marta Gualandi / Mariele Guerresi / Giuseppe Guidi / Antonio Laghi / Roberto Landini / Michele La Rosa / Giancarlo Lenzi / Carlo Lesi / Loris Luppi / Alessandro Medici / Gabriele Mezzetti / Mario Micheletti / Pier Giorgio Maiardi / Anna Majani / Domenico Manaresi / Matteo Manzoni / Giovanni Maroni / Umberto Mattioli / Margherita Mazzanti / Alessandro Medici / Serena e Saverio Melega / Eugenio Melotti / Roberto Mignani / Adriano Minelli / Maria Cristina Minghelli / Gianluca Mingozzi / Celestino Modelli / Carlo Monti / Anna Moser / Andrea Nadalini / Michele Nadalini / Giampaolo Nascetti / Paolo Natali / Pietro Nicoletti / Mario Nironi / Stefano Orlandi / Marcello Ottani / Luigi Paganelli / Paolo Pallotti / Augusto Palmonari / Nicola Palumbi / Fabio e Donata Pantaleoni / Angelo Paruolo / Luigi Pedrazzi / Claudio Peghetti / Fernando Perrone / Tommaso Petrella / Enrica Pietra / Fosca Prodi / Piero Proni / Gianluca Righetti / Stefano Rondelli / Giuseppe Rossi / Riccardo Rossi / Roberto Rossini / Marta e Arturo Salomoni / Giorgio Serra / Cristina Sesti / Leonello Solini / Giampaolo Spettoli / Ubaldo Spina / Stefano Stanghellini / Enzio Strada / Noemi Tommasini / Edmondo Trionfini / Giorgio Tufariello / Sandro Turrini / Stefano Ventura / Roberto Volta / Vincenzo Zacchiroli / Cristiana e Alberto Zucchero.

L'intervento di Agire politicamente al Congresso della Margherita

Intervento di Pier Giorgio Maiardi a nome dell'Associazione

  16 Marzo 2007

- L'Associazione Agire Politicamente, nata, come coordinamento di cattolici democratici, dalla esperienza dell'associazionismo cattolico, è molto interessata al progetto della Margherita e vi ha dedicato una discussione all'interno dell'assemblea nazionale del 2/3 febbraio scorso ed un Consiglio nazionale straordinario lo scorso sabato 16 marzo;

- noi condividiamo le ragioni per cui si dà vita alla Margherita come componente dell'Ulivo: una realtà composita che deve essere capace di formulare una proposta politica alternativa a quella dell’attuale maggioranza di centro destra;

- si deve trattare di una proposta alternativa non solamente sul piano dei contenuti ma anche su quello del modo di intendere e vivere la democrazia e, quindi, delle modalità della partecipazione politica; la Margherita deve recare un contributo alla qualità della nostra democrazia, necessario soprattutto nell’attuale situazione in cui, la vittoria di questo centro destra ha posto in luce una preoccupante scarsa sensibilità della nostra comunità per i valori fondamenti su cui poggia la nostra democrazia;

- per questo Agire Politicamente esprime l'esigenza che la Margherita rappresenti un'autentica novità: non un'alleanza elettorale, non l’intesa fra strutture partitiche esistenti ma un soggetto politico nuovo, capace di raccogliere e rappresentare una vasta parte dell’elettorato e di dare a questa uno strumento valido ed efficace di espressione e di partecipazione; un partito moderno, che non si irrigidisce in strutture che inevitabilmente si chiudono; un partito capace di creare i presupposti per un profondo rinnovamento dei quadri dirigenti e di garantire che tale capacità di rinnovamento divenga una sua caratteristica costante; vorremmo che i quadri delle strutture partitiche da cui nasce, non catturassero il nuovo partito per perpetuarsi ma che mettessero, piuttosto, a servizio della Margherita la propria esperienza e sensibilità proprio per servire la novità;

-  noi giudichiamo positivamente la presenza di diverse ispirazioni ideali e culturali che devono conservare la loro capacità di ispirazione e di proposta, senza diventare correnti per la spartizione del potere; in particolare Agire Politicamente ritiene che nella Margherita debba essere garantita la presenza efficace della ispirazione cattolico-democratica: noi crediamo, infatti, che tale ispirazione abbia la capacità di dare un significativo contributo alla interpretazione ed alla soluzione dei problemi posti dalla vita della nostra democrazia; in tale prospettiva sarebbe auspicabile la presenza anche di un movimento o di un’associazione dei Popolari;

- sotto tale prospettiva il logo "democrazia è libertà" ci appare limitativo: infatti democrazia, per noi,  è anche uguaglianza e solidarietà, valori peraltro enunciati nella "carte dei principi";

- così come dovrebbe essere più esplicito, nei principi fondanti, il richiamo al personalismo che ha ispirato profondamente la prima parte della nostra Carta Costituzionale e che è stato, peraltro, richiamato da Rutelli nella sua relazione di apertura;

- pur non ritenendo di dover aderire in modo formale alla Margherita come sua parte componente, in quanto l’associazione è espressione di una realtà che esprime presenze anche in altri soggetti politici, Agire politicamente intende operare per favorire la nascita ed il consolidarsi della Margherita quale componente fondamentale dell'Ulivo e perché l'ispirazione cattolico democratica sia presente, viva e puntuale;

- in questa prospettiva intendiamo evidenziare alcune preoccupazioni e sollecitazioni nell’intento di stabilire una effettiva coerenza fra i principi enunciati nei documenti costitutivi e le forme che li dovranno concretamente esprimere:

- si deve trattare di un partito degli elettori e non degli eletti, che deve consentire una partecipazione che non si esprime solamente attraverso il voto elettorale ma che deve manifestarsi anche durante i mandati elettorali;

- deve essere garantita la possibilità di una larga partecipazione nella formulazione di proposte politiche e di programmi elettorali, nonché nella scelta delle candidature;

- qui devono potersi inserire le associazioni con elaborazioni e proposte che consentano una più ampia partecipazione e la presenza efficace di ispirazioni e culture, senz’altro in misura maggiore di quanto non sia avvenuto durante questa fase costituente; il limitato grado di condivisione e di coinvolgimento realizzato durante la fase costituente non dovrà diventare quello che caratterizzerà la normalità della vita futura della Margherita;

- chiara deve essere una differenziazione fra gli eletti che, ricevuto il mandato, devono esercitarlo con coerenza e responsabile libertà, e i responsabili del partito che devono organizzare la partecipazione degli elettori;

- deve essere stabilita una incompatibilità, quindi, fra gli incarichi di responsabilità di partito ed i mandati elettorali;

- così come deve essere stabilito un limite alla possibilità di ripetere i mandati elettorali perché il partito non divenga una struttura rigida e sclerotizzata che diviene autoreferenziale;

- la posta in gioco è estremamente importante e sono importanti uno Statuto ed un Regolamento che garantiscano,  nei fatti, un partito "nuovo" nel senso indicato: il pericolo di un fallimento; che avrebbe effetti difficilmente recuperabili, consiglierebbe forse l’adozione di uno Statuto provvisorio, con possibilità di revisione entro un tempo stabilito, e la costituzione di una eventuale Commissione che presieda alla sperimentazione;

- desideriamo assicurare comunque a questo Congresso che Agire politicamente, pur nella sua oggettiva limitatezza, impegnerà, per la riuscita di questo progetto, la propria possibilità di coinvolgimento che va al di là delle strutture partitiche, la propria capacità di riflessione e di formazione, per contribuire alla creazione dei presupposti di una vera democrazia pluralista, certi che la presenza del cattolicesimo democratico non può esprimersi solamente nella riproposta della propria storia ma, piuttosto, nella capacità di interpretare e dare risposta a questo tempo singolare nella storia della nostra convivenza democratica in cui ci troviamo a vivere e di cui dobbiamo assumere la responsabilità.

 

Assemblea Nazionale di Agire Politicamente - 2002

ORDINE DEL GIORNO APPROVATO DALL'ASSEMBLEA

2-3 Febbraio 2002

L'Assemblea nazionale di Agire Politicamente, riunita a Roma nei giorni 2 e 3 febbraio 2002, guarda con attenzione, e insieme con preoccupazione, al processo aggregativo in atto nell'area della "Margherita":

 
-  con particolare attenzione, perché ritiene opportuna e positiva la razionalizzazione e semplificazione della politica italiana che deriverà dalla creazione di una grande forza unitaria democratica e riformista;
 
-  con preoccupazione, in quanto constata la permanenza di tendenze e atteggiamenti verticistici ed un insufficiente coinvolgimento della società civile, del mondo dell'associazionismo, dei cittadini.
 
Esprime l'auspicio che si creino le premesse di una forte ripresa di iniziativa di quanti si oppongono a rischi di deriva plebiscitaria ed autoritaria insiti nella politica dell'attuale Governo.
 
Dà mandato al Consiglio nazionale – convocato per il giorno 16 marzo 2002 – di definire la linea di azione dell'Associazione nei confronti dei nuovi orientamenti che emergano all'interno dell'area del centro-sinistra.
 


Vedi dossier Assemblee Congressuali di Agire Politicamente