Cattolicesimo Democratico

AGORÀ - Il Vescovo

tra Fede e Laicità

Sede degli incontri: Monastero di Fonte Avellana (PU)

Per il 2013 sono previsti due AGORÀ

1) da Venerdì 19 a Domenica 21 di Aprile 2013

2) da Venerdì 6 a Domenica 8 Settembre 2013

 

Gabrielli editori e la Comunità Monastica di Fonte Avellana

presentano e invitano alle “AGORÀ - tra Fede e Laicità”, partendo dalla presentazione di un libro dei Gabrielli editori

  

A motivo di un individualismo culturale, che coinvolge sia gli scrittori che i lettori, il libro è, per lo più, un “oggetto culturale” che ciascuno scrive secondo i propri fini e ciascun’altro compra e consuma in modo personale e individuale. La comunità, a volte e non sempre, è sullo sfondo. In questo contesto il libro risulta, anche vendendo milioni di copie, fine a se stesso… non c’è un “altrove”.

Per superare questo scoglio e far diventare la pubblicazione del libro un fatto comunitario reale, fatto di pensieri ed emozioni condivise nella “fisicità” della presenza, ci siamo ispirati alla grande tradizione dello Scriptorium Avellanita dove ogni pergamena era realizzata per tramandare il pensiero del passato, per costruire, insieme, attraverso la lettura, la meditazione e la preghiera, un progetto culturale di lungo respiro.

Partendo dunque dal calore secolare del monastero e soprattutto dal suo centro che, con il coro, era lo Scriptorium, abbiamo pensato di far diventare un libro edito, oltre che la conclusione di un percorso, l’origine e l’inizio di un pensiero più articolato, approfondito da voci diverse in un clima di rispetto, di sincerità e di profondo ascolto.

E quasi in un sussulto gioioso che ci veniva dal cuore, abbiamo sentito di poter raffigurare questo luogo e questi tempi come occasione per una grande e ordinata agorà a servizio delle comunità più vaste, sia laiche che religiose, dentro l’ampio orizzonte  che i termini fede e laicità esprimono.

... segue

 

Organizzazione ed informazioni:

tel 045 7725543  -  fax 045 6858595 - mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Posta ordinaria: Gabrielli editori, Via Cengia 67, 37029 San Pietro in Cariano (Verona)

61040   SERRA SANT'ABBONDIO (PU)

Telefono/Fax:  0721 730261 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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Programma della prima Agorà: "il Vescovo" dell'iniziativa.

Il comunicato stampa

La scomparsa dei cattolici dalla campagna elettorale

Un commento all'intervento di De Rita sul Corriere della Sera del 28.1.13

Pier Giorgio Maiardi

Gennaio 2013

A me pare che si confermi un equivoco di fondo: che la fede cristiana e il battesimo che ci fa cattolici comporti un pensiero politico univoco, “un’anima collettiva di proposta politica”, e che quindi, se questo non emerge in modo visibile, ciò sia imputabile alla ignoranza o all’ignavia dei cattolici.

Non capisco poi perché il presupposto pensiero cattolico debba essere contrario allo Stato ed alla funzione di questo di garantire condizioni di equità, uguaglianza e giustizia che invece si ritroverebbero meglio perseguite in una società policentrica: il favore per lo Stato rappresenterebbe, per i cattolici, “una debolezza culturale profonda”. La situazione politico-economica in cui ci troviamo, dominata da logiche economiche che consideriamo indiscutibili ed immutabili e che consentono ai mercati, ed ai poteri che vi agiscono, di condizionare i diritti elementari delle persone – dal diritto a costruirsi una famiglia, al diritto al lavoro, al diritto alla salute….- ritengo possa essere affrontata e modificata  solamente da una forte organizzazione comune, e quindi da uno Stato e da unioni forti di Stati, capaci di governare l’economia.

Credo che il Vangelo liberi da appartenenze preconcette e che, in nome della carità, che manifesta la nostra somiglianza a Dio creatore e su cui verremo giudicati, ci spinga a cercare continuamente, con tutti gli uomini di buona volontà, la migliore organizzazione della nostra vita comune in nome dei principi sopra richiamati di solidarietà, di uguaglianza, di equità e di giustizia.

Da qui devono nascere le scelte politiche dei cattolici che sono necessariamente plurali – e quindi non sempre ispirate alla ricerca della “squadra che contava e/o offriva di più” – e soggettive, scelte che qualificano il cattolico se sono ispirate dalla carità e dal desiderio di un autentico bene comune. L’impegno politico diventa un dovere per i cattolici in questo senso. Purtroppo, e questo è vero, la nostra quotidiana partecipazione alla vita della comunità ecclesiale non ci educa a questa sensibilità e non ci offre i luoghi del discernimento cristiano della realtà.

Il rapporto dei cattolici con la politica credo debba liberarsi della frustrazione di una non sufficiente visibilità e caricarsi, piuttosto, di una carica vitale e liberante che, appunto perché rapportata ad una prospettiva escatologica, non ha mai motivo di esaurirsi, di dichiararsi appagata o definitivamente sconfitta.


Vedi l'articolo di De Rita: La scomparsa dei cattolici dalla campagna elettorale su Corriere della Sera

Commento di Vittorio Sammarco su c3dem

Risposta di Nino Labate su c3dem

Risposta di Pier Giorgio Maiardi

Giuseppe Dossetti: centenario della nascita


Manifestazioni per ricordare Giuseppe Dossetti nel centenario della nascita:

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La scomparsa dei cattolici dalla campagna elettorale

Giuseppe De Rita

 

da Corriere della Sera - 28 Gennaio 2013
Forse non è inutile, anche se non di moda immediata, capire cosa ci sia sotto l'inaspettata scomparsa del mondo cattolico in questo primo periodo di campagna elettorale. Partito un anno fa per rilanciare una sua compatta presenza (addirittura con l'ipotesi di un «nuovo soggetto politico»), esso si è progressivamente frantumato in varie strade e liste elettorali.

 

Una dispersione che qualcuno «in alto» ha cercato di evitare con l'endorsement all'attuale premier ma che, dopo lo spazio di un mattino, ha ripreso a produrre i suoi effetti, e tutti gli interessati si sono affannati ad accasarsi nella squadra che contava e/o offriva di più. L'appartenenza cattolica è diventata un elemento del curriculum individuale, non il riferimento a un'anima collettiva di proposta politica.

È fin troppo moralistico dare la colpa di tutto ciò alle singole furbizie di posizionamento. Piuttosto la ragione va attribuita a una debolezza culturale profonda: il mondo cattolico, malgrado la sua antica fama di antistatalismo, è forse il più fedele seguace della centralità e della sovranità dello Stato; della sua titolarità esclusiva a perseguire il bene comune; dell'importanza della funzione politica che lo gestisce; della dinamica elettorale che quella funzione alimenta e certifica. Sta quindi in questa complessa adesione al primato dello Stato la base della debolezza politica del mondo cattolico.

Eppure tutti vediamo bene che lo Stato-centrismo è in crisi dappertutto e che il mondo va verso una logica squisitamente policentrica del potere, solo che si ricordi la crisi degli stati nazionali e della loro sovranità; la crescita di poteri sovranazionali non riconducibili a strutture sovrastatuali (la Ue e l'Onu); la forza dei flussi (monetari, di popolazione, di culture) rispetto ai luoghi della sovranità; il peso crescente di poteri destrutturati, (ultimi i tuareg e le tribù africane) rispetto ai poteri magari militari degli Stati; il crescente potere logistico, finanziario e politico delle trenta grandi metropoli planetarie (da Londra a Shanghai); tutto fa prevedere che nei prossimi decenni il potere non sarà più degli stati nazionali, ma di nuove e plurime sedi di responsabilità.

Se qualche volta ci ricordassimo, cattolici e laici, che il cristianesimo non è solo una religione ma una realtà che è stata storicamente partecipe della nascita e della scomparsa di interi mondi, allora dovremmo poterne riconoscere il ruolo nel coltivare i riflessi anche italiani dei citati processi di crescente de-statalizzazione e di crescente policentrismo dei poteri. Ed invece restiamo provinciali sostenitori del primato dello Stato; laicamente obbedienti a tenere la religione circoscritta nella sfera privata e fuori della dinamica statuale; affezionati all'impiego statale; devoti al Welfare State che copre i nostri bisogni sociali; assuefatti all'idea che solo lo Stato è titolare del perseguimento del bene comune; e tutti quindi occupati oggi a capire quali forze politiche lo occuperanno e guideranno; e chi simbolicamente lo impersonificherà come Capo dello Stato.

In cotanto antropologico statalismo (certo non compensato dal riferimento a una fantomatica «società civile») il mondo cattolico sembra purtroppo vivere bene, senza troppe preoccupazioni per quel bene comune che a parole dice di perseguire. Vede la povertà del contesto, ma non ha la visione sociopolitica necessaria per andare oltre; e se l'avesse avrebbe paura delle potenziali accuse di fondamentalismo; per cui si premunisce disperdendosi un po' in tutte le formazioni che vanno alle elezioni; tirando un po' a campare, ma promettendo che si mobiliterà se e quando saranno in pericolo i cosiddetti valori non negoziabili. In questa non entusiasmante prospettiva a breve termine, forse sarebbe stato più utile «saltare il turno» delle elezioni di febbraio e prepararsi alla prossima volta, facendo maturare quella unitaria capacità di discernimento e proposta che oggi non risulta in gioco


Vedi l'articolo di De Rita: La scomparsa dei cattolici dalla campagna elettorale su Corriere della Sera

Commento di Vittorio Sammarco su c3dem

Risposta di Nino Labate su c3dem

Risposta di Pier Giorgio Maiardi

La scomparsa dei cattolici dalla campagna elettorale

Un commento all'intervento di De Rita sul Corriere della Sera del 28.1.13

Nino Labate

da c3dem

Ho sempre portato molto rispetto alla storia intellettuale e alle capacità di analisi sociali impregnate di lungimiranza, a volte sofferta, di De Rita. Conservo una sua lettera di congratulazione per una mia ricerca sulle Tribune Politiche della Rai, e sono sempre stato un suo estimatore.
Oggi tuttavia non posso fare a meno di registrare la sua nostalgia verso l’unita politica dei cattolici italiani. Il che non è un peccato, intendiamoci. Per De Rita è solo un modo per non fare sparire dal dibattito pubblico una nobile tradizione di pensiero politico laico.
Questa tensione lo ha spinto, non da oggi, a ricercare una nuova “anima collettiva” del cattolicesimo politico italiano. Che poi è stato il filo conduttore dei tanti suoi intereventi sul Corriere, sin dalle prime avvisaglie di Todi 1, all’interno dei quali non si faceva fatica a scorgere addirittura il desiderio di una nuova DC. Desiderio riproposto nel suo ultimo articolo sul C.s. del 28 gennaio, citato da questo portale, dove afferma con malcelato rammarico che in previsione delle elezioni politiche il mondo cattolico è “frantumato e disperso”.
La ragione della dispersione? Secondo De Rita essa va attribuita ad una “debolezza culturale profonda”. Su cui non si può non essere d’accordo. Anzi, da sottoscrivere.

Leggi tutto: Rispondendo a De Rita sulla “Scomparsa dei cattolici dalla campagna elettorale”

La scomparsa dei cattolici dalla campagna elettorale

Un commento all'intervento di De Rita sul Corriere della Sera del 28.1.13

Vittorio Sammarco

28 Gennaio 2013

da c3dem

Da qualche tempo Giuseppe De Rita bacchetta i cattolici impegnati in politica per la loro scarsa rilevanza. Oggi, sul Corriere (“La scomparsa dei cattolici dalla campagna elettorale“), scrive che “l’appartenenza cattolica non è più il riferimento a un’anima collettiva di proposta politica”. Ne individua la causa nel loro prevalente statalismo, che poi significherebbe delega allo Stato a preoccuparsi del bene comune, rintanamento nel proprio privato, riununcia a dare alla fede religiosa una qualche rilevanza pubblica. Una posizione di comodo, passiva. E incapace di capire che oggi la logica politica è policentrica e si svolge per molti aspetti al di fuori dello Stato.


Vedi l'articolo di De Rita: La scomparsa dei cattolici dalla campagna elettorale su Corriere della Sera

Commento di Vittorio Sammarco su c3dem

Risposta di Nino Labate su c3dem

Risposta di Pier Giorgio Maiardi