Agire Politicamente

Riflessione programmatica su “Agire Politicamente per una nuova speranza politica”

APPUNTI dalla riunione del Consiglio Nazionale di Agire Politicamente allargata ai partecipanti al Seminario " “A SCUOLA DAL CONCILIO - Laicità cristiana e spiritualità laicale""

Valdragone (Rep. S.Marino)

25 Agosto 2012


Introduzione:

Si tratta di operare per un ritorno alla politica, un ritorno della politica: urgenza di porre fine all’attuale “periodo provvisorio” giustificato dalla “salvezza del paese”. Occorre riconciliare la gente con la politica: non vi può essere un “Monti dopo Monti”.

Tutti ci muoviamo nell’ambito della politica, sia che si tratti di prepolitica, che di politica e che, anche, di antipolitica ma ciò che difetta è la capacità di lettura e di interpretazione della situazione attuale e la capacità di progettazione: da ciò, l’incombenza del presente e la crisi del futuro.

Il lungo periodo berlusconiano ha provocato un grave degrado, quasi una mutazione antropologica: su questo  il mondo cattolico tarda a fare una autocritica, una purificazione della memoria. “Todi” tende a creare un “soggetto di interposizione politica”, un soggetto prepolitico, che favorisca probabilmente una formazione politica di centro capace di raccogliere lo svuotamento del PdL.

Agire Politicamente, pur non contrapponendosi all’iniziativa di “Todi”, ha scelto il bipolarismo e considera superflua una formazione di centro; ha scelto il centro sinistra perché lo considera conforme alla propria impostazione statutaria e luogo più coerente con la ispirazione cattolico democratica. Ritiene che un cattolicesimo dialogico rappresenti la vocazione cattolico democratica: occorre confrontarsi con le diversità. Da qui l’interesse per il Partito Democratico come ipotesi, pur di problematica realizzazione, di incontro fra diversità di ispirazioni su un denominatore comune: l’esperienza del Comitato dei diritti del PD è da considerarsi positivamente circa la possibilità di favorire l’evoluzione di una sintesi.

Circa i diritti “non negoziabili”, la cui difesa anche “Todi” considera prioritaria, si ritiene impropria tale dizione perché i “principi”, proprio perché tali, non sono mai negoziabili: non si tratta di relativizzare i principi ma di tradurli in attuazione concreta, seppure parziale, nel massimo grado possibile di condivisione con una società plurale. Qui sta il rispetto per la laicità delle istituzioni.

C’è tuttavia, anche all’interno della nostra associazione, chi ritiene che la gravità dell’attuale situazione esiga la realizzazione di qualcosa di più di una presenza “prepolitica”: si tratterebbe di favorire e sostenere una presenza diretta nell’ambito politico.

 

Interventi e discussione:

-  La presenza dei cattolici nell’ambito sociopolitico non può esprimersi come una componente che si contrappone alle altre componenti in funzione del “potere”, ma come presenza che interroga, sollecita, propone nello stile del sale e della luce di cui parla il Vangelo. Questa funzione è assai esigente perché richiede la capacità di interpretare e discernere la realtà e di proporre: privilegia i contenuti su cui oggi occorre affaticarsi;

-  Non si tratta di un “ritorno” alla politica ma di fare nuova la politica perché tutto è cambiato: il vero soggetto oggi è l’Europa perché le autonomie nazionali non esistono più e la loro sovranità assoluta è andata in crisi; si tratta di ripensare la democrazia e di come assoggettarle la tecnocrazia; attardarsi su modelli passati significa andare verso il nulla; pensare ad un ordinamento europeo che ponga al primo posto il Parlamento europeo e la creazione di pesi e contrappesi che garantiscano la democrazia; occorre favorire un ricambio generazionale: i giovani hanno bisogno di spazio e la nostra generazione non può porsi come esempio da imitare;

-  L’Europa non cresce perché non correggiamo i difetti nazionali; quanto alla presenza dei cattolici positiva è stata la scelta di costituire una rete di associazioni cattolico democratiche ma la effettiva realizzazione della rete e la sua efficacia è ostacolata da atteggiamenti particolaristici e dalla non piena sintonia sugli obiettivi da perseguire;

-  Perplessità sulla opportunità che Agire Politicamente indichi formule politiche e sulla scelta del bipolarismo: questo, infatti, impone alleanze, spesso fragili e contraddittorie e contiene pericoli per la tenuta della democrazia; il giudizio sul governo Monti non può essere assolutamente negativo anche se il suo operato è condizionato dalla maggioranza di centrodestra di forte cultura liberista; quanto all’Europa non c’è dubbio che essa rappresenti una grande prospettiva da cui non si può prescindere; Agire Politicamente ha la responsabilità di leggere i segni dei tempi e di porre segni: si tratta di vivere più radicalmente la fede cristiana e di individuare piste per affermare i principi del cattolicesimo democratico; privilegiare il dialogo con gli altri: la rete delle associazioni non deve evidenziare troppi particolarismi ma affermare una posizione su cui far convergere il dialogo più ampio come segno di una presenza cristiana;

-  Circa i “valori non negoziabili” occorre rimuovere una mistificazione: non si può imporre a tutti ciò in cui noi crediamo e dare una importanza sproporzionata allo Stato;

-   Il governo Monti è giustificato dalla emergenza; l’associazione deve operare nel presente per contribuire a creare le condizioni per un ritorno dei Partiti al governo del Paese;

-   esiste ancora un “gap” fra i principi che enunciamo e ciò che attuiamo: occorre ragionare sui modi di presenza e di iniziativa dell’associazione; è necessario superare l’individualismo e l’autoreferenzialità e far crescere gli altri, curare i rapporti e far nascere realtà territoriali di cui occorre curare la continuità e l’iniziativa; concretizzare qualche proposta;

-  la classe politica ha perso la credibilità ma non si può cedere al giovanilismo: l’esperienza rappresenta una risorsa; non si possono misconoscere, nell’attuale situazione, i meriti di Napolitano e di Monti, ovviamente con luci ed ombre; impegnarsi per una corretta interpretazione dei temi etici nel rispetto dei diritti delle persone; nella prospettiva europea si deve auspicare la disponibilità, da parte di tutti gli Stati, a cedere un po’ di autonomia e di autorità;

-  sarebbe utile collegarsi ad associazioni di ispirazione analoga alla nostra presenti in altri stati europei per una iniziativa concordata; la rete rappresenta, comunque, una voce di nicchia se non dispone di mezzi di comunicazione autorevoli: sarebbe forse opportuno, a questo scopo, verificare la possibilità di stabilire un rapporto con Famiglia Cristiana;

-  la critica nei confronti del governo Monti, oltre che in ordine all’anomalia che esso rappresenta rispetto alla democrazia, deve essere netta soprattutto sulla linea seguita e le misure assunte: si sono privilegiate le banche e non ci si è preoccupati delle persone, l’IMU ha gravato in modo eccessivo sulle piccole imprese….c’è chi non può sopravvivere, si rischia la rivoluzione; è urgente mettere in campo una linea diversa.

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Vedi dossier sul seminario: “A SCUOLA DAL CONCILIO - Laicità cristiana e spiritualità laicale"

A SCUOLA DAL CONCILIO

Laicità cristiana e spiritualità laicale

Seminario aperto a tutti: rappresenta un'utile occasione di conoscenza, riflessione e confronto.

è l'appuntamento di agosto di Agire Politicamentevedi gli altri eventi del 2012

Valdragone - Repubblica di San Marino

da Giovedì 23 a Domenica 26 Agosto 2012

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Vedi appuntamento: “A SCUOLA DAL CONCILIO - Laicità cristiana e spiritualità laicale"

Programma: "A SCUOLA DAL CONCILIO"

Indicazioni per raggiungere l'Hotel San Giuseppe in Valdragone (RSM)

Vedi sintesi dei lavori

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Documentazione dei lavori

 

Giovedì 23 agosto

  • In apertura del Seminario …Lino Prenna, coordinatore nazionale di Agire Politicamente
  • Il Concilio Vaticano II: quale ermeneutica?Lino Prenna

documento associato:

Il Concilio Ecumenico Vaticano II: l’intenzione, l’attuazione, la recezione

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 Venerdì 24 agosto

l'intervento:





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 Sabato 25 agosto

 

 

Tavolo di confronto (appunti) con la partecipazione di:

Giuseppe Boschini (vice sindaco di Modena); Giuseppe Bottazzi (Circolo di Cultura “G.Toniolo”, Reggio E,) Eugenio Caggiati (Ass. Il Borgo – Parma), Giampietro Cavazza (Centro L.Ferrari- Modena), Domenico Cella (Istituto De Gasperi Emilia Romagna), Emanuele Guidi (Ass. Ephedra – S.Marino), Everardo Minardi (Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche- Faenza), Carlo Pantaleo (Ass. Nuove Generazioni- Rimini).

Moderatore Pier Giorgio Maiardi

Vedi Riflessione programmatica su “Agire Politicamente per una nuova speranza politica”

    • Il cattolicesimo democratico: laicità e prossimità della politica - Pierluigi Castagnetti, parlamentare

l'intervento:





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A SCUOLA DAL CONCILIO: Laicità cristiana e spiritualità laicale

Sintesi dei lavori

Seminario di formazione di Agire Politicamente

23-26 agosto 2012

Alvaro Bucci

“Con il Concilio, la Chiesa, con spirito pastorale, ha inteso porsi in ascolto dell’umanità per condividere le sue gioie e le sue speranze, le sue tristezze e le sue angosce: qui sta la novità del Concilio che riconcilia la Chiesa con la modernità e la pone in atteggiamento di comprensione di sé e del mondo.

La polemica che si è sviluppata ora sul carattere di continuità o, invece, di discontinuità del Concilio nella vita della Chiesa può essere superata considerando che l’evento conciliare ha rappresentato continuità rispetto alla storia ed all’ansia apostolica della Chiesa, ma discontinuità rispetto al rapporto della Chiesa con il mondo. Senz’altro il Concilio rappresenta un  evento dello Spirito e come tale deve essere accolto e aiutato a svilupparsi nella Chiesa”. Così il prof. Lino Prenna, coordinatore nazionale di “Agire politicamente”, ha puntualizzato nella  sua relazione introduttiva all’ultimo dei seminari formativi estivi dell’Associazione svoltosi a fine agosto a San Marino. Un seminario che aveva messo a tema generale  “A scuola dal Concilio: laicità cristiana e spiritualità laicale”.

La “laicità”, quindi, è stato il tema centrale che ha caratterizzato le relazioni di Piergiorgio Grassi, dell’Università di Urbino, su  “Laici nella Chiesa, cristiani nel mondo: la laicità cristiana”, di Carla Mantelli,  segretaria cittadina del PD di Parma e già consigliera comunale a Parma, su “La spiritualità laicale nell’impegno politico”,  e dell’on. Pierluigi Castagnetti su “Il cattolicesimo democratico: laicità e prossimità della politica”.

Piergiorgio Grassi, ha evidenziato come i passi dei documenti, dalla Lumen gentium alla Gaudium et spes, che trattano il tema dei laici, testimonino abbondantemente  l’entrata in circolo di una concezione della Chiesa fortemente comunitaria in cui i laici, per la loro condizione battesimale, “ricevono da Cristo stesso un ruolo attivo di edificazione e di fermento nel mondo”. Riferendosi in particolare alla LG, richiamatone il secondo capitolo dove si parla diffusamente della Chiesa come popolo di Dio entro cui trovano cittadinanza tutti i battezzati, si è soffermato ad analizzare il capitolo quarto dello stesso documento che segna una “progressione tesa a sottolineare  il riferimento diretto che i laici hanno nella Chiesa a Cristo Gesù”, con l’indicazione di una pari dignità fra gerarchia e laicato, per cui l’identità di quest’ultimo non si configura a partire dalla sua subalternità, ma si fonda  sulla dignità comune a tutto il popolo di Dio interamente costituito come “regno di sacerdoti”. Ha richiamato quindi la GS a partire dalla precisazione, sempre nell’ambito di una ecclesiologia di comunione, che la missione della Chiesa nell’ordine temporale deve tener conto delle leggi che governano le realtà terrene le quali mantengono una relativa autonomia  rispetto al fine ultimo e sulle quali valgono soprattutto la competenza e la capacità dei laici. I quali, nell’operare nella polis di tutti e camminando con l’umanità tutta, sono responsabili del proprio agire alla luce della sapienza cristiana.

Parlare di spiritualità laicale nell’impegno politico, secondo Carla Mantelli,  significa chiedersi come si vive “nello Spirito”, come si vive “in compagnia di Gesù” e testimoniando la fede in Gesù, facendo politica. Non si tratta di parlare della spiritualità come di qualcosa che va coniugata con la politica, come se la spiritualità fossero le preghiere, i sacramenti e gli esercizi spirituali a cui essere coerenti facendo politica. Ma è proprio facendo politica in un certo modo, cioè come atto di carità, come amore per Dio e per il prossimo, che si vive la comunione con Cristo attraverso lo Spirito. Quindi, vivere la politica nello Spirito implica certamente una vita comunitaria e sacramentale, implica incontrare il Signore nella preghiera, nei fratelli e sorelle nella fede e attraverso i segni sacramentali. Ma implica anche, in secondo luogo, assumere lo stile della laicità che tende a non confondere il contenuto della fede con i contenuti delle proposte politiche che i credenti fanno, le quali sono sempre limitate, discutibili, parziali, motivate razionalmente ed anche negoziabili (per questo il pluralismo politico dei credenti è indispensabile). E vivere la politica nello Spirito – ha aggiunto infine la Mantelli – implica vivere le Beatitudini, innanzitutto perché facendo politica noi cristiani non cerchiamo solo di fare cose giuste, ma di vivere e testimoniare e “fare emergere dalla storia la beatitudine del Regno.

Pierluigi Castagnetti,  definito il cattolicesimo democratico come l’esperienza dell’ incontro tra la dottrina cristiana e la democrazia, ha sottolineato come i cattolici democratici  siano quelli che si assumono la responsabilità delle loro decisioni e che hanno accettato fino in fondo il metodo della democrazia. Ed ha ricordato al riguardo innanzitutto il discorso di Caltagirone di Luigi Sturzo secondo cui questa assunzione di responsabilità da parte dei laici cattolici rispetto alla storia e, quindi, nella politica, è finalizzata a liberare la Chiesa dall’onere di occuparsi di queste cose. Ed a proposito dei così detti “valori non negoziabili”, ha ricordato ancora il discorso di Aldo Moro al Congresso di Napoli della D.C. del 1962 secondo cui i “principi fondamentali” della nostra fede subiscono un salto di qualità quando si proiettano sul piano politico. Il piano, cioè, della storia, in cui quei principi debbono essere definiti in modo da poter essere ascoltati ed accolti anche da chi non ha la fede. “E’ questo il nostro modo di servire la Chiesa, con la nostra autonomia” ha sottolineato Castagnetti, che ha richiamato al riguardo il punto 31 della LG ed il vigente Codice di diritto canonico che al canone 227 afferma che “ è diritto dei fedeli laici che venga loro riconosciuta nella realtà della città terrena quella libertà che compete ad ogni cittadino; usufruendo tuttavia di tale  libertà, facciano in modo che le loro azioni siano animate dallo spirito evangelico e prestino attenzione alla dottrina proposta dal magistero della Chiesa, evitando però di presentare nelle questioni opinabili la propria tesi come dottrina della Chiesa”.

Castagnetti ha poi proseguito compiendo un’ampia analisi delle questioni più rilevanti che la politica è chiamata ad affrontare, da quelle della globalizzazione a quelle dei valori non negoziabili, etici, sensibili. Questioni, queste ultime, che, alla luce della presente realtà sociale, possono trovare soluzione, da parte dei cattolici impegnati in politica, con la laicità, l’autonomia e con il senso della storia. E a proposito della rilevanza dei cattolici in politica, ha evidenziato come la loro forza sia legata alla loro intelligenza, alla loro capacità di iniziativa e di apportare soprattutto idee.

Altro momento di riflessione, programmato nel seminario, è stato offerto dal biblista don Battista Pansa con un’ampia relazione sulla spiritualità laicale di Giuseppe Toniolo.

Interessante anche il Tavolo di confronto sul tema “Da cristiani per rigenerare la politica”, moderato da Pier Giorgio Maiardi, con la partecipazione di Giuseppe Boschini (vice sindaco di Modena), di Giampiero Cavazza (Centro L. Ferrari, Modena), di Domenico Cella (Istituto De Gasperi), Emanuele Guidi (Associazione Ephedra, San Marino), Everardo Minardi (Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche, Faenza) e Carlo Pantaleo (Associazione Nuove Generazioni, Rimini). Ne è emerso un insieme di appassionate analisi della realtà economica, sociale e politica attuale e di indicazioni per ridare motivazioni alte alla politica, avendo presente l’esigenza di un disegno nuovo di società da costruire, con il contributo non marginale dei cattolici. Che potranno acquisire rilevanza attraverso la capacità di ben individuare e conoscere i problemi e di proporre soluzioni.

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Vedi dossier sul seminario: “A SCUOLA DAL CONCILIO - Laicità cristiana e spiritualità laicale"

“Oltre le ragioni del mercato. Una nuova speranza politica”

Sintesi degli interventi nell'Assemblea congressuale dell’associazione dei cattolici democratici “Agire politicamente” 2012

Alvaro Bucci

15 Giugno 2012

“Oltre le ragioni del mercato. Una nuova speranza politica” è stato il tema sviluppato nel corso della recente Assemblea congressuale dell’Associazione dei cattolici democratici Agire Politicamente. Un titolo che ben esprime la stretta connessione tra l’economia e la politica, additate entrambe come corresponsabili dell’attuale grave crisi, l’economia per la sua presunzione di volersi autoregolamentare, secondando un mercato vorace, e la politica per essersi resa subordinata alle ragioni dell’economia. Non si può infatti disconoscere come la crisi in cui versiamo sia, oltre che economica, anche politica e quindi culturale e morale. Perciò “la risposta alla crisi – secondo il coordinatore di Agire Politicamente, prof. Lino Prenna -  non può venire dagli stessi fattori che l’hanno generata, ma da un progetto di rinascita dell’umano per un futuro di speranza, che affidi alla politica l’esigente e condivisa realizzazione del bene comune”. E riferendosi all’anomalia italiana, dove la politica è stata “commissariata dalla tecnica”, ha messo in guardia dall’idea che la “salvezza” del Paese dipenda dal risanamento economico, ritenendo pertanto il governo Monti, sostanzialmente ispirato dall’ideologia neo-liberista, insufficiente a considerarsi come modello da adottare per il futuro.  Perciò l’Assemblea è stata chiamata a riflettere sul ritorno della politica, cioè dell’azione originaria e primaria della politica “come soggettività collettiva dell’agire sociale”, e sul ritorno alla politica, riconciliando cioè la gente alla politica, riavvicinandola alla politica.

Interessante la riflessione  sulle “ragioni del mercato” offerta da Pier Paolo Baretta, parlamentare con alle spalle una forte esperienza sindacale. Che ha esordito chiarendo come il mercato sia la somma di tanti comportamenti individuali e collettivi, per cui più che parlare del “mercato” si dovrebbe parlare “di noi”: dei banchieri più che delle banche, degli investitori più che delle transazioni, dei risparmiatori più che dei depositi. Sotto la spinta di tali comportamenti il mercato può essere virtuoso quando cerca valore e sostiene il mercato delle merci, dei capitali e delle risorse umane. Ma quando si consolida l’idea che, oltre che con il lavoro, i soldi si fanno con i soldi, il mercato diventa cattivo e specula. Ed è questo il volto della devianza che il mercato finanziario ha mostrato in questi ultimi anni di crisi drammatica. Il problema, allora, è quello di favorire il mercato quando produce liberi ed utili scambi e di stopparlo quando diventa speculatore. Democrazia economica  e partecipazione sono, dunque, il terreno su cui ripensare allo sviluppo capitalistico futuro.

. La prima questione che si pone, dunque, è la governance, cioè la inadeguatezza del sistema di regole che definisce gli ambiti per i comportamenti dei soggetti e degli attori economici e sociali. E la questione, al riguardo, della governance democratica è una delle grandi priorità da affrontare con “un protagonismo non subalterno che mette al centro il progetto partecipativo”. Democrazia economica  e partecipazione sono, dunque, il terreno su cui ripensare allo sviluppo capitalistico futuro. La seconda questione che si pone è che un sistema di regole non basta se non è accompagnato da una nuova mentalità economica. “Una parte del mondo vive da anni al di sopra delle proprie possibilità di produzione, di spesa e di consumi, - ha osservato Baretta - mentre un’altra parte stenta a campare”. Bisogna allora interrogarsi sulla natura e sulla portata delle crescenti disuguaglianze fino a considerare quanto costituiscano un limite alla crescita. Noi sappiamo, eticamente, che è più giusto essere generosi che egoisti. Ma la questione, ormai, è diventata se è più produttivo, conveniente, efficace essere egoisti o solidali. Rileggendo in questa ottica la questione greca, pensiamo che lasciando fuori la Grecia dall’Europa avremo risolto il loro e il nostro problema? Sul “ritorno alla politica” ha riflettuto l’europarlamentare David Sassoli che ha esordito compiendo un’ampia analisi della situazione del contesto mondiale in cui si sta producendo l’attuale crisi rispetto a quella del ’29. Ci si accorge al riguardo che gli stati sono un peso, che sono troppo piccoli, che “non servono alle grandi risposte che noi dobbiamo al mondo, di cui noi non siamo più un centro”. Questa crisi infatti ha bisogno di risposte da parte di spazi

Sul “ritorno alla politica” ha riflettuto l’europarlamentare David Sassoli che ha esordito compiendo un’ampia analisi della situazione del contesto mondiale in cui si sta producendo l’attuale crisi rispetto a quella del ’29. Dobbiamo oggi accorgerci che gli stati sono diventati un peso, che sono troppo piccoli, che “non servono alle grandi risposte che noi dobbiamo al mondo, di cui noi non siamo più un centro”. Appare, quindi, del tutto limitato, ed ingiusto, il pensiero di un’Italia, o di un’Europa, di uscire dalla crisi perché “vogliamo metterci al riparo”. Dobbiamo fare del tutto per uscire dalla crisi, ma pensando di dover  essere una risorsa per il mondo globale. Sviluppando quel “compromesso tra democrazia e capitalismo” che può consentire di regolare meglio i mercati, perché non costituiscano più una minaccia, e diffondendo quei concetti di libertà, di eguaglianza e di giustizia che non “corrono” facilmente in altre zone del mondo.

Proseguendo, Sassoli ha osservato anche, tra l’altro, come la crisi offra alla politica, ed ai cristiani in particolare, l’opportunità di colmare un vuoto: quello del significato dell’uomo e della vita. Perché dopo la crisi si confronteranno visioni dell’uomo profondamente diverse. A partire dall’Europa i cristiani, allora, dovranno cogliere tutte le opportunità. Una delle prime riguarda la “fine” delle nazioni. Ma la fine delle nazioni – ha evidenziato Sassoli – è l’inizio di una grande speranza: perché gli uomini possano vivere con maggiore unità e l’unità degli uomini è la grande speranza della Chiesa.

L’Assemblea si è conclusa con la sessione congressuale dedicata alle proposte di azione  futura dell’Associazione e all’elezione del nuovo Consiglio nazionale. Lino Prenna è stato riconfermato coordinatore nazionale.

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Vedi: Assemblea congressuale dell’associazione dei cattolici democratici “Agire politicamente” 2012

AGIRE POLITICAMENTE: Ma i cattolici in politica non devono essere moderati

dall'Assemblea nazionale congressuale di Agire Politicamente - Roma 26-27 maggio 2012

Luca Kocci

da Adista Notizie 22 - 9 GIUGNO 2012 Anno XLVI - n. 6140

 

“I cattolici verso Todi 2”, titola Avvenire per rilanciare l’iniziativa del Forum delle persone e delle associazioni cattoliche nel mondo del lavoro di un nuovo incontro a Todi nel prossimo mese di ottobre. Non tutti ci andranno però, come l’Azione cattolica, che da tempo sembra essere scomparsa dalla “lista degli invitati”. O come il coordinamento di cattolici democratici Agire Politicamente, che al progetto Todi non intende contrapporsi, ma distinguersi sì, anche in opposizione a quella «politica moderata» invece rivendicata con forza come loro elemento qualificante dalle associazioni del Forum.

«Non ci riconosciamo nel manifesto e nel programma in vista di una “nuova” Todi», spiega, nella sua relazione all’Assemblea nazionale congressuale di Agire Politicamente (svoltasi il 26-27 maggio scorsi a Roma), Lino Prenna, coordinatore nazionale (confermato per un nuovo triennio). «Non ci convince nel merito la “regia ecclesiastica” che mette in discussione l’autonoma responsabilità dei laici, e, nel metodo, l’ambiguità del progetto». E che, «dopo aver caldeggiato e sostenuto per anni Berlusconi, lo ha poi scaricato, senza però fare alcuna autocritica sulle proprie responsabilità e complicità per questa sciagurata stagione». Riprendendo le categorie care a don Luigi Sturzo, Prenna aggiunge che quello di Todi è un movimento «clerico-moderato» – e il moderatismo è esplicitamente richiamato nel manifesto delle associazioni – mentre «noi ci ritroviamo nell’area del cattolicesimo democratico». Una ostilità, quella nei confronti del moderatismo, ribadita anche dall’europarlamentare del Pd David Sassoli, intervenuto all’assemblea («è un errore pensare il mondo cattolico come moderato, anzi questo ha ucciso il cattolicesimo, che non è affatto moderato e dovrebbe sempre sentire e agire per la giustizia»), e da diversi altri partecipanti, fra cui Pietro La Corte: «Il Vangelo non è moderatismo, è rivoluzione sociale». Nel merito è il giornalista Vittorio Sammarco ad evidenziare alcune lacune presenti nei contenuti del manifesto di Todi: manca una parola sulle diseguaglianze che si fanno sempre più marcate, perché «non è vero che la crisi ha colpito tutti, ma ha colpito solo i più poveri»; e non c’è nessun cenno alla «salvaguardia del pianeta», ovvero all’emergenza clima, alla rapina delle risorse, alla poca cura per l’ambiente, all’acqua.

Non è nemmeno apprezzato il fatto che a Todi si suppone rappresentato l’intero mondo cattolico, come sembra fare Avvenire. «Le proposte velleitarie di trovare una unità dei cattolici sono fuori della storia ma anche fuori dalla natura stessa del cattolicesimo, che non è identitario, militarizzato e “in divisa”, ma plurale nelle sue articolazioni e nelle sue proposte», aggiunge Prenna. A questo proposito viene ribadita la vicinanza al Partito democratico, perlomeno in quello che era il suo progetto originario, in ombra da troppo tempo: la convivenza di storie, di tradizioni e di culture politiche diverse – fondamentalmente quella socialista e quella cattolica –, la volontà di valorizzare queste diversità, per arrivare ad una sintesi comune possibile. Quanto di più lontano dalla rivendicazione dell’identità cattolica.

Più che il progetto Todi – da cui Agire Politicamente rimarca «non contrapposizione ma distinzione» –, viene rilanciata la Rete delle associazioni e dei gruppi del cattolicesimo democratico (alcune delle quali, insieme a Luciano Caimi e Guido Formigoni di Città dell’uomo, Ernesto Prezioni di Argomenti 2000, e i parlamentari Franco Monaco, Rosi Bindi, Dario Franceschini e Giuseppe Fioroni si sono riunite alla Domus Pacis lo scorso 26 maggio, evidenziando anche loro le distinzioni da “Todi 2”) “Costituzione, Concilio e cittadinanza”, nata nello scorso mese di novembre (v. Adista n. 89/11). È già attivo un portale ( www.c3dem.it ) che funziona da veicolo di informazione e comunicazione; a breve partirà un servizio di news e presto ci saranno le prime assemblee territoriali.