Assemblea Nazionale di Agire Politicamente - 2018

Un nuovo popolarismo, per costruire un popolo

Roma

venerdì 15, nell’Auditorium “Aldo Moro”, di via Campo Marzio, 24,

sabato 16, presso i locali della Parrocchia della Trasfigurazione in Roma (piazza della Trasfigurazione, 1)

 

PROGRAMMA

 

  • Saluto di apertura Lucio D’Ubaldo (Senatore XVI Legislatura)
  • Relazioni introduttive Lino Prenna   (Coordinatore nazionale Agire Politicamente)
  • Pierluigi Castagnetti (Presidente Fondazione Persona Comunità Democrazia)

 

Le culture popolari nel progetto originario del PD: per un nuovo popolarismo

Tavolo di confronto moderato da

Gianfranco Marcelli   (editorialista di “Avvenire”)

Intervengono

  • Matteo Orfini   (Presidente PD)
  • David Sassoli   (Vice Presidente del Parlamento europeo)
  • Gianni Cuperlo   (Dirigente nazionale PD)

Interventi programmati

  • Ambrogio Bongiovanni   (Docente di Teologia delle religioni)
  • Massimo  DeSimoni   (Ufficio di Presidenza PD Roma)
  • Piergiorgio Maiardi   (Vice coordinatore nazionale Agire Politicamente)

 

La Sintesi degli interventi

“Un nuovo popolarismo per costruire un Popolo”: su questa proposta Agire Politicamente ha convocato un colloquio per valutare lo stato del Partito Democratico nell’attuale situazione politica, il processo che ve lo ha portato ed il cammino per una sua possibile rigenerazione. Questo, perché, dice Lino Prenna, l’associazione crede ancora nella validità del progetto da cui il Partito è nato e anche perché l’attuale situazione politica non pare offrire una credibile ed efficace alternativa. Il colloquio ha avuto come protagonisti, oltre a Lino Prenna che ha formulato la proposta, alcuni autorevoli esponenti del PD, Gianni Cuperlo e David Sassoli, alcuni membri dell’associazione, Ambrogio Bongiovanni, docente di teologia, Massimo De Simoni, già impegnato nell’amministrazione cittadina di Roma e Pier Giorgio Maiardi, con la partecipazione di Lucio D’Ubaldo, senatore della XVI legislatura e del giornalista Gianfranco Marcelli.

E’ avvenuta una divaricazione fra società civile e società politica, dice Lino Prenna, fra “civitas” e  “societas”, è mancata la democrazia partecipativa che rappresenta la saldatura fra le due realtà: il Partito Democratico, nato come novità, con una identità plurale che presupponeva una gestione collegiale, da strumento per una politica del “popolo” si è invece chiuso in una posizione di autoreferenzialità con un’azione invasiva. Se il progetto resta tuttora valido, se conserva la sua potenzialità, si tratta di ispirarsi al “popolo”, secondo il richiamo di Papa Francesco, popolo che è soggetto ed oggetto: su questo si fonda la cittadinanza. Sono i quattro prinicipi dettati da Papa Francesco a costruire un popolo, una convivenza umana: il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea, il tutto è superiore alla parte. Qui sta la cultura del progetto a lungo termine, di un  nuovo popolarismo che si basa sull’inclusione sociale dei poveri, sul dovere della solidarietà (art. 2 Cost.), sulla cura dell’ambiente, la casa comune. Si tratta dell’idea di politica di Papa Francesco: un’attività “prudenziale” nello spirito richiamato da Rosmini che parla di uso dei mezzi in funzione del fine e di proporzionare, quindi, i mezzi ai fini e qui sta l’arte del governo della comunità, del “municipio” che significa “munus accipere”. La base di un  nuovo popolarismo sta nel ritorno al popolo e nel governo del popolo.

 A Lino Prenna fanno eco Gianni Cuperlo e David Sassoli. Il primo dice che nel PD è avvenuta una rottura, è scomparso un richiamo alle origini, quelle su cui si sarebbe dovuto basare l’edificio che ci si era impegnati a costruire, le idee ed i movimenti ispiratori sono restati separati: richiamando Ingrao, Cuperlo dice “pensammo a una torre, scavammo nella polvere”. Sassoli , dopo aver richiamato Max Weber sul valore dell’etica per la politica, dice che nel PD non si è tenuto conto di un mondo in cambiamento con un immobilismo culturale che ha prodotto la incapacità di corrispondere ad una domanda di partecipazione mentre la nostra democrazia è nata da una capacità di interpretare e di costruire: il Partito dovrebbe essere il luogo per questo esercizio di interpretazione ma ora non abbiamo né pensiero e né dibattito, mentre la logica del dialogo non può mai venir meno perché la indisponibilità al dialogo significa non essere utili al Paese.

Gli interventi successivi si sono mossi sul medesimo filone critico e propositivo: si sono  evidenziati gli effetti della globalizzazione che ha prodotto una crisi sistemica e quindi la esigenza di tener conto anche del pensiero della minoranza oltre al dovere, per i cattolici, di rendere visibili e vissuti i valori etici. E’ la stessa cultura democratica che è andata in crisi, e qui si sconta l’effetto del periodo berlusconiano, con la insufficiente presenza del pensiero cattolico che ha per molto tempo limitato la propria sensibilità politica  al richiamo ad alcuni principi morali qualificati come “non negoziabili”. Si è detto che la indispensabile rigenerazione del PD deve avvenire in funzione della situazione socio politica, resa evidente dopo il voto del 4 marzo:  si è attenuata nel paese la cultura civica della convivenza, della solidarietà, del coinvolgimento personale, della corresponsabilità che sta alla base della convivenza democratica mentre si è accentuata la cultura dell’individualismo che rende reciprocamente nemici, genera un clima di conflittualità  e impedisce una visione a lungo termine privilegiando il presunto interesse immediato. Il PD deve ritrovare la ispirazione delle culture che lo hanno originato per esserne guidato nella situazione presente; un Partito luogo di elaborazione politica, presente nel territorio, non autoreferenziale ma strumento di partecipazione e non semplice macchina per la vittoria elettorale. Per questo un Partito che privilegia il dialogo e quindi gli organi collegiali, i Forum tematici. Si tratta di creare un’alternativa credibile al governo attuale e quindi evitare una opposizione preconcetta, fatta di polemica sui fatti contingenti, ma di riportare l’attenzione sul valore di una integrazione sul piano internazionale e quindi sull’unità dell’Europa, sul significato e sulla utilità di una moneta comune, sul perché del fenomeno immigratorio e sul senso di una politica capace di governarlo…..una politica ispirata all’equità, all’uguaglianza, alla giustizia sociale, alla difesa dei più deboli….una politica di pace.

La capacità di cambiare linea e prospettiva è stata evidenziata da D’Ubaldo che, al proposito, ha fatto riferimento a Luigi Sturzo a cui si era anche richiamato Marcelli che ha parlato di fuga dalla politica per indegnità della politica!

Dando riscontro agli interventi Sassoli ha evidenziato il pericolo del disfacimento di conquiste politiche, come l’Unione Europea, che avevamo considerato già acquisite: oggi ne vediamo più chiaramente l’esigenza e possiamo fare più di ieri. Cuperlo ritiene che quella subita il 4 marzo sia la peggior sconfitta della sinistra nella storia repubblicana e che la sua causa stia nella incapacità di cogliere i motivi del cambiamento e nell’impoverimento dell’Occidente. Da qui una critica alla gestione del PD che non ha ancora analizzato le sconfitte elettorali.

Concludendo il colloquio, Lino Prenna ha ribadito l’impegno a incalzare il PD con attenzione  e con preoccupazione auspicando che il PD si doti di un Centro Studi e apra un dialogo costante con le realtà sociali intermedie e con le associazioni: la proposta della costituzione di una consulta delle associazioni pare ancora più che mai attuale. 

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Le  registrazioni audio del momento di confronto pubblico

La sintesi degli interventi di Alvaro Bucci

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Lettera di convocazione del Coordinatore nazionale                         Roma, 2 giugno 2018

Ai consiglieri nazionali

ai soci e simpatizzanti

Carissimi,

come abbiamo annunciato nei giorni scorsi, la proposta di Un nuovo popolarismo, per costruire un popolo, presentata sull’ultimo numero di Politicamente e ripresa da Avvenire del 19 maggio scorso, sarà il tema dell’Assemblea nazionale dell’Associazione, fissata per il 15 e il 16 di questo mese.

Come negli anni scorsi, l’Assemblea si articolerà nel duplice momento, di confronto pubblico e di riflessione interna. Pertanto, venerdì 15, con inizio alle ore 16.00, nell’Auditorium “Aldo Moro”, di via Campo Marzio, 24, in Roma, svilupperemo il tema con alcune relazioni introduttive e, in un tavolo di confronto, interpelleremo alcuni esponenti nazionali del Partito democratico, poiché la proposta è pensata come declinazione popolare del progetto originario di questo partito e condizione per una sua ripartenza, resa più urgente dall’esito delle ultime elezioni politiche.

Svilupperemo la riflessione interna alla nostra Associazione, sabato 16, presso i locali della Parrocchia della Trasfigurazione in Roma (piazza della Trasfigurazione, 1), con inizio alle 10.00, preceduta dalla seduta del Consiglio nazionale uscente. Tema della riflessione sarà Aprire percorsi di speranza politica: l’impegno di Agire politicamente. Ne discuteremo insieme, muovendo da alcune indicazioni propositive. Dopo il dibattito, procederemo all’elezione del nuovo Consiglio nazionale e concluderemo con la Celebrazione eucaristica.

Confido in una larga e sentita partecipazione ai due momenti dell’Assemblea e, intanto, vi assicuro la fraterna cordialità dei miei saluti

 

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La lettera di convocazione


Vedi dossier Assemblee Congressuali di Agire Politicamente