ASSOCIAZIONI CRISTIANE IN OCCASIONE DELLE ELEZIONI EUROPEE

Ci rivolgiamo ai Candidati alle prossime elezioni europee, ai nostri associati, a chi condivide i valori cristiani e a tutti gli elettori per richiamare alcuni punti fondamentali da considerare in occasione delle prossime elezioni europee.

Copertina

1) PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA

Le Istituzioni europee necessitano di un Parlamento che sia voce autorevole dei cittadini. Questo può essere ottenuto solamente con un’alta partecipazione elettorale e con scelte responsabili, che riconoscano l’importanza del voto che andremo ad esprimere. L’Europa comunitaria è una delle isole democratiche in un mondo che è sempre più legato a regimi autoritari che si propongono come soluzione ai problemi mondiali. L’astensione e il voto di protesta finiscono per svuotare le Istituzioni democratiche della loro autorevolezza in un momento difficile.

Le Istituzioni europee sono nate per costruire la pace al proprio interno e con il resto del mondo, attraverso una collaborazione corresponsabile, che eliminasse le ragioni dei passati conflitti. La partecipazione al voto diventa vitale in questo tempo, nel quale è sempre più minacciato lo scopo principale per cui è nato il sogno di un'Europa Unita: la pace. Desideriamo che la nostra partecipazione all'Unione Europea sia per la pace e che la costruzione della pace sia il principale metro di giudizio in tutte le scelte del futuro parlamento europeo.

2) SOLIDARIETA’

Dobbiamo ricordare quanto la solidarietà tra i Paesi europei aderenti all’Unione abbia contribuito a quasi 80 anni di pace tra di essi e a consolidare i nuovi regimi democratici che si sono venuti a creare in questo lungo periodo. La moneta unica, la libera circolazione di merci e di persone, i programmi di scambio culturale e, più in generale, il patto di solidarietà, che attraverso le istituzioni dell’Unione porta i paesi più ricchi a sostenere lo sviluppo di quelli più deboli, sono le manifestazioni concrete di questi legami di interdipendenza solidale.

Ogni spinta alla disgregazione dell’Unione finisce per indebolire le Istituzioni democratiche di ognuno dei Paesi membri. Invitiamo quindi a non dare spazio alle spinte disgregatrici della solidarietà europea e a ricondurre nella partecipazione democratica anche le istanze di chi si dichiara insoddisfatto dell’azione delle Istituzioni dell’Unione.

3) ECONOMIA SOCIALE

L’Economia sociale è ormai considerata uno dei pilastri della strategia europea perché può correggere le distorsioni di un’economia di mercato, che spesso non tiene conto delle fragilità sociali di ampie fasce di popolazione.

Si tratta di una sfida e di un’opportunità che richiede l’impegno di tutti per realizzare pienamente il Piano d’azione adottato dalla Commissione Europea e per tradurre la relativa Raccomandazione in atti e misure concrete, sia a livello centrale, sia negli Stati membri, nelle principali direzioni tracciate e condivise: la creazione di condizioni favorevoli, in particolare per ciò che riguarda la fiscalità, gli appalti pubblici e gli aiuti di Stato; l’erogazione di risorse economiche e finanziarie per lo sviluppo imprenditoriale dei Soggetti che operano in tale ambito e per rafforzare le competenze e la qualificazione professionale dei lavoratori; la promozione, la comunicazione e la formazione finalizzate a diffondere capillarmente la cultura della solidarietà e i principi mutualistici. Sono ormai 2,8 milioni i soggetti dell’Economia Sociale che danno lavoro a circa 13,6 milioni di persone. Crediamo che le principali transizioni (digitale ed ecologica) debbano essere accompagnate anche dalla valorizzazione di questa molteplicità di Enti (Cooperative, Mutue, Associazioni senza scopo di lucro, Fondazioni, Imprese Sociali...) che operano con finalità sociali e con modalità intersettoriali, mettendo al centro i bisogni delle persone e delle comunità.

Creare posti di lavoro di qualità, stimolare l’economia locale ai fini dell’inclusione sociale, soprattutto delle persone svantaggiate e rafforzare la coesione territoriale sono azioni che innescano meccanismi virtuosi e generano un sistema di welfare partecipato e condiviso.

4) POLITICHE AMBIENTALI

Storicamente le Istituzioni europee sono state il motore di politiche ambientali concordate a livello continentale (l’unico livello significativo per questi temi), attraverso standard di prodotti e materie prime in ogni settore. Qui si sono affrontate, in anticipo sui governi nazionali, le questioni legate alle nuove tecnologie informatiche, sia per il diritto alla privacy, sia per le posizioni dominanti di alcuni operatori sui rispettivi mercati e, infine, sui primi effetti dell’Intelligenza Artificiale. Chiediamo che venga mantenuta questa attenzione al futuro, nostro e delle prossime generazioni. Nella consapevolezza dei grandi cambiamenti che ci attendono - pensiamo in particolare alla salvaguardia del creato in un tempo di mutamenti ambientali (riscaldamento globale), sociali (pervasività dell’Intelligenza Artificiale) e di rapporti di forza nei teatri di guerra - chiediamo di avere la volontà di lavorare con orizzonte ampio, per garantire la sostenibilità del futuro dell’Europa.

5) LAVORO

Papa Francesco, in occasione della 57esima giornata della Pace, ha detto: “L’intelligenza è espressione della dignità donataci dal Creatore, che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza e ci ha messo in grado di rispondere al suo amore attraverso la libertà e la conoscenza”. L’Unione Europea, dopo avere normato l’uso dell’intelligenza artificiale, deve mantenere alto il livello di guardia, soprattutto sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale generativa e, ancor di più, su quella che prevede decisioni automatizzate in base a degli algoritmi, che escludono completamente l’intervento umano; inoltre dovrà monitorare e intervenire con tempestività nelle inevitabili ricadute negative che avrà l’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro, soprattutto nelle imprese dove è prevista una notevole interazione tra uomo e “macchina”. Questo sarà possibile solo se l’Unione Europea riuscirà a produrre normative snelle e applicabili, con una capacità d’intervento che sia al passo con la rapida evoluzione di questa nuova, ineluttabile realtà. In questa prospettiva i criteri ESG, soprattutto per quanto riguarda la parte sociale e di governance, svolgeranno una funzione fondamentale per valutare e “regolare” l’impatto dell’AI nel mondo del lavoro. La persona deve essere sempre posta al centro, come ci insegna la Dottrina Sociale della Chiesa, sempre valida e attuale. Occorre vigilare sulle nuove forme del cosiddetto “lavoro povero”, che impoveriscono anche la nostra democrazia, la nostra economia e il nostro welfare. E’ importante, infine, che le politiche europee sostengano e promuovano le industrie ad alta tecnologia e innovazione per evitare che la pressione competitiva si scarichi sui salari, abbassandoli in valore nominale e reale, e mini alla base la fonte maggiore di entrate per le politiche di welfare dei singoli stati.

6) AGRICOLTURA

Per favorire una Politica Agricola Comunitaria finalizzata alla valorizzazione delle produzioni territoriali occorre agire in termini di bassi impatti ambientali. Serve, poi, il rispetto delle regole comuni: i prodotti alimentari d’importazione devono possedere certificazioni sulla produzione ottenuta senza l’uso di fitofarmaci vietati nella UE, impiegando personale regolarmente retribuito, che ha operato con adozione di sistemi di sicurezza per la salute. Chiediamo che sia obbligatoria l’etichettatura contenente l’origine delle materie prime, nel rispetto delle norme di produzione UE anche per i prodotti di importazione. Riteniamo si debba mantenere l’uso di prodotti di difesa chimica, in assenza di valide alternative e un controllo quantitativo delle importazioni, finalizzato alla difesa del prezzo. Le Istituzioni europee hanno sempre promosso la libera circolazione delle merci e la equa concorrenza sui mercati, ma sono anche state creatrici di politiche di forte intervento in ambito agricolo, per garantire ai propri cittadini un approvvigionamento regolare di cibo di buon livello qualitativo ed esente da rischi per la salute, oltre che un presidio del territorio che ne eviti il degrado. Crediamo che lo stesso tipo di approccio debba essere applicato agli interscambi esterni e che, quindi, si continuino le politiche volte a garantire l’accesso al mercato europeo di prodotti sicuri e di cibo sano, spingendo in questo modo i Paesi che vogliono accedere al mercato unico a realizzare nei propri territori i miglioramenti coerenti e, quindi, a estendere i benefici di questa crescita qualitativa.

7) RICONOSCIMENTO DELL’APPORTO CIVILE DELLE COMUNITA’ DEI CREDENTI

 L'attuale Unione ha i suoi padri fondatori in uomini che avevano alla radice del proprio impegno i valori cristiani. In essi hanno trovato il fondamento ideale di azioni e Istituzioni, che hanno superato le politiche di potenza nazionale che avevano distrutto l’Europa. In questi valori possiamo e dobbiamo riconoscere il fondamento dei valori di solidarietà e rispetto della dignità di ogni essere umano che sono alla base della cultura, della civiltà e delle istituzioni europee.

Se anche l’Europa di oggi sembra averne dimenticato la radice e se anche il panorama religioso europeo è molto più variegato di quanto non fosse a metà del secolo scorso, dobbiamo riconoscere che le radici del vero rispetto di ogni persona, della sua vita e dei valori di solidarietà che, soli, possono fare crescere la vita dell’Europa sono in ottica trascendente.

Chiediamo quindi che chi si impegna in questa competizione elettorale porti in sé sentimenti di rispetto per i valori e le comunità che la fede genera e rifugga da massimalismi illiberali e da laicismi sterili.

8) SACRALITA’ DELLA VITA UMANA

Le emergenti istanze individualistiche e la crisi delle Istituzioni del Welfare State stanno facendo spazio a posizioni che riducono la vita umana, propria e altrui, ad essere un qualcosa di cui disporre in base a criteri produttivistici o di utilità personale. Dopo il voto francese, anche nel resto della legislazione europea si è proposto il diritto all’aborto, come diritto umano inalienabile: noi osteggiamo questa concezione, che nega alla radice il diritto alla vita.

Occorre riconoscere l’intangibilità della vita umana dal concepimento alla fine naturale e, soprattutto, occorre evitare che malintesi criteri di benessere personale o utilità collettiva possano intaccarne la sacralità, che è alla base di qualsiasi costruzione solidale e di istituzioni che davvero garantiscano il rispetto della persona e la protezione dei più deboli. Fuori della sacralità della vita umana si finisce per costruire strumenti di sopraffazione del più debole.

Nel 2021 sono aumentate del 10% anche le vittime della tratta (fonte Eurostat). Sono esseri umani trattati come merce, comprati e venduti, utilizzati come manodopera o sfruttati sessualmente. In particolare le vittime di sfruttamento sessuale, che sono la forma prevalente (56%), provengono da categorie vulnerabili, in condizioni sociali ed economiche sfavorevoli e sono avviate al mercato della prostituzione, considerando la donna come oggetto. Crediamo in un’Europa che scelga di proteggere e supportare le persone vittime di tratta, favorendo l’accesso ai servizi essenziali, sanitari, sociali, legali e alloggi sicuri, oltre alla formazione per l’integrazione lavorativa e l’inclusione sociale. In linea con le Raccomandazioni del Consiglio d'Europa e del Parlamento Europeo, chiediamo un serio impegno nella prevenzione della prostituzione nei Paesi di origine e di approdo, contrastando la domanda, anche prevedendo sanzioni per chi acquista prestazioni sessuali, senza nuocere a chi è in prostituzione. Crediamo in un’Europa rispettosa del diritto internazionale, che favorisca solidarietà e vie d’accesso legali per l’accoglienza dei rifugiati secondo la Convenzione di Ginevra, sostenendo controlli umani e ordinati alle frontiere, promuovendo l’integrazione diffusa, valorizzando le diversità come elemento di ricchezza nella società e democrazia.

9) ECOLOGIA INTEGRALE

Papa Francesco nelle ultime encicliche sociali e nell’esortazione apostolica Laudate Deum ha ben evidenziato che non possiamo più ignorare i segni del cambiamento climatico. Evidenzia anche come i poveri siano stati a lungo colpevolizzati per questo, mentre sono i Paesi ricchi ad avere gran parte della responsabilità. Per questo dobbiamo prepararci a nuove forme di migrazioni climatiche, emergenza sociale che nei prossimi anni la UE potrebbe trovarsi ad affrontare. Auspichiamo che i prossimi governanti adottino il paradigma dell’ecologia integrale suggerito da Papa Francesco che, per primo, ha, con grandissima intelligenza e lungimiranza, messo in correlazione la crisi sociale ed economica che stiamo attraversando con quella ambientale: questo deve diventare il paradigma universalmente adottato, per affrontare la crisi nella sua complessità.