L'indagine sull'impegno dei cattolici in politica

L'Istituto di studi politici "Renato Branzi" ha espresso alcune riflessioni sulla ricerca relativa all'impegno dei cattolici in politica

Francesco Butini
(Istituto di studi politici “Renato Branzi”)
7 Aprile 2011

Fonte: Istituto di studi politici "Renato Branzi"
da quaeris.it

Nel quadro delle attività della Fondazione “Ispirazione” di Treviso, è stato definito il programma dei Cenacoli culturali 2011 sul tema "Politica, ripartire dai cristiani". In apertura del ciclo dei seminari, è stata presentata il 31 marzo scorso una indagine condotta dall'istituto di ricerche sociali Quaeris, con sede a Breda di Piave, in provincia di Treviso. Il sondaggio, realizzato nel febbraio 2011, è intitolato "L'impegno cattolico in politica - Analisi dell'opinione dei cittadini trevigiani".

Il campione dell'indagine è stato costituito da 592 persone residenti nella provincia di Treviso, delle quali il 51,2% donne e il 48,8% uomini, in tutte le fasce di età (ad esclusione dei minorenni). Sostanzialmente si è trattato di cinque domande. La prima riguarda la rappresentatività del mondo cattolico in politica: in che misura l'identità ed i valori cattolici sono rappresentati nel panorama dei partiti italiani ? La risposta dei cittadini di Treviso intervistati è inequivocabile: per il 73,3% i valori cattolici non sono adeguatamente rappresentati negli attuali partiti politici. Tale giudizio è leggermente prevalente tra le donne, e per quanto riguarda le fasce d'età il giudizio negativo tocca il suo apice nella fascia 25-34 anni: ben l'80% degli intervistati.

La seconda domanda riguarda gli attuali partiti politici: sono essi adatti all'impegno in politica dei cattolici ? Il giudizio prevalente dei trevigiani è no (60,9%). Nell'ambito di coloro che hanno espresso un giudizio positivo, prevale la posizione di coloro i quali ritengono che possa essere fatto di più per far emergere i cattolici negli attuali partiti (32,1% del totale) piuttosto di coloro che si dichiarano sostanzialmente soddisfatti (5,6%). Tra le diverse fasce d'età, l'apice del giudizio negativo è tra i 45-54 anni (68,7%).

La terza domanda concerne la capacità dei cattolici, oggi impegnati in politica sia a livello locale che nazionale, di portare i valori cattolici all'interno delle proprie proposte politiche. Anche in questo caso, la risposta dei trevigiani intervistati è inequivocabile: l'80,6% giudica non adeguata questa trasposizione dei valori. Con un quasi imbarazzante 93,7% di giudizio negativo tra i più giovani (fascia d'età 18-24 anni).

La quarta domanda implica un giudizio morale sui cattolici oggi impegnati in politica: il loro stile di vita è coerente con i valori cattolici ? La risposta è sempre più pesante: per l'88,1% degli intervistati di Treviso, la risposta è no. E se la risposta sullo stile di vita dei cattolici è stata "poco coerente" per il 44,7%, la risposta "per niente coerente" vale il 43,3% del campione.

L'ultima domanda impatta il futuro: sarebbe più efficace l'azione dei cattolici in politica se fosse espressa unitariamente in un unico partito ? E', per noi, la domanda-chiave, la domanda controcorrente rispetto al pensiero dominante. Quella che contiene un po' di "scandalo". Ebbene, il 53,9% degli intervistati trevigiani ha risposto di no, il 40,7% ha risposto di sì.

Quali valutazioni possiamo trarre da questo significativo sondaggio di Quaeris a Treviso ? Innanzitutto, c'è da evidenziare un elemento di soddisfazione: si discute, problematicamente, anche su opzioni non rituali, al fine di favorire il cambiamento dell'attuale quadro politico, quali quella di una nuova riaggregazione politica di una larga rappresentanza dei cattolici italiani. Il solo fatto che nel sondaggio sia stata inserita una domanda sul tema è motivo di soddisfazione: si comincia a rompere un tabù.

Un secondo elemento di valutazione risiede nelle risposte fornite dai trevigiani intervistati sul tema del partito unitario: è prevalsa una risposta negativa, come per tutte le altre domande del sondaggio. Ma non possiamo trascurare il fatto che il margine è stato molto più contenuto, rispetto al dato emerso nelle altre risposte, per le quali il sondaggio ha rivelato orientamenti sostenuti da maggioranze molto larghe degli intervistati, in alcuni casi addirittura schiaccianti. In questo caso, oltre il 40% degli intervistati ha ritenuto che l'azione politica dei cattolici sarebbe più efficace se i cattolici stessero in un unico partito. Non è la maggioranza degli intervistati, ma la percentuale del consenso comincia ad essere significativa.

Il tema dell'unità politica dei cattolici risulta essere evidentemente complesso. Anche perché non se ne è parlato più in termini seri, programmatici, con il senso della prospettiva e non con l'affanno dell'accomodamento. La stessa percentuale di coloro i quali all'ultima domanda (quella sul partito unico) non hanno risposto o non hanno saputo rispondere, riflette questa complessità: il 5,4% non ha risposto, una percentuale molto superiore al "non sa / non risponde" relativamente alle quattro domande precedenti. Inoltre, la fascia di età più scettica verso il partito unitario è quella dei più giovani (18-25 anni), pari ad un 68,8% dei giovani intervistati. Persone che nella loro vita hanno visto solo la polemica frammentazione della rappresentanza politica dei cattolici.

I risultati del sondaggio vanno anche analizzati nel contesto di Treviso e della sua storia politica, più o meno recente. Nel Veneto “bianco”, la provincia di Treviso sapeva essere ancora più “bianca”. Per esempio nelle elezioni politiche del 1987, la percentuale della Democrazia Cristiana per la Camera dei Deputati nella regione Veneto fu del 43,93%, e nella provincia di Treviso fu del 45,60%. Ma Treviso è stata anche una delle terre d'origine del fenomeno leghista, con un forte radicamento sociale e un consistente consenso elettorale. Prendendo spesso la strada del contrasto alla “democristianità”.

Le risposte al sondaggio mostrano un nuovo bisogno che la politica e i partiti esistenti stentano a rappresentare. A volte persino a riconoscere. Il tema del partito unitario per i cattolici non è più un argomento “sconveniente” o respinto a priori. E' più facile che lo respingono a priori le attuali classi dirigenti che i singoli cittadini. E' un tema di cui si può discutere, purché seriamente. Senza nostalgie del passato, ma con nuove speranze per il futuro.

Vedi commento di Roberto Grigoletto