L’Italia del 26 Settembre

 

Domenico Rogante

20 Settembre 2022

A pochi giorni dalle elezioni del nuovo parlamento italiano, molte sono le incertezze riguardo a quello che succederà dopo. A leggere gli ultimi sondaggi pubblicati, non ci dovrebbero essere grandi dubbi sul risultato, con il centrodestra che, a meno di clamorose sorprese, dovrebbe raggiungere la maggioranza dei voti e avvicinarsi ai 2/3 dei seggi in parlamento. Sono proprio questi dati che lasciano una nube di incertezza intorno a quella che sarà l’Italia del futuro, perché la classe dirigente di centrodestra che dovrebbe prendere in mano il governo del Paese, non ha mai nascosto di avere posizioni che potrebbero modificare notevolmente il ruolo dell’Italia all’interno dell’Unione Europea. Al netto dei toni adottati in campagna elettorale, sicuramente più “moderati” rispetto a quelli a cui siamo abituati, lo spostamento dell’Italia verso l’alleanza con il gruppo di Visegrad è di fatto uno scenario sempre più plausibile se le elezioni dovessero andare come previsto.

È bene chiarire che questo non comporterebbe nessun rischio fascismo, né di deriva autoritaria per il nostro Paese, ma sancirebbe un cambiamento significativo nel rapporto con i nostri partners europei storici. D’altronde, è noto il rapporto di stima e ammirazione da parte della “candidata premier” Giorgia Meloni nei confronti del Presidente Ungherese Viktor Orban, il Primo Ministro sovranista che si vanta di aver inventato ed applicato nel suo Paese “la democrazia illiberale” basata sulla limitazione delle libertà. Alla luce di questo, proprio qualche giorno fa il Parlamento Europeo ha condannato l’Ungheria per gli “sforzi deliberati e sistematici contro i valori UE” sospendendo i fondi assegnati del PNRR, con una relazione che ha visto il voto contrario di Lega e Fratelli d’Italia.

Questo è l’ennesimo elemento che spinge a chiederci:

è questa la direzione verso cui la destra ha intenzione di portare il nostro Paese?

L’Ungheria diventerà un nuovo esempio da emulare?

Il sovranismo è davvero la ricetta per affrontare i problemi che assumono una dimensione globale come la guerra, la crisi energetica, senza dimenticare la crisi climatica e la pandemia?

Le risposte a queste domande le avremo a partire dal 26 Settembre, se il popolo italiano, sovrano, deciderà di compiere questa scelta.

Se così sarà, passeremo da Mario Draghi, il capo del governo più europeista di tutti, a Giorgia Meloni che è bene ricordare, ha come responsabilità quella di aver votato in Europa contro i fondi del PNRR che così tanta speranza stanno dando al nostro Paese.