IL PATRIARCA KIRILL E PAPA FRANCESCO

Alvaro Bucci

18 Giugno 2022

“Il patriarca Kirill è un leader religioso, e nel pieno rispetto dei principi della libertà religiosa, il governo ungherese ha considerato inappropriato che l’Ue lo sanzionasse”. E’ quanto si legge in una nota del portavoce di Viktor Orban all’indomani dell’ultimo accordo raggiunto con l’Europa, nel corso di una riunione straordinaria degli ambasciatori dei Ventisette, a fine maggio in Lussemburgo, di escludere il patriarca ortodosso Kirill dalla lista nera Ue contro l’élite russa, come previsto nel sesto pacchetto di misure sanzionatorie Ue nei confronti della Russia. Un ultimo “ricatto” di Orban, dopo aver tenuto in ostaggio le sanzioni al petrolio per cinque settimane, prima di raggiungere il compromesso sul petrolio per l’approvazione definitiva del pacchetto di sanzioni.

Va rammentato che Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, è molto vicino a Vladimir Putin (il “chierichetto di Putin” secondo Papa Francesco) sostenendone appieno il regime. E ne ha giustificato anche l’invasione dell’Ucraina, benedicendo addirittura la guerra. Si tratta chiaramente di due poteri, quello politico e quello religioso, come assunti da Putin e da Kirill attualmente in Russia, che si sostengono a vicenda. E Kirill, in particolare, è talmente integrato nei cerimoniali di Putin, occupandone i primi posti, da dimenticare di operare e di esprimersi secondo il Vangelo. Tanto che Papa Francesco, nel corso di un colloquio in videoconferenza avuto con il Patriarca di Mosca, a pochi giorni dall’inizio della guerra in Ucraina, gli ha ricordato che, come pastori del popolo, “dobbiamo unirci nello sforzo di aiutare la pace, di aiutare chi soffre” e soprattutto che la Chiesa deve usare “il linguaggio di Gesù e non quello della politica”.

Mi sembra a questo punto di dover anche evidenziare la diversa visione che i due leader mostrano di avere del rapporto tra l’uomo e la terra, confrontata dal punto di vista biblico. Non v’è dubbio che la visione di Kirill, appiattita sulla politica espansionistica di Putin, in relazione al comando di Dio “siate numerosi sulla terra e dominatela”, rispecchia a mio avviso il significato del verbo dominare che potrebbe giustificare un dominio dispotico e sfrenato, come tale è l’invasione dell’Ucraina. Diversa appare invece la visione di  papa Francesco che, come spiega la stessa Genesi secondo cui “il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden perché lo coltivasse e lo custodisse” (cfr Gen 2.15), richiama continuamente il compito dell’uomo a rispettare la creazione, la terra, custodendola e coltivandola, mettendola al riparo da ogni sfruttamento, degrado, oltraggio e pretesa di proprietà assoluta. Chiara la sua posizione contro l’invasione dell’Ucraina e le conseguenti distruzioni e perdite di vite umane.