LA LINEA DEL PD SUL DDL ZAN

Si accende lo scontro tra le forze politiche sul ddl Zan: un parere richiesto al prof. Lino Prenna

8 Luglio 2021

la redazione di Agire Polis

 

Professore, come giudica la linea del PD in questo acceso dibattito sul ddl Zan?

Nella linea che Letta va esprimendo in questi giorni vedo un irrigidimento ideologico, preclusivo di ogni mediazione. Per scomodare Max Weber, si direbbe una linea ispirata all'etica della convinzione, di difesa dei principi, ammesso che di convinzione si tratti e non di condiscendenza all'ala più radicale del partito.

Dal cattolicesimo democratico noi abbiamo imparato che la politica è l'arte del possibile e che la mediazione è la virtù che la rende praticabile. In concreto, trattare con chi ha posizioni diverse sul ddl non vuol dire accettarle ma riconoscerne l’opinabilità e confrontarle per giungere ad una soluzione condivisa. In realtà Letta è preoccupato solo di marcare la distanza da Salvini e dirgli comunque di no più che dirci qual è la sua idea di partito. Sulla linea della mediazione si è posto Italia viva con il lodo Scalfarotto ma a Letta non sembrava vero poter dire di no a Renzi! Tra l'altro ha lasciato a Salvini il "merito" di aver "difeso il Vaticano", non avendo saputo cogliere che, come aveva commentato L'Osservatore Romano, la nota verbale della Santa Sede non metteva in discussione il merito del provvedimento ma auspicava "una diversa modulazione del disegno di legge".

Infine, il richiamo che Letta fa alle forze che approvarono il ddl alla Camera nel novembre del 2020 e che, perciò, sarebbero impegnate ad approvarlo ora al Senato, appare pretestuoso, perché è cambiata la maggioranza che sostiene il governo e non può ignorare che Salvini ne fa parte e Italia Viva stessa esprime una diversa legittimazione.