QUALE FUTURO PER LA SCUOLA?

Francesca Vagniluca

8 Agosto 2021

La scuola riapre a settembre, in presenza, tra incertezze e preoccupazioni.

Con il decreto sostegni-bis, il governo si è impegnato ad assumere tutti i docenti necessari per ricoprire da subito le cattedre che l'anno scorso sono rimaste vacanti per lunghi mesi.

Alcune scuole hanno segnalato al MIUR la necessità di dividere le classi, soprattutto le prime in ingresso, per un numero eccessivo di alunni. Il caso più eclatante: a Roma, la preside dell'IIS via Carlo Emery n. 97 (sulla Cassia), ha gettato un grido di allarme al ministero perché si ritroverebbe con una classe di ben cinquantuno alunni, di cui cinque con disabilità. Si attendono risposte certe e sostenibili!

I  nostri ragazzi hanno bisogno di riprendere le lezioni e tutte le attività connesse, in sicurezza e continuità; per farlo è necessario che tutto il personale scolastico si sottoponga alla vaccinazione.

I dati relativi alle ultime prove Invalsi evidenziano cali di apprendimento quantificabili tra il 30% e il 50%; gli anni della pandemia avranno una ricaduta negativa sulle competenze dei profili in uscita previsti da ogni indirizzo di studio. È opportuno intervenire tempestivamente e correggere il tiro, contrastando in primis, il "digital divide" che si è creato nella società.  Infatti, al netto del ritorno in presenza, la cosiddetta DID (didattica digitale integrata) è un supporto valido che non può essere disconosciuto soprattutto in vista dei nuovi approcci lavorativi.

La sfida educativa è saper integrare le diverse metodologie didattiche per arricchire la formazione dei giovani e combattere la crescente dispersione scolastica.