MANIFESTO / CATTOLICI DEMOCRATICI ED ELEZIONI

Agire politicamente 

Ci riconosciamo nella tradizione cattolico democratica, una significativa tradizione civile e politica (da Sturzo a Lazzati, a Dossetti, a Moro….) che ha segnato la storia del nostro Paese.

Consideriamo molto importante la politica, il luogo in cui ciascuno può pensare e soprattutto promuovere il proprio progetto per la persona, la società, l’economia, le istituzioni.

Nella logica bipolare nella quale ci muoviamo, guardiamo realisticamente alle prossime elezioni e riteniamo doveroso interrogarci sulla posta in gioco.

La politica è ascolto, confronto, libera ricerca del consenso, e il sistema democratico esige la distinzione dei poteri e una dialettica costruttiva: non possiamo accettare, perciò, la scelta di un centro destra dove è preponderante l’onnipotenza del capo-padrone, un discusso uomo d’affari sciolto dai controlli normalmente esercitati dalle formazioni politiche organizzate democraticamente, che concentra nella sua persona una quantità disparata di poteri eterogenei.

Quando l’affare, i grandi affari privati si intrecciano fittamente con l’istituzione e l’amministrazione pubblica, anche le libertà personali ne soffrono. Il conflitto d’interessi, inevitabilmente, comporta un uso interessato della funzione pubblica e una conseguente ridotta sensibilità per le autonomie e le libertà personali: di fronte all’urgenza di un grande affare cui piegare la pubblica istituzione e la collettività, cosa mai potrà valere il rispetto delle persone e dello loro opinioni?

Del resto, il centro destra, nelle sue scelte parlamentari, si è sempre mostrato assai poco sensibile alla definizione di garanzie giuridiche nei confronti di libertà economiche diffuse, preferendo che nel mercato continui il vuoto delle regole che, di fatto, consente ai grandi già arrivati di innalzare barriere nei confronti dei più piccoli.

Vogliamo reagire contro la "mistica" del mercato: il mercato è una forma importante dell'agire umano che, però, non esaurisce nemmeno la stessa sfera economica in cui c’è il profit ma anche in non profit, il commercio equo e solidale, il finanziamento etico, la necessaria ridefinizione dei rapporti fra Nord e Sud del mondo, un modello di sviluppo che non sia distruttivo della natura e che sappia salvaguardare i rapporti fra le persone.

D'altra parte, lo sanno tutti che ci sono beni "fuori mercato", servizi "che non si possono pagare al loro costo + un ragionevole profitto" (sanità, previdenza, assistenza, ecc…). Qui non si scherza: assetti privatistici governati dalle regole della profittabilità sono destinati o a ridurre il servizio (abbassando i costi) o a renderlo accessibile (alzando i prezzi) solo a quote minoritarie della popolazione.

Ciononostante, lo statalismo che abbiamo conosciuto ha ancora bisogno di corpose correzioni, ma non a vantaggio di ristrette "cricche" pubblico-private o lobbystiche: lo Stato deve rappresentare la garanzia di eguaglianza di tutti i cittadini e del rispetto dei diritti di ciascuno.

Il nostro Paese ha certamente bisogno di rimodellare lo Stato sociale e di promuovere una società solidale: crea sconcerto che a realizzare la riforma possa essere un centro destra così prossimo agli "affari", agli affari di un capitalismo senza regole, fiducioso solo nelle dinamiche di mercato, ma anche, vorremmo sottolineare, di una borghesia produttiva sprovvista di una cultura che sappia vedere oltre i limiti dell’utilitarismo.

Vogliamo, nella certezza della legge, una società tollerante e ospitale: è culturalmente molto pericolosa l’ostentata ricerca – più evidente nella Lega - di radici fondative in valori etnico-tradizionali di società chiuse e l’odio seminato verso tutti i diversi: le società chiuse ed escludenti sono quelle destinate a scomparire; la nostra civiltà si è invece sviluppata, nel divenire della storia, attraverso un mirabile incontro di tutte le civiltà mediterranee ed europee e, d’altra parte, ciascuno di noi non è forse una novità irripetibile rispetto a tutti gli altri?

Siamo convinti che una attenzione vera e non strumentale ed interessata ad alcuni valori essenziali a partire dalla centralità della persona – quali la vita, la famiglia, l’educazione ecc. – trovi le condizioni di accoglienza e di risposta positiva in un contesto politico di effettivo sviluppo del sistema democratico e della partecipazione e in una dinamica sociale orientata alla solidarietà; come credenti e democratici ci dispiacerebbe moltissimo che l’annuncio al quale ci ispiriamo venisse ridotto ad alcune rivendicazioni legittime ma parziali e alla salvaguardia di motivi tradizionali d’ordine.

Siamo convinti che l’impegno politico deve essere fondato e accompagnato da un preciso impegno di confronto critico, di dialogo culturale sulle prospettive di sviluppo, sul futuro della nostra società: vogliamo evitare che il nostro Paese si omologhi alle culture dell’individualismo e dell’utilitarismo, largamente diffuse dalla commercializzazione e dalla banalizzazione della vita cui ci stanno abituando le TV private e, per emulazione, le stesse TV pubbliche.

Ci rendiamo conto che nell’area di centro sinistra non ci sono solo luci e che vi si trovano culture e pratiche non tutte e sempre condivisibili: con il confronto e il dialogo possiamo e vogliamo contribuire a farle evolvere; nell’Ulivo, un contesto popolare che contiene le diseguaglianze vecchie e moderne del censo e della condizione sociale, sono garantiti pluralità e confronto, vediamo spazi per la partecipazione, per una dialettica costruttiva, per costruire una comune progettazione pur nel rispetto della varietà delle matrici culturali.

Nell’Ulivo, insomma, possiamo trovare lo spazio per respirare e per continuare ad esistere.

E' per queste convinzioni che voteremo e invitiamo a votare Ulivo.

Francesca Accorsi / Pietro Aceto / Giuliano Ansaloni / Augusto Baietti / Giuliana e Arnaldo Baldacci / Maria Cristina Baldacci / Federico Bellotti / Daniele Benini / Lanfranco Beretta / Daniele Bertozzo / Francesco Bianchi / Teresa e Claudio Bignami / Giuseppe Billi / Mauro Bosi / Pier Carlo Brunelli / Marco Calandrino / Alberto Caldana / Giovanni Calori / Giovanni Calzoni / Monica Campagnoli / Giorgio Campanini / Antonino Capodieci / Luciano Catalano / Domenico Cella / Giulia Cella / Vittorio Chieregato / Cesare Conti / Nando Conti / Francesco Crovetti / Ruggero Davolio Marani / Giorgio Degli Esposti / Graziano Del Rio / Alessandra Deoriti / Luciano Draghetti / Silvia Federici Gazza / Matteo Festi / Gaetano Finelli / Marco Fiorentini / Pietro Fortuzzi / Amelia Frascaroli / Gerardo Garuti / Giuseppe Gervasio / Pier Giorgio Grassi / Giorgio Grillini / Marta Gualandi / Mariele Guerresi / Giuseppe Guidi / Antonio Laghi / Roberto Landini / Michele La Rosa / Giancarlo Lenzi / Carlo Lesi / Loris Luppi / Alessandro Medici / Gabriele Mezzetti / Mario Micheletti / Pier Giorgio Maiardi / Anna Majani / Domenico Manaresi / Matteo Manzoni / Giovanni Maroni / Umberto Mattioli / Margherita Mazzanti / Alessandro Medici / Serena e Saverio Melega / Eugenio Melotti / Roberto Mignani / Adriano Minelli / Maria Cristina Minghelli / Gianluca Mingozzi / Celestino Modelli / Carlo Monti / Anna Moser / Andrea Nadalini / Michele Nadalini / Giampaolo Nascetti / Paolo Natali / Pietro Nicoletti / Mario Nironi / Stefano Orlandi / Marcello Ottani / Luigi Paganelli / Paolo Pallotti / Augusto Palmonari / Nicola Palumbi / Fabio e Donata Pantaleoni / Angelo Paruolo / Luigi Pedrazzi / Claudio Peghetti / Fernando Perrone / Tommaso Petrella / Enrica Pietra / Fosca Prodi / Piero Proni / Gianluca Righetti / Stefano Rondelli / Giuseppe Rossi / Riccardo Rossi / Roberto Rossini / Marta e Arturo Salomoni / Giorgio Serra / Cristina Sesti / Leonello Solini / Giampaolo Spettoli / Ubaldo Spina / Stefano Stanghellini / Enzio Strada / Noemi Tommasini / Edmondo Trionfini / Giorgio Tufariello / Sandro Turrini / Stefano Ventura / Roberto Volta / Vincenzo Zacchiroli / Cristiana e Alberto Zucchero.