Per un manichino velato si può delirare

Giovanni Pizzi

Bologna, 20 Giugno 2022

Al gay pride di Cremona dello scorso 4 Giugno hanno esagerato! Nasce l’invito ad aderire ad una protesta da indirizzare all’autorità che ha autorizzato la manifestazione; mi giunge l’invito a sottoscriverla. Forse anni fa avrei aderito; oggi, a chi mi ha informato, mi sono sentito di rispondere in modo più articolato.

L’aspetto contestato di tale manifestazione non è difendibile e avrebbe dovuto essere preventivamente evitato da parte dei promotori. Promotori che avrebbero buoni motivi di evitare eccessi non rispettosi di tante persone che pur cercano di conciliare i propri principi con una possibile visione di rispetto delle richieste di disponibilità all’accettazione di quanti non si sentono di rientrare nello schema binario della sessualità. Credo infatti che le parole di Gesù, in Matteo 19,12, ci mettano sotto gli occhi una complessità di situazioni sulle quali non abbiamo sufficientemente riflettuto.

Ecco, il gesto è riprovevole, certo; non mi sento però di attribuire delle responsabilità al sindaco: questo sarebbe il rimprovero che - forse strumentalmente - chi invita alla firma vorrebbe indirizzare al sindaco. Un sindaco può e deve autorizzare le manifestazioni che legittimamente sorgono dalle richieste dei corpi sociali - e questo probabilmente è accaduto -; potrà poi prendere le opportune distanze rispetto agli eccessi intercorsi - e vorrei pensare che ciò sia avvenuto.

D’altra parte, un velo azzurro posto su un manichino o un rosario impropriamente maneggiato in un discorso politico, sono entrambe manifestazioni assolutamente improprie e dalle quali prendere quelle distanze che gli atti in sé richiederebbero.