Il degrado economico e culturale del Governo “del FARE”

Crispiano 15.4.2011

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Coordinatore per la Puglia Associazione Agire Politicamente e fondatore PD


In attesa del voto di sfiducia alla Camera dei deputati del 14 dicembre scorso, il nostro Presidente del Consiglio aveva rilasciato una breve dichiarazione, dicendo: <questo governo, in due anni e mezzo ha realizzato cose straordinarie: ha tenuto i conti a posto senza mettere mai, dico mai, le mani nelle tasche degli italiani>.

Intanto Berlusconi non smette di far passare per verità la bugia. Annuncia che questo governo, in due anni e mezzo ha realizzato cose straordinarie:

  1. …Ha tenuto i conti a posto. Non è vero! Il debito pubblico è daccapo cresciuto ed è arrivato al 120%. Molto diverso invece con il Governo Prodi, con Paoda Schioppa, ministro dell’Economia e del Tesoro recentemente scomparso cui va tutto il nostro ricordo, stima e ammirazione. [Uno dei servi dello Stato più apprezzati a livello internazionale, come ha avuto modo di definirlo nell’aula magna della Bocconi, lo scorso 1° febbraio, il presidente della repubblica Giorgio Napolitano; il quale, nel ricordarlo insieme con autorevoli esponenti della politica e dell’economia europea e americana, ha detto: << uomo dal tratto umano e intellettuale che pare l’ennesimo invito alla moderazione>>, al quale confronto diversi inconcludenti personaggi che oggi ci governano impallidiscono. In soli due anni, nel 2008, aveva fatto scendere a 103 % il debito (l’Italia paga 6 miliardi di euro di interessi sul debito pubblico ogni trenta giorni), rispetto al 114 % del 2006 sempre di Berlusconi, con l’allegra gestione del ministro Tremonti, coperto dalla Lega Nord (ricordo che Tremonti, per le numerose proteste provenienti da ampi settori della società e da Fini, era stato costretto a dimettersi). Il deficit di bilancio (cioè il rapporto tra spesa pubblica e ricchezza prodotta), con Prodi era sceso al 1,3 % del PIL (non deve superare il 3 %, secondo quanto stabilito dall’UE, dagli accordi per far parte della moneta unica euro); alla fine del 2010, l’annuncio è proprio di qualche mese fa, è ancora risalito al 5,1 % e nel 2011 è stimato al 5,4 %. Nel ricordare Paoda Schioppa, Prodi ha detto: <<aveva dato risultati straordinari, con una vigorosa riduzione del deficit, attraverso la quale si passa dal 4,2% del 2005 (Governo Berlusconi), soglia che aveva sottoposto l’Italia a procedura d’infrazione per disavanzi eccessivi, all’1,9% del 2007>>.
  2. Senza mettere mai, dico mai, le mani nelle tasche degli italiani. Questa è una grande ipocrisia; sta facendo credere chi sa che cosa, mentre non fa altro che:
  • prelevare da tutti allo stesso modo;
  • non toccare le super rendite infruttuose, non dei piccoli azionisti risparmiatori, ma dei grandi gruppi finanziari e bancari possessori delle quote maggiori di azioni delle grandi imprese multinazionali. In questo il suo conflitto di interessi è grande come una casa; basterebbe questo per l’incompatibilità di stare a capo del governo del paese;
  • bloccando i salari del pubblico impiego; tagliando drasticamente i fondi alla scuola, all’università e alla ricerca scientifica (che sono alla base di una società progredita e avanzata), alle Regioni e ai Comuni; ha fatto salire, inevitabilmente, il costo dei servizi che gli Enti locali erogano ai cittadini [aumento IRPEF regionale e comunale]. Ha depresso la scuola che è avviata ad un deprezzamento dal punto di vista della formazione integrale della persona: altro che “riforma epocale”;
  • far crescere la disoccupazione; far chiudere diverse imprese; ridurre la sicurezza dei cittadini e far inceppare il funzionamento del sistema giudiziario.

Con questo governo, lo Stato ha abbassato la guardia sul controllo e il prelievo contributivo, favorendo indirettamente l’evasione fiscale diffusa e l’esportazione all’estero di capitali.

Quest’Italia di Berlusconi e Bossi vive nel provincialismo; è l’Italietta di cui non eravamo in parte più a conoscenza; che vive e continuare a coltivare la dimensione delle corporazioni, degli egoismi. E’ un’Italia che non vuole crescere e stare in Europa, stare in gruppo; dove si esercitano le virtù di responsabilità civile e sociale e se ne ridistribuiscono i benefici.

Il nostro paese sta cadendo sempre più in basso, nelle mani degli interessi più “forti”, verso il liberismo imperante.Viene meno la coesione sociale, il sostegno alle fasce più deboli e disagiate; anche la scuola, per questo governo, perderà la finalità di solidarietà, di uguaglianza e di pari opportunità, che ha formato un popolo, ha fatto crescere e unificato una nazione (art. 3 della Costituzione).