Apostolato

Vincenzo Ortolina

Coordinatore di Agire Politicamente per la Lombardia

5 gennaio 2010

« L'Avvenire si deve sempre leggere, per un credente, con attenzione e considerazione. Il suo è un monito di cui tenere conto, ed è anche condivisibile », si è affrettato a dire il buon Casini, qualche settimana fa, dopo l’intervento del direttore del quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, il quale ha sostanzialmente, seppur indirettamente, fatto capire che il “matrimonio” tra il leader UDC e il “laicista” Fini non si ha da fare. E, a sostegno del giudizio del quotidiano cattolico, è subito arrivato il commento del “neo-teologo” Maurizio Gasparri, che ha dato appuntamento ai “centristi cattolici” sulla legge sul testamento biologico. Discutibile (a dir poco) arma di scambio, che sarà forse giocata davvero, al momento opportuno (dunque a breve), dal centrodestra, soltanto per provare a “comprare” anche i voti dell’Unione di Centro, indispensabili per la sopravvivenza di Berlusconi & Company.

Sul tema, da cattolico, trovo francamente un poco sgradevole la stessa proposta della Binetti di istituire la “giornata degli stati neurovegetativi” proprio nel giorno che ricorda l’”addio” di Eluana Englaro, occasione che sarà sfruttata inevitabilmente dalla “cattolicissima” maggioranza che ci governa (fatta in realtà, prevalentemente, di “atei devoti”) per dimostrare che nel paese esiste un partito “pro vita” (il loro) e uno (quello degli altri, la sinistra) favorevole alla morte, all’eutanasia, magari anche attiva. Non importa se costoro stanno sbagliando, dal punto di vista elettorale, i calcoli, essendo prevedibilmente scontato, io credo, quale sarebbe, nell’Italia “secolarizzata” di oggi, l’esito di un eventuale referendum che chiedesse ai cittadini se sono favorevoli o meno, nella parte estrema della loro vita, all’accanimento terapeutico, e se condividono l’obiettivo di dare ai malati un maggiore controllo sulle cure che ricevono. Perché tale è la questione in gioco, a me pare, al di là delle strumentalizzazioni. Conquistare dunque l’UDC sui temi etici - tra cui, appunto, il fine vita - è l’aspirazione del centrodestra (Bossi, probabilmente, a parte). Che si crede, così, in piena sintonia con la gerarchia cattolica. Un vanto discutibile, se si considera quanto ha scritto ultimamente, sul “Corriere”, Alberto Melloni: « ... dagli anni del fascismo, la Chiesa ha imparato ad appoggiare uomini che disprezza nell’illusione di avere in cambio garanzie di carattere morale ».

Illusione doppia, viene da dire, nell’era berlusconiana, pur a prescindere da ogni valutazione su quale possa essere il personale concetto di “morale” dell’attuale capo del governo. Il dichiarato compiacimento, anzi, il “plateale sollievo” (definizione del citato giornalista) dei vertici ecclesiastici per il recente, scampato pericolo da parte del governo Berlusconi, ha suscitato sconcerto in una parte non irrilevante della “base” cattolica. E non si tratta, sia chiaro, di soggetti del tipo “cattolici del dissenso”, o di nostalgici della “teologia della liberazione” degli anni “60. Anche perché non c’è in ballo alcuna verità teologica, in materia, a me sembra. Magari, più semplicemente, è gente che ama leggere tuttora “Famiglia cristiana”, nonostante qualche appello al boicottaggio di talune componenti integraliste del mondo cattolico. E che considera si debbano forse ritenere “irrinunciabili”, per un cristiano, anche le scelte solidaristiche, l’attenzione - non solo compassionevole - ai deboli e agli emarginati, agli immigrati, eccetera. Valori, anche questi, nuovamente enunciati, del resto, nell’ultima settimana sociale, a Reggio Calabria. Staccare (con qualsiasi mezzo) l’UDC e i cattolici FLI dal presidente della Camera, soffocando il “terzo polo” nella culla, è dunque l’obiettivo fondamentale, in primis, dell’Unto del Signore che è a capo dell’esecutivo, naturalmente. Il quale, nelle ultime ore ha di fatto ribadito (urbi et orbi?), ovviamente con parole diverse da queste mie, che a Lui è assegnata la missione di resistere, al governo, per il bene del Paese (o dell’umanità?). Così vogliono (queste sono davvero parole sue, all’incirca) santa, romana Chiesa, appunto, e il mondo confindustriale. E soltanto i comunisti (tra i quali il sottoscritto, pur da sempre “democristiano”?), sempre vivi, sempre in agguato, sempre mistificatori (giusto come Satana?) tentano pervicacemente, sobillati dai giudici, di opporsi a quest’opera meritoria di apostolato del premier.

Oh Gesù!