Riabilitare la politica, darle priorità severe e forti

UN IMPEGNO DA CREDENTI AL SERVIZIO DELL’UOMO

Giorgio Campanini 

Alte grida si sono levate un poco ovunque, e non a torto, per la cervellotica decisione di una Corte europea che ha considerato discriminatoria, e dunque intollerabile, la presenza dell’immagine del Crocifisso sui muri delle aule scolastiche. Legittima e giustificata la reazione a una decisione a un tempo miope e non rispettosa delle tradizioni dei vari popoli.

Sorprende tuttavia, e sgomenta, la canea che a pochi giorni di distanza da quelle prese di posizione – e proprio da parte di coloro che ne erano stati i più severi critici – si è levata contro un Arcivescovo che puramente e semplicemente richiama al dovere cristiano dell’accoglienza, dell’ospitalità, della solidarietà con i poveri del mondo, con i tanti ' crocifissi' che vagano nelle nostre strade (ed ancor più con l’immensa, seppur lontana, moltitudine di coloro che nel mondo attendono ancora oggi una giustizia invano attesa da millenni, in un mondo nel quale non è ancora penetrato in profondità il lievitatore messaggio di Cristo).

Evidentemente questi critici hanno poca familiarità con le Scritture, che pure sono alla base della fede cristiana e senza le quali – con la narrazione del mistero del Dio che si fa uomo – la stessa immagine del Crocifisso sarebbe priva di senso. Nessuno di costoro ha probabilmente mai letto le parole dell’apostolo Giacomo: « Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo » ( Lettera di Giacomo 1, 27). Quali siano i nuovi ' orfani' e le nuove ' vedove' dell’opulenta società dei consumi è ciò che i cristiani del nostro tempo sono sollecitati a scoprire.

Separare l’amore di Dio dall’amore del prossimo significa rinnegare l’essenza profonda del cristianesimo e scindere ciò che invece dovrebbe essere inscindibilmente unito: il culto reso a Dio nei templi e il culto reso a Dio sui percorsi degli uomini; l’uno e l’altro stanno insieme e non possono essere separati se non a prezzo di trasformare il messaggio evangelico in una sorta di caricatura.

Dietro questa ovvia constatazione sta tuttavia un’inquietante domanda, insieme 'religiosa' e 'politica'. Noi sappiamo da dove vengono i crocifissi dei muri, ma non da dove vengano i crocifissi delle strade. Come mai, in Italia e in vastissime aree del mondo (e qui in misura crescente, ed intollerabile) tante ingiustizie, tanti abbandoni, tante solitudini? Colmare i vuoti dei muri è abbastanza facile, perché non mancheranno presumibilmente mai gli artigiani disposti a fare questo lavoro; ma colmare i vuoti delle strade è più difficile, più oneroso, più impegnativo. Non a caso la Caritas in veritate sollecita la comunità cristiana a ripensare in profondità il modello di sviluppo dell’Occidente e, in generale, il rapporto fra economia, politica, giustizia. Sta qui il senso profondo della necessaria riabilitazione della politica, come severo ed esigente impegno a servizio dell’uomo. Saranno gli uomini e le donne della politica – con le loro scelte, con le loro scale di priorità, con la loro tenacia nella lotta alle vecchie e nuove povertà – a decidere, alla fine, se continuerà, o cesserà, lo scandalo di un Crocifisso onorato a intermittenza sui muri e troppo spesso disprezzato sulle strade.

Avvenire 19/12/09