una cronaca di Enrico Artioli

Per una rete tra cattolici e democratici

Enrico Artioli


Guido Formigoni

(vedi Guido Formigoni: Il cattolicesimo democratico. Una risorsa per il Paese e per la Chiesa)

 Nicoletti Michele

“Centralità della questione democratica”

La Lega democratica (originariamente Lega dei Cattolici Democratici) è stata una grande palestra di confronto e dibattito politico.

Oggi si registra una grossa difficoltà a vivere in orizzonti plurali, ognuno tende a costruirsi un suo piccolo orizzonte dove vige il pensiero unico... era proprio la diversità (come nella Lga democratica) che generava le idee migliori.

1 Sfida internazionale ed europea

La democrazia è messa alla prova dai cambiamenti di globalizzazione, questioni finanziarie e del debito, questioni economiche, questioni culturali (col rischio omologazione), questione antropologica (coi fenomeni migratori). Questi fenomeni sono minacce ma anche straordinarie opportunità e sono dinamiche che, per dire il vero, abbiamo promosso noi stessi, tramite l'avvallo all'apertura dei mercati, delle università ad un orizzonte internazionale. Non sono quindi solo minacce ma obiettivi perseguiti intenzionalmente.

A livello internazionale il tasso di democraticità è basso, il controllo della finanza manca. Occorre empowerment (rafforzamento) per stare su un orizzonte globale, tema serissimo soprattutto per noi italiani. Le istituzioni europee pur elette democraticamente, non godono di sufficiente prestigio e riconoscimento. OCCORRE RINFORZARLE e sostenerle.

Occorre poi chiarire cosa intendiamo per “popolo”, cosa è il “popolo italiano” a cui la Costituzione affida il potere, ogni democrazia lo fa. Lincoln “poter del popolo, per il popolo, con il popolo” ~

Spesso la tecnica e la tecnocrazia pongono limiti che riducono i margini di manovra per la Politica. La Politica italiana non ha autorevolezza, basti vedere la differenza tra Berlusconi e Monti, ora all'Italia è riassegnato un ruolo significativo non solo per sé, ma per l'Europa tutta. In altri ambiti (teatro, impresa, ricerca, …) l'Italia ha fatto passi avanti, nella Politica no. Nuovi Paesi si sono affacciati prepotentemente sulla cena internazionale non solo i BRIC.

In questa situazione c'è un grosso ruolo dei cattolici democratici.

2 Cambiamenti in atto

C'è una grande sfida che deriva dalle trasformazioni dell'economia e della società con disuguaglianze spesso insopportabili rispetto ad altre realtà, come la Germania: disuguaglianze tra giovani e anziani, generazioni presenti e future, uomini e donne, autoctoni e immigrati, poveri e ricchi...

C'è un invito esplicito di Benedetto XVI a rivedere il modello di sviluppo, ripensando cosa è avvenuto nel capitalismo moderno (Weber: consumo delle energie spirituali).

Si registra una serie di veti sterili tra ambiti e ipotesi diverse che non cercano di parlarsi e confrontarsi: solo col contributo di tutti si può uscire dalla crisi. Occorre un approccio non materialista né consumista (cfr. referendum acqua)

3 Sfida dei diritti

Il ventennio conclusosi (speriamo) ha fatto fare grandi passi indietro.

Occorre grande attenzione al cambiamento che è avvenuto nel centro sinistra, è avvenuta infatti una straordinaria rivoluzione con l'acquisizione consolidata della “centralità della persona”, come avvenne nella Costituzione, come fine in sé non asservibile a nessuno altro scopo. Fra i diritti acquisiti: la libertà personale, libertà del corpo (bambini, donne, …) unito all'anima, libertà dello spirito (delle religioni, della ricerca, dell'informazione, delle relazioni sociali, … E' una vittoria della nostra ispirazione personalista e pluralista, che trova conforto nella Costituzione in particolare nel riconoscimento dei corpi sociali intermedi.

4 Costruzione di una democrazia governante

C'è un tema di democrazia partecipativa e democrazia diretta, di formazione della classe dirigente, per affrontare la situazione esistente (criminalità, interessi privati, conflitti di interessi, legge elettorale sconfessata, …).

Di fronte a questa situazione , che fare?

1 Cultura politica: alla base della rete.

C'è un arretramento a tutti i livelli di una cultura democratica: in particolare c'è un sospetto che accompagna l'idea dell'auto-governo, visto come spreco e inefficienza.

Oggi il cattolicesimo dovrebbe essere, più che democratico o liberale, “repubblicano”, per cui la democrazia non è solo uno strumento, ma una “forma di vita” (i greci sapevano che un despota illuminato avrebbe aumentato il loro benessere, ma non lo vollero perché ne andava della loro dignità di uomini).

Occorre la formazione di vere e proprie professionalità politiche, la costruzione di una vera classe dirigente come fecero FUCI, MEIC, …

2 Assetto politico della democrazia italiana

Occorre arrivare a una sana democrazia dell'alternanza. (Ruffilli, Moro, …). Occorre un ricambio: se uno fa male diamo una chance agli altri. Non si può dire di essere in Europa senza accettare il modello europeo di democrazia dell'alternanza.

Passata l'anomalia berlusconiana, le “famiglie politiche” si riformeranno e i cattolici democratici dovranno trovare il loro posto, partendo dalle differenze che li caratterizzano rispetto ad altri. C'è il fatto importante che il mondo del centro sinistra ha trovato una sua definizione al di là dell'orizzonte del socialismo (che la Chiesa ha sempre visto come nemico). E' un evento straordinario di cui la Chiesa dovrebbe prendere atto pena commettere un gravissimo errore storico.

3 I partiti

Il governo di oggi non è espressione di un partito, come accade negli altri paesi democratici. Perché la responsabilità politica è sempre collettiva. Il rischio di un approccio “tecnico” è che si dissolva la responsabilità politica.

Come fare i nuovi partiti? Come passare da un partito-chiesa ad altro? Non si può pensare a un rapporto diretto tra leader e i “soci”, un partito è un'associazione che vive di sua vita, ma di una vita che va ricostruita e alimentata. Il leaderismo illude che si possa governare, alla lunga non regge.

Perché i partiti pur, con questa legge elettorale, non hanno costituito un governo “politico”?

4 La Chiesa

C'è un primo livello della comunità ecclesiale che deve essere capace di contenere la pluralità di opzioni politiche e mettere al centro la Parola di Dio (unica che salva) e l'Eucaristia piuttosto che altri temi. Tornare a “Bibbia e giornale”, a un senso della storia governata dalla provvidenza.

Occorrono centri di ricerca teologici: (come in Germania dove il livello della politica di ispirazione cristiana è molto più alto che da noi); occorre far dialogare la politica col diritto, con l'economia...

Occorre un raccordo tra credenti che hanno grandi opzioni comuni pur di diversa estrazione e tenere vivo il nostro patrimonio (sindacato, partiti, associazioni, …)

I partiti siano aperti alle istanze delle comunità ecclesiali. Occorrono credenti che dentro ai partiti siano attenti alle storie degli altri, non solo rivendicare posti per sé sulla base della identità. Occorre interesse e passione per la storia degli altri, dell'Umanità. Abbiamo moltissimo da imparare dagli altri. La condizione di “disagio”, spesso denunciata, è per certi aspetti “naturale” per un credente mandato in mezzo ai lupi. Questo potrebbe far riviver e il cattolicesimo democratico che se invece restasse chiuso in sé, finirebbe per appassire.

Dibattito

Paola Gaiotti (ex presidente ACI)

“Che rete costruire?”

Non sono alla ricerca di uno spazio per i cattolici, noi stiamo in mezzo agli altri.

C'è invece un'urgenza conclamata e visibile di un laicato cristiano, che sappia esprimersi sullo stato della Chiesa nel rapporto tra “gestione delle istituzioni” e “profezia”, ...

Compito specifico come cattolici è quello di contribuire con una presenza equilibrata a favorire un modo di essere Chiesa che superi la grave crisi di immagine che la stessa Chiesa ha oggi (“Salviamo la Chiesa”). Stride al confronto il ricordo di tutto il fermento che animò il Concilio. Non illudiamoci di superare il disagio con l'uso ripetuto di messaggi mediatici.

Occorre costruire luoghi e strutture che “obblighino” la gerarchia ad ascoltare i laici.

Il disagio maggiore è quello che si ha in politica. Anche il timido cambiamento che si registra pare più dovuto agli eventi che ad atti intenzionali.

Occorre una “Politica ecclesiastica” (Scoppola) vera, non di parte. E' bene che la Chiesa abbia partecipato al 150° dell'Unità d'Italia accettando così il giudizio di Paolo VI. E' stato un peccato la condanna delle 5 tesi di Rosmini, ma ancor più l'occasione per un risorgimento spirituale di un popolo.

Occorre un nuovo ruolo della Chiesa nei confronti della Politica: ruolo non contrattuale della Chiesa, ma di illuminazione delle coscienze.

Lino Prenna (“Agire Politicamente”)

Non copriamo l'intero movimento dei cattolici in Politica, occorre perimetrare un confine.

Distinguiamo l'azione politica da quella cattolica.

Ribadiamo l'autonoma responsabilità dei laici nei confronti della gerarchia

Occorre definire la questione democratica! La questione cattolica coincide con quella democratica, democrazia non solo quindi come procedura, ma come vita. La democrazia deve diventare il costume dei cattolici in Politica.

Rapporti con la gerarchia: è in atto un processo di convergenza al centro politico di cui la gerarchia si è intestata la titolarità (Todi), noi non siamo d'accordo: occorre dirlo, esistono dei cattolici che vedono in modo diverso l'aggregazione e la presenza dei cattolici in politica.

L'insistenza di Bagnasco sui “Principi non negoziabili” e le ultime posizioni, con la sua partecipazione alla scuola di Quagliarello, uccidono la mediazione (con “alcuni” principi non negoziabili). Il tratto tipico del cattolico democratico è invece proprio la sua cultura della mediazione e non di affermazione identitaria, in un Paese lacerato da diviso: è la capacità di unire e mettere insieme.

Pierluigi Sorti (PD e “Democratici davvero”)

La triade dei poteri di Montesquieu è superata da poteri reali: forze economiche e politiche (partito unico). La nostra Costituzione dice che i sindacati devono costituirsi democraticamente, ma ciò non è avvenuto. Occorre insistere sui temi del lavoro, in riferimento alla Costituzione

Art. 46 i lavoratori non partecipano alla gestione dell'impresa.

Art. 49 inattuato

Manca in Italia il “Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro” che è un organismo costituzionale che non è stato costituito e che sarebbe fondamentale per esprimere pareri e consuilenze su temi delicatissimi. Se no ha ragione Berlusconi a dire che anche la prima parte della Costituzione è desueta.

Ferruccio Marzano (economista)

Occorre riscoprire la “democrazia economica”. Ci sono esperienze straniere (public companies = azionariato diffuso in UK che Fanfani tentò di fare in Italia).

Luciano Scaffa

Dopo 15 anni di ossequio al berlusconismo, “improvvisamente” la Chiesa comincia a segnalare il suo dissenso verso questa cultura E noi credenti siamo stati in grandi ambasce per una sorta di esclusione ed emarginazione, sarebbe molto interessante capire perché oggi c'è questo diverso atteggiamento.

Le associazioni sono chiamate a non fare esegesi storica, ma a vivere nella agorà dell'oggi. Noi non siamo d'accordo con la prospettiva di scaricamento di Berlusconi per fare un aggregazione al centro di cattolici moderati.

L'idea di “pre-politico” suppone che si possano controllare i processi di aggregazione dei giovani e fare scuole di pre-politica, ma questa è una sciocchezza: abbiamo sempre insegnato che le dinamiche dell'azione diventano apprendimento solo se corrispondono a una richiesta emotiva. Non sono scuole pre-matrimoniali! La vita dei giovani è vita: non è un pre- o un post-, la Politica si apprende facendola, nella lotta, nella vita e si arriva allo studio e alla formazione perché si vuole contare, perché si vuole trattare e spiegare cose che non si sanno.

Salvatore Vento

Perché un'egemonia così lunga del berlusconismo? E perché i cattolici non sono stati in grado di opporvisi?

Angelo Bertani

Sono qui per un confronto tra amici sulla triste situazione del Paese con lo sconforto che si diffonde con venature anche preoccupanti di cattiveria.

Nella Lega democratica si insisteva molto sulla cultura dell'intesa, cultura che ci interpella come cattolico democratici, come esperienza storica di conciliazione tra i valori del Vangelo e quelli della storia (libertà, democrazia, mondializzazione, scienza, …), il rapporto fede e storia che ci interpella.

All'indomani di Todi, occorre creare un circuito di dialogo non solo di trasmissione dal vertice alla base. Questo è il nostro ruolo. Occorre tenere unite elaborazione e comunicazione, perché sono indistinguibili, occorre confrontarsi sulla realtà e maturare via via ipotesi di intervento, in un processo continuo. Come mettere a frutto questa esperienza, come coinvolgere le nuove generazioni nelle grandi sfide: è un problema cruciale.

Dossetti sosteneva che c'è una connessione stretta tra la renovatio ecclesiae e la renovatio civitatis. I grandi numeri, le grandi adunate non necessariamente individuano strade nuove. La Chiesa in crisi cerca di pesare nella politica tramite accordi di potere e non di formazione delle coscienze. Ci sono molte iniziative e riviste nel mondo cattolico, segno di una vitalità molto alta al di là dei documenti ufficiali.

Internet è fondamentale, ma un giornale cartaceo potrebbe collegare le varie riviste che ci sono, tramite loro estratti e spunti di riflessione.

Salvatore Rizza

Un convitato di pietra è la gerarchia ecclesiale. Essa si è sostituita ai politici nell'intrattenere il rapporto col potere (Ruini), con un'invasione di campo che ha svuotato di energia l'azione stessa dei cattolici democratici. Ci sono anche i clerico-moderati che militano in partiti diversi. Occorre assumere atteggiamenti per educare la gerarchia a rispettare l'ambito del laicato (problema prevalentemente italiano). C'è stato il Concilio Vaticano II che ha parlato chiaro.

Graziella Alfieri

Tema serio della mediazione: Prenna ha coraggio in questi tempi. La mediazione è centrale perché consente di tenere alto il tasso di democraticità che si è abbassato drasticamente negli ultimi anni.

Siamo in un'epoca di profondi cambiamenti antropologici e culturali. Che incide molto nei giovani e nell'uso di sé e del proprio corpo: si è diffusa un'idea di libertà come assenza di vincoli (basti pensare alle varie “dipendenze”, …)

Occorre ancorare la libertà a valori trascendenti senza per questo passare dai “valori non negoziabili”. C'è un errore di fondo che punta a imporre principi etici dall'alto.

Noi cattolici dovremmo essere presenti nella scuola, negli ospedali, …

E' doveroso dare atto a Prenna del suo coraggio e della sua passione civile,

Spero che la rete che deve nascere possa essere incisiva.

Nino L'Abate

E' un sogno trovarsi qui insieme.

Temo che ci siano incomprensioni sulla definizione di “pre-politico”, padre Ruzzetta 1987 diceva: “In Italia ci sono 133 scuole diocesane di politica”, oggi sono 20.

Bagnasco e Crociata hanno battuto duro sull'attuale Governo e hanno detto che la nascita di un soggetto politico dei cattolici oggi non dispiace... (affermazione poi smentita). Non possiamo stare pregiudizialmente contro Todi. Aspettiamo gli eventi: diciamo che c'è un altro cattolicesimo rispetto a quello che ha prefigurato da Galli della Loggia “I cattolici sono pronti a prendere il posto di Berlusconi”.

Giorgio Basti

Siete pochissimi ad essere sotto gli “anta”, dovremmo essere interessanti per i giovani, non perché non diciamo cose interessanti, ma dobbiamo rivedere il nostro modo di comunicare.

Bene fare il sito, bene un'unica rivista per sintetizzare una posizione e trovare modalità per farci capire dai giovani.

Non dobbiamo aver paura a proporre le nostre buone battaglie, fra queste la riduzione degli armamenti è un motivo etico e una grande fonte di risorse.

REPLICHE

Guido Formigoni

Todi è lontano dalle nostre prospettive, non ci interessano azioni regressive. Bagnasco fa riferimenti classici (come “valori negoziabili”) su cui non siamo d'accordo (del resto quali valori sono negoziabili? Sarebbe un ossimoro!)

Non si può non prendere sul serio un'interlocuzione su questi temi.

Ci sono vari livelli:

- livello militanza

- livello ecclesiale

- manca un livello intermedio di confronto su un livello non politico, ma di spiegazione perché l'intervento della gerarchia è sbagliato e dannoso per il cattolicesimo stesso. Questo non significa che la forma di Todi sia la migliore, ma non è in contraddizione col “perimetrare” le nostre posizioni come richiesto da Prenna.

Centralità della mediazione, autonomia del laicato, … sono il nostro riferimento, ma ciò non significa essere autoreferenziali e isolarsi: la nostra posizione cresce nell'apertura con tutti (cattolici compresi)

Nicoletti

La Democrazia economica è un aspetto della Costituzione non applicata, … sono emersi tanti temi interessanti. Tema della gerarchia e mediazione: si è consumata una pagina di storia della politica italiana ma anche della Chiesa. Sotto Montini c'era una serie di figure che avevano fatto della mediazioni la loro struttura portante (secondo la filosofia di S. Tommaso). Riscoprire i costumi del popolo (Maritain). Nella Chiesa è cambiato il paradigma teologico (il Tomismo non è più il paradigma dominante, ha ripreso forza l'Agostinianesmo).

Occorre dire le cose come stanno ai vescovi (don Milani) come opera di carità, perché spesso non sono a conoscenza della reale situazione. Woytila e Ratzinger chiamano intellettuali spesso di varia estrazione (spesso socialista) nei seminari in Vaticano.

L'orizzonte teologico è articolato, distinguere tra piano giuridico e valori.

Diritto naturale (Pio XII), nella Costituzione è incarnata una serie di valori tutelati.

Ci sono beni non negoziabili, tutelati da leggi e diritto, che per essere attuati occorre trovare  bilanciamenti e mediazioni contingenti e rivedibili.

Occorre riscoprire virtù come la mitezza. La democrazia infatti presuppone una base di intesa comune e condivisa. La democrazia non è la logica amico-nemico. La politica è sempre il regno della particolarità, del rispetto e del ritrovare quadri comuni. “Amare i nemici” diceva e scriveva Vittorio Bachelet.

Nessuno può farsi forte di un appoggio della gerarchia (guardiamo alla Octogesima adveniens) il cattolico democratico vuole salvare non solo l'autonomia dei laici, ma anche la trascendenza della Chiesa. Anche se Todi non è da condannare in sé, come momento di confronto tra cattolici.

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Vedi dossier relativo all'Assemblea costitutiva