Osare la pace, vivere la fraternità, difendere la democrazia

Il contributo dei cattolici democratici alle grandi sfide

Alvaro Bucci

Roma, 1-2 Dicembre 2023

“Osare la pace, vivere la fraternità, difendere la democrazia – Il contributo dei cattolici democratici alle grandi sfide” è il titolo del convegno con cui il presidente dell’Associazione nazionale “I popolari”, Pierluigi Castagnetti, ha riunito le varie anime del popolarismo a discutere nei giorni 1 e 2 dicembre a Roma, al Centro Congressi di Largo Angelicum.

“Ci siamo ritrovati qui oggi perché abbiamo voglia di discutere di come va il mondo, di come va l’Italia. Era necessario perché non è che abbondino i luoghi in cui è possibile confrontarsi su questo”, ha esordito Castagnetti con la sua ampia relazione dando avvio ai lavori dell’annuale convegno dei cattolici democratici.

Il primo pensiero è sulle due guerre vicine “che stanno sconquassando il mondo intero” chiedendosi “che mondo ci sarà dopo, il tema del dopo, dopo le guerre, dopo le elezioni europee, dopo le elezioni americane, dopo un altro anno del governo Meloni; che mondo ci sarà? Ci attende un anno in cui non sarà consentito a nessuno di stare sugli spalti”. Quindi, per Castagnetti “se ci siamo riuniti qui, oggi e domani, anche per questo, per aiutare chi ce lo sta chiedendo, soprattutto gli elettori del mondo cattolico e quelli dell’area laico riformista, per capire che cosa sta accadendo e che cosa la politica sta pensando, sta allestendo per giocare un ruolo importante”.

Tra i tanti temi affrontati di seguito, dedica spazio per approfondire il ruolo dei cattolici anche sul Medio Oriente, a partire da La Pira, ricordando l’incarico affidato a Lui e all’allora presidente Fanfani di “costruzione di un disegno di coesione nell’area del Mediterraneo, il mare delle tre capitali (Gerusalemme, Atene, Roma), il mare delle tre religioni monoteiste”.  Ed ha al riguardo evidenziato che “la nostra speciale sensibilità per quella parte del mondo che deriva anche dalla consapevolezza che lì è nato il cristianesimo ed il rischio di scomparsa da quei luoghi nativi delle ultime tracce di presenza cristiana ci tocca particolarmente”.

Castagnetti ha voluto anche richiamare l’attenzione su alcuni dati che già oggi queste due guerre, tragicamente inevitabili, hanno determinato: la relativizzazione del rischio nucleare, prima volta dopo la seconda guerra mondiale; la disapplicazione dell’ordinamento formale e informale internazionale; il superamento del principio di proporzionalità del diritto di guerra; l’uso delle tecnologie manipolative delle immagini; la ripresa già in atto di sentimenti antisemitici i cui sviluppi possono essere gravissimi.

Per Castagnetti, avrebbe un senso una convocazione straordinaria del Parlamento, per iniziativa dei democratici, attraverso una mozione, per discutere di questi temi, perché “è vero che non abbiamo la forza per determinare la fine di quegli avvenimenti, abbiamo però la responsabilità di occuparci delle conseguenze che questi avvenimenti hanno già determinato nel modo di pensare della nostra società”.

Mette di seguito in guardia dal disegno delle destre di “rivoltare come un calzino” questo Paese, cominciando, di fatto, a “rimaneggiare” il PNRR e a pensare di cambiare la Costituzione, per poter dire che sono di loro. “Sono partiti dal lavorare sulle parole perché le parole costruiscono i fatti”, sottolinea Castagnetti, per cui oggi si parla di Nazione, mentre noi “dicevamo Paese e non Nazione, perché sappiamo che la parola Nazione porta alla parola nazionalismo”.

Affrontando, infine, la situazione delle opposizioni al blocco delle destre, Castagnetti rileva che “il tema non è quello di essere alternativi” ma di essere “credibilmente alternativi come alternativa di governo”. E al riguardo, considerando che se si è divisi non si potrà tornare a vincere le elezioni, suggerisce che “valicate le elezioni europee, con il concomitante turno delle elezioni amministrative, occorrerà favorire la nascita di una iniziativa federatrice delle varie opposizioni così come avvenne a metà degli anni ’90 con Romani Prodi, in cui la frammentazione era la stessa e siccome la frammentazione è causa della sconfitta, bisogna risolverla”. “Questo è anche il senso del convegno di oggi: tirare fuori delle idee per sbloccare la situazione”, ha rimarcato Castagnetti.

I lavori del convegno, di seguito alla relazione di Castagnetti, si sono poi articolati in due sessioni. Una prima sessione per riflettere sulle azioni proposte dal titolo del convegno, attraverso tre tavole rotonde, moderate rispettivamente da Monica Canalis, Teresa Piccione e Giovanni Burtone. Sul tema “Osare la pace – Tra speranza e responsabilità” sono intervenuti Andrea Riccardi, Patrizia Toia e Lorenzo Guerini. Sul tema “Vivere la fraternità”, nella comunità, nelle famiglie, nella cooperazione e nel sindacato, sono intervenuti Francesco Occhetta (che ha tra l’altro distinto la fraternità dalla fratellanza), Pinella Crimì, Maurizio Gardini e il segretario della Cisl Luigi Sbarra, che ha parlato della legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili aziendali. Sul tema “Difendere la democrazia” sono intervenuti Alfredo Bazoli, Carla Bassu e Luca Castelli, che hanno offerto analisi e giudizi fortemente critici nei confronti delle proposte di riforme dell’attuale compagine governativa, che mettono a rischio l’equilibrio dei poteri previsto dalla Costituzione.

La seconda sessione, svoltasi nella mattinata del secondo giorno, ha raccolto numerosi interventi articolati su due panel: “Reti per il bene comune”, con l’introduzione di Silvia Costa, e “Pubblici amministratori, ispirati dal popolarismo”, introdotto da Stefano Lepri. Rilevante anche l’intervento di Massimo De Simoni, vice coordinatore di Agire politicamente.

Accolta al suo arrivo con un abbraccio da Castagnetti, interviene anche la segretaria del PD Elly Schlein, che soprattutto rassicura che “Il pluralismo del Pd è il più prezioso valore aggiunto, e io ho il dovere di garantirlo; senza i cattolici democratici perderemmo la nostra ricchezza”, strappando un forte applauso. Rammenta, riferendosi alla “Camaldoli europea” invocata dal cardinale Matteo Zuppi, l’intervista ad Avvenire di Graziano Delrio, per riconoscergli, insieme a Stefano Lepri, di essere stati i protagonisti della “battaglia universalistica sull’assegno unico di cui siamo orgogliosi”. La segretaria cita anche Tina Anselmi, una “donna straordinaria” per ricordare la “sua” riforma del Servizio sanitario nazionale, “non solo per ricchi”, mentre uno dei settori più colpiti dalla manovra dell’attuale governo è proprio la sanità pubblica. Un governo che “colpisce le fasce più fragili”. Quanto alla riforma costituzionale, la segretaria afferma che “è pericolosa perché indebolisce il Parlamento, già svilito dai numerosi decreti d’urgenza, e le prerogative del Presidente della Repubblica, una figura che ci ha permesso in questi anni di salvaguardare la credibilità internazionale e la stabilità di questo Paese”. E sulla pace chiede all’Europa di fare di più e fa sua la proposta di Castagnetti di una sessione parlamentare per approfondire le conseguenze delle guerre in Ucraina e Medio Oriente.

Graziano Delrio ha concluso il convegno offrendo una riflessione su “Il contributo dei cattolici democratici alle grandi sfide”. Dedica spazio, tra l’altro, anche per dire che la proposta del premierato “è semplicemente un pasticcio”, ricordando la proposta illustrata il giorno prima da Alfredo Bazoli sul cancellierato alla tedesca, con sfiducia costruttiva e una legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5%. E sottolinea la necessità di conservare le prerogative del capo dello Stato, perché “Dentro gli equilibri della Costituzione c’è il sale della democrazia” e “la ricchezza di una democrazia è il suo popolo, non il leader”.