Centrosinistra, Sardegna docet

di Massimo De Simoni

27 Febbraio 2024

Il voto sardo induce a qualche riflessione di carattere politico e metodologico. La prima riguarda il superamento del tabù della presunta imbattibilità del centrodestra a trazione meloniana, ma la seconda riguarda senza dubbio la capacità richiesta al centrosinistra per giocare le diverse partite politiche ed elettorali.

Se la Todde non avesse superato Truzzu (Trux per i suoi amici!) per quei pochi decimali di punto percentuale, oggi Meloni e la destra avrebbero dovuto senza dubbio ringraziare il “polo del rancore” ovvero quel polo che in modo confuso e velleitario ha messo insieme cose tra loro molto diverse (Azione, Italia Viva e Rifondazione Comunista) tenute insieme da un risentimento verso ex compagni di strada, anziché da un’idea di governo e di amministrazione. Il risultato dell’improvvisato “polo” è stato fallimentare e solo per un soffio non ha causato gravi danni al centrosinistra ed alla Sardegna.

La vicenda sarda dimostra per l’ennesima vota che non si può prescindere dalle regole del gioco immaginando che la scelta delle alleanze possa prescindere dai sistemi elettorali, ma ancor di più da una forma mentis bipolarizzata che si è ormai consolidata nell’elettorato. Il primo chiarimento che va fatto è quello di capire chi si ritrova nel perimetro del centrosinistra; poi si tratta di convincersi che non si può giocare a calcio seguendo le regole del basket. Detto in altre parole significa che non ha molto senso lavorare alla costruzione di un terzo polo quando il sistema politico ed elettorale che è fortemente bipolarizzato. Calenda plaude per il successo della Todde e per la frenata della destra omettendo però di dire che questo risultato non è stato raggiunto con il suo contributo, ma che anzi è stato messo fortemente a rischio proprio dalla scelta fatta da lui e dagli altri aspiranti “terzopolisti”.

Il clima che si sta generando nel paese e che costringe il Presidente Mattarella ad intervenire sul Viminale per il disinvolto uso dei manganelli nelle strade, il tentativo di stravolgere l’impianto costituzionale con il premierato e l’appiattimento dell’informazione sugli slogan della compagine governativa, non consentono distrazioni con inutili e pericolosi personalismi. Quando si candida un personaggio con tanto di tatuaggio “TRUX” (che peraltro prende il 20% in meno della Todde proprio a Cagliari dove sta facendo il sindaco) il centrosinistra deve capire che è il momento di rinviare a tempi migliori il dibattito su alcune divergenze che non mettono però in discussione la condivisione dei riferimenti costituzionali.

Non va mai dimenticato che l’attuale compagine governativa, in considerazione della bassa percentuale di votanti, non è maggioritaria nel paese ed ha ottenuto la maggioranza dei parlamentari solo grazie al meccanismo elettorale ed alla divisione delle forze di opposizione. La Sardegna ci ha fatto vedere che il centrosinistra può tornare a vincere e che si può fare, a patto che ci sia la capacità e soprattutto la maturità per recepire il messaggio.