PIU’ VINTI CHE VINCITORI

Domenico Rogante

2 Febbraio 2022

Premessa

La rielezione di Sergio Mattarella rappresenta la più grande garanzia di equilibrio e autorevolezza e quindi tutti gli italiani non possono che essere felici ed onorati di avere ancora come Capo dello Stato un uomo che in questi anni ha sempre dimostrato di avere a cuore le sorti del Paese tanto da essere considerato il Presidente della Repubblica più amato della storia.

Questa considerazione, tuttavia, non può far passare in secondo piano il fatto che quando si arriva a chiedere ad un uomo di 80 anni di riprendere sulle proprie spalle una carica così importante, nonostante la sua indisponibilità più volte ribadita con motivazioni atte a salvaguardare il ruolo terzo del Presidente della Repubblica, è il segnale inequivocabile dell’inadeguatezza dell’intera classe politica.

Questa scelta, se da un lato ci rassicura dal punto di vista della stabilità del nostro sistema istituzionale, dall’altro pone delle questioni sulla quale sicuramente bisognerà aprire delle profonde riflessioni. Se è vero che la rielezione di un Presidente uscente non è impedita dalla nostra costituzione, è innegabile il fatto che rappresenta comunque una “forzatura” ed il rischio che l’eccezione diventi una regola è ormai concreto (è già la seconda rielezione consecutiva). 

A questa riflessione va affiancata quella legata alla selezione della classe dirigente e ad un parlamentarismo nato per essere sostenuto da un sistema di partiti solido che da anni non dà più garanzie, con la conseguente crisi della rappresentanza che ha segnato una definitiva lacerazione tra il popolo e i propri rappresentanti in parlamento.

L’auspicio quindi è che alla rielezione di Mattarella si accompagni una rinnovata presa di responsabilità collettiva dei parlamentari e dell’esecutivo per compiere delle scelte coraggiose che possano ridare “nuova linfa” alla nostra democrazia.

Questi giorni hanno segnato anche la rovinosa caduta dei leader politici, a cominciare da Matteo Salvini che in pochi giorni, tra “rose e petali” è riuscito a “bruciare” nove candidati al Quirinale mettendo di fatto in crisi anche la seconda carica dello Stato. Alla fine, si vede costretto ad accettare la rielezione di Sergio Mattarella ammettendo di fatto il proprio fallimento.

Un altro leader che ne esce con “le ossa rotte” è sicuramente Giuseppe Conte che dimostra tutta la sua incapacità di governare i gruppi parlamentari del M5S e fare sintesi tra le varie correnti all’interno del movimento, con Di Maio che è già pronto a sfiduciare e sostituire l’attuale capo politico.

Inoltre ”l’avvocato del popolo” si dimostra anche inaffidabile nei confronti dei propri alleati di centrosinistra, favorendo in alcune fasi delle trattative il rapporto con il leader della Lega, piuttosto che con il PD.

Arriviamo quindi ad Enrico Letta. Ad essere sinceri, la soluzione del “Mattarella Bis” è la soluzione da sempre auspicata dal segretario democratico e dalla gran parte dei dirigenti del Partito, con dichiarazioni e pressioni in questo senso che risalgono a mesi fa. Senza avere i numeri per essere determinante nelle trattative, di fatto ora il PD si ritrova con un Presidente della Repubblica di propria appartenenza; tuttavia, il fatto di aver scommesso mesi fa sul fallimento di ogni tipo di soluzione alternativa non può essere festeggiato come una vittoria. Gli errori di Enrico Letta si manifestano soprattutto nell’estrema fiducia riposta nell’alleato Giuseppe Conte e nell’aver accettato inizialmente il nome di Elisabetta Belloni (“bruciato” da Grillo), senza avere il sostegno di tutto il Partito.

Giorgia Meloni e i “centristi” sono quelli che probabilmente trarranno maggiori benefici in termini di sondaggi; la prima perché lasciando il ruolo di king maker a Salvini ha di fatto messo in luce tutta l’incapacità del leader leghista, i secondi perché hanno avuto la dimostrazione di potersi ritagliare un ruolo determinante se riescono a fare blocco unico.

Da questi giorni esce sicuramente rafforzato il premier Mario Draghi che di fronte al subbuglio che naturalmente si creerà in tutte le forze politiche, farà valere ancora di più la sua autorevolezza nelle scelte importanti che il governo dovrà compiere. Inoltre, la rielezione di Mattarella è una soluzione che lascia speranze alle sue ambizioni di diventare in futuro il prossimo Presidente della Repubblica.

Una cosa è certa: dopo questi giorni, il quadro politico è destinato ad essere rivoluzionato.