EDUCARE LA DEMOCRAZIA

Sintesi dei lavori del Seminario estivo 2013 di Agire Politicamente

Alvaro Bucci

Pubblicato sulla GAZZETTA DI FOLIGNO del 28 luglio 2013

e su LA VOCE del 26 luglio 2013

“Educare la democrazia. Costruire e abitare la città” è stato il tema del primo seminario estivo di formazione politica organizzato, anche quest’anno, dall’Associazione dei cattolici democratici Agire politicamente, tenutosi a Massa Martana presso il Convento di S. Maria della Pace dal 18 al 21 luglio 2013. Un seminario destinato particolarmente ai giovani desiderosi di “educarsi alla democrazia”, ed al quale hanno partecipato, oltre ad alcuni aderenti all’Associazione dell’Umbria, soprattutto numerosi giovani in gran parte studenti o laureati della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Perugia.

A spiegare il senso del titolo del seminario, “educare la democrazia” e non “educare alla democrazia”, è stato il Coordinatore nazionale dell’Associazione, Lino Prenna, docente di Filosofia dell’Educazione presso l’Università di Perugia,  che, aprendo i lavori, ha precisato di aver ripreso l’espressione  “educare la democrazia” dal saggista francese Tocqueville, che nell’800 ha analizzato la democrazia americana, secondo cui la democrazia abbisogna di essere “coltivata” e, quindi, “educata”. La democrazia, infatti, si configura come un processo aperto, un sistema di strutture, di regole , di valori che ha bisogno di coltivazione, di crescita, di sviluppo. Perché – ha evidenziato Prenna – insediare la democrazia non significa che sia compiuto il processo di democratizzazione.

Il seminario si è articolato su quattro relazioni: di Lino Prenna su “La modernità politica: dalla Città del Sole alla Città dell’Uomo”, di Silvia Fornari, docente di sociologia nell’Università di Perugia, su “Ai margini della città: la periferia sociale”, del domenicano Alessandro Cortesi, docente di Teologia sistematica, su “Una spiritualità della città” e di Roberta Platoni su “La formazione come dinamismo coscienziale”. Tutti i partecipanti hanno quindi approfondito le varie tematiche attraverso il lavoro di gruppo guidato da Alessia Bartolini e Maria Grazia Riccardini, pedagogiste dell’Università di Perugia.

Lino Prenna, nella sua relazione, ha esordito soffermandosi a lungo ad analizzare le varie accezioni della “modernità”: temporale-storiografica, che contrassegna un periodo ben preciso che si fa iniziare con il rinascimento, cioè con il primo sviluppo delle scienze (‘600), ed arriva alla prima metà del ‘900 quando, per convenzione, inizia l’epoca “contemporanea”, detta anche “post-moderna”;  culturale, con riferimento ad un’epoca che viene contrapposta al passato e presume, tra l’altro, di “affidare alla luce della ragione la funzione progressiva dell’umanità”, per cui “il progresso è la categoria espressiva ed interpretativa della modernità”. Infine, sul piano politico, il progresso s’identifica con il processo di democratizzazione e, quindi, la forma politica della modernità è la democrazia con il superamento dello stato assoluto, cui si è arrivati attraverso un processo partito dalla rivoluzione francese e durante il quale si è sviluppato il nuovo concetto di città. Si passa cioè gradualmente a varie tipologie di città, anche utopiche, come quella vagheggiata dal frate domenicano Tommaso Campanella che nel 1602 scrive “La città del sole”, come città di tutti, come comunità, ma rigidamente monocratica, governata dal “sole”, “metafora di un potere totale che è capo spirituale e temporale”. In tale città inoltre tutto è in comune, nessuno può dirsi proprietario perché le cose appartengono a tutti e tutti possono servirsi di tutto. Si tratta quindi di un modello di “cittadinanza comune”, di “città dell’uguaglianza”. A questa concezione Prenna  ha voluto contrapporre la “Città dell’uomo”, un’espressione che ci avvicina alla moderna e contemporanea vita delle nostre città, che sta ad indicare una città che ha per fine la persona umana, una città nella quale la vita è regolata da quelle che sono le grandi aspirazioni dell’umanità di oggi e che innanzitutto assicuri il principio della giustizia, intesa anche come “virtù”, per cui tutti sono chiamati ad essere giusti e ciascuno è riconosciuto per ciò che è e non per quello che ha.


Vedi: Seminari di Agire Politicamente - estate 2013 - Programmi dei seminari estivi 2013

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