Al Presidente della Repubblica

Lettera di Lino Prenna al presidente Mattarella, a nome dell'associazione

Lino Prenna

Roma, 9 Febbraio 2015

Al Presidente della Repubblica

Prof. Sergio Mattarella

Caro Presidente,

                         come milioni di italiani, anch’io ho accolto con gioiosa emozione la Tua elezione a capo dello Stato e desidero formularTi, a nome dell’associazione Agire politicamente, gli auguri più affettuosi per il servizio che, con generosa responsabilità, hai accettato di svolgere per il bene del Paese, bisognoso di aprirsi ad un futuro di speranza.

 

Nei giorni scorsi, si è parlato del cattolicesimo democratico, per indicare anche al grande pubblico la cultura che Ti ha formato. Come ben sai, Agire politicamente è nata da una pre­occu­pazione ed è sostenuta da una convinzione: la preoccupazione che la tradizione sociale e demo­cratica del cattolicesimo politico si disperda nell’insignificanza; la convinzione che, nell’attuale e tra­vagliato passaggio del sistema politico ed economico, quella tradizione di pensiero e di azione possa ancora alimentare e contribuire ad orientare le scelte della politica nazionale. Ma ci accom­pa­gna la consapevolezza di doverla ripensare, misurandola con lo “spirito del tempo”, per esplorarne il potenziale di attualità e aprirla all’orizzonte largo e plurale dei nostri giorni.

Con questa rinnovata attitudine, abbiamo sostenuto, sin dall’inizio della nostra attività as­so­cia­tiva, che la “questione cattolica”, oggi, consiste nella “questione democratica”, cioè non più nella ri­ven­dicazione di spazi da occupare e identità da difendere ma nella collaborazione ad aprire per­corsi e opportunità di inclusione sociale e di giustizia distributiva, in una ritrovata democrazia delle differenze. Rigenerare la democrazia educandola è il tema generale dei nostri seminari estivi di formazione.

Questa declinazione, misurata sulla nostra Carta fondativa della convivenza sociale, ab­bia­mo ritenuto di scorgere nelle pensose parole da Te rivolte a tutti gli italiani, nell’atto del­l’in­sediamento. Condividiamo la Tua ansia di riconciliare i cittadini con la politica, di riproporla come servizio al bene di tutti e di ciascuno e di rendere credibili le istituzioni. Così pure, cogliamo l’esigente domanda di fare dell’uguaglianza la condizione di esercizio delle libertà, per correggere gli insorgenti individualismi, dilatando i tempi e i luoghi della partecipazione comunitaria. La pre­oc­cu­pazione per l’accresciuta disoccupazione richiama il tema della centralità del lavoro tra i diritti di cittadinanza e dell’irriducibile dignità del lavoratore, mentre constatiamo con trepidazione che la ric­chezza ottenuta attraverso la speculazione finanziaria ha svalutato l’attività produttiva del lavoro, sicché accumulare fortune è diventato più importante che produrre beni e servizi.

Caro Presidente, accogliamo con animo grato il tuo accorato appello e ne facciamo ragione di rinnovato impegno, nei limiti delle nostre competenze associative. Ci permettiamo anche di ma­nifestarTi la nostra preoccupazione per una certa disinvoltura che ci è sembrato di cogliere nel pro­cesso recentemente avviato di riforma costituzionale. Ma siamo sicuri che, nella Tua giurata fedeltà alla Costituzione, saprai custodirne lo spirito e vigilare sui necessari cambiamenti.

Con questi sentimenti, auguriamo al Tuo impegnativo lavoro la benedizione di Dio e la be­ne­volenza del Paese, ansioso di ritrovare le ragioni della speranza da Te evocata


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