Anacronismo dottrinale e storico

Comunicato stampa

Agire Politicamente

Coordinamento di cattolici democratici

Roma 11 luglio 2011

 

In merito ad alcune iniziative, promosse in questi mesi da esponenti della Gerarchia ecclesiastica e finalizzate a ricostituire l'unità dei cattolici in una nuova "Cosa bianca", i cattolici democratici che si riconoscono nell'associazione Agire politicamente ritengono anacronistica, dal punto di vista dottrinale oltre che storico, la ricostituzione del partito unico dei cattolici e, mentre chiedono, ai loro pastori, di rimanere nell'ambito delle loro competenze, rivendicano l'autonoma responsabilità delle scelte politiche. Pertanto, Agire politicamente si riconosce nella riflessione del coordinatore Lino Prenna, pubblicata come editoriale del numero 2/2011 di Politicamente, che viene di seguito riportata.

 

Fede e politica: unità e pluralità

Nella lettera apostolica Octogesima adveniens, che ricordiamo a 40 anni dalla pubblicazione, Paolo VI, richiamando il n. 43 della costituzione pastorale Gaudium et spes, scrive: "Nelle situazioni concrete e tenendo conto delle solidarietà vissute da ciascuno, bisogna riconoscere una legittima varietà di opzioni possibili", poiché "una medesima fede cristiana può condurre a impegni diversi" (n. 50).

L'autorevole affermazione, mentre legittima il pluralismo dei cattolici, propone la distinzione tra l'unica fede cristiana e la molteplicità delle declinazioni che può ispirare. È nel potenziale stesso assoluto della fede che risiede la possibilità di pluralizzarsi, storicamente e culturalmente, nella varietà delle opzioni, senza identificarsi o ridursi alla relatività e alla contingenza delle opzioni stesse.

Pertanto, non è la fede il fattore dell'unità politica né il principio di aggregazione partitica. Infatti, la politica, esercitata "da cristiani" e non  "in quanto cristiani" chiede il consenso non alla fede o ai principi che l'ispirano ma alla strumentazione legislativa e operativa che ne tenta la traduzione. Sicché, la pluralità dei programmi caratterizza la diversità delle scelte e delle formazioni politiche, sulle quali gli elettori sono chiamati ad esprimersi.

Anche l'invito all'unità sui valori, rivolto spesso dalla presidenza Cei, risente di una irrisolta ambiguità, giacché l'unanime condivisione dei cosiddetti "principi non negoziabili" non è il fattore di unità politica: è l'autonoma capacità di adeguata di adeguata mediazione di quei principi, in strumenti operativi del bene comune, che conferisce qualità all'impegno politico e aggrega nella diversità delle formazioni.

Un esempio viene dalla differenziata posizione dei cattolici rispetto alla legge sul fine vita. Il dissenso di chi non ne condivide la formulazione proposta dalla maggioranza non è sul principio della indisponibilità della vita, unanimemente sostenuto, ma sul dispositivo di legge che ne propone una traduzione. Da queste considerazioni, pur se appena accennate, dovrebbe risultare l'anacronismo dottrinale oltre che storico del partito unico dei cattolici, auspicato ancora da qualcuno, magari nella forma di riedizione della Dc, come in questi giorni sentiamo dire proprio da quelli che hanno accelerato la fine del grande partito popolare e interclassista.

La "questione cattolica", oggi, non si risolve chiudendosi in una formazione identitaria, a prevalente attitudine rivendicativa, ma aprendosi e confrontandosi con le culture "altre", che abitano democraticamente la nostra società plurale. Per questo, il cattolicesimo democratico ha accettato di portare nel Partito Democratico la sua storia e le sue idealità, mettendole al servizio di un progetto unitario, dove, però, l'unità politica è l'esito di un inevitabile faticoso percorso di riconduzione delle diversità culturali di provenienza ad una  sintesi condivisa.

Questa scelta è pienamente coerente con la vocazione dialogica del cristianesimo e con la disposizione culturale del cattolicesimo democratico che, dall'etica della mediazione, attinge il paradigma normativo dell'agire politico.

-----------------------------

Testo integrale dell’articolo, pubblicato da Adista (n. 49/2011) con il titolo: Ossessione “democristiana”e pluralismo dei cattolici

Comunicato stampa