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“Il volontariato, una risorsa politica”
Seminari di Agire Polticamente - Estate 2011 (vedi)
Massa Martana (PG)
14 – 17 luglio 2011
Si è tenuto in Umbria, a Massa Martana, presso il Convento “La pace” dei Frati Francescani, nei giorni dal 14 al 17 luglio scorso, il primo dei seminari di formazione estivi organizzati dall’Associazione dei cattolici democratici “Agire Politicamente”. “Il volontariato, una risorsa politica” è stato il tema su cui i giovani dell’Associazione hanno riflettuto, stimolati dalle relazioni di
Il prof.
Quindi, i tratti costitutivi dell’attività di volontariato sono: la spontaneità (nel senso che il volontario opera per libera scelta, non è stato precettato), la finalità di servizio (un servire gli altri e non un servirsi degli altri, attività ministeriale), la gratuità (attività non legata né a uno stipendio né ad un contratto di lavoro), la continuità (una singola azione occasionale non può definirsi attività di volontariato; deve esserci una sistematica attività di servizio), l’abituale disponibilità a servire nella gratuità, che è una virtù, un abitus, una capacità abituale di servire, di mettersi al servizio. Quindi la finalità della formazione del volontariato e della stessa attività del volontariato è oltre i bisogni immediati che possono spingere all’azione volontaria, è una disponibilità di servire in genere alla società, cioè di mettersi a servizio, quindi un’abituale disponibilità a servire nella gratuità.
Passando a sviluppare la solidarietà ha introdotto la distinzione tra solidarietà dovuta e solidarietà voluta. La solidarietà non è una virtù specifica del volontario, perché prima della solidarietà voluta c’è una solidarietà dovuta (i doveri di solidarietà che secondo
Che cosa aggiunge la solidarietà voluta? Per chi ha una ispirazione religiosa cristiana la solidarietà diventa virtù della carità, quindi è la carità che integra, completa, esalta l’attività di volontariato, sviluppata in nome della giustizia, perché la solidarietà dovuta fondamentalmente è l’esercizio della giustizia, quindi riconoscimento a tutti di ciò che è dovuto. La solidarietà voluta, dal punto di vista della ispirazione religiosa, della vita e testimonianza cristiana, è la carità, che è una virtù teologale che implica innanzitutto l’amore di Dio e l’amore del prossimo in nome di Dio, ma anche l’amore di Dio in nome del prossimo. Per chi non ha un’ispirazione religiosa la solidarietà voluta, la scelta di volontariato, è la filantropia, questo amore ulteriore per l’umanità, che è un qualcosa in più rispetto ai doveri di solidarietà.
La solidarietà voluta è in funzione della solidarietà dovuta, che è il pieno ripristino delle solidarietà dovute nella vita sociale, che è il senso di una piena democrazia. La democrazia sociale è un sistema di relazioni sociali legate dalla solidarietà che è il solidum da una parte ed è ciò che rende sodales dall’altra. I termini soliditas sodalitas sono insieme sodales , che vuol dire soci, e nello stesso tempo soliditas, quindi
Il prof. Fabrizio Fornari ha trattato il tema “La cultura della gratuità e del dono”, aggiungendo elementi ulteriori al tema in esame sviluppando il concetto della “gratuita restituzione” in relazione al “dono”. Ed ha evidenziato come all’origine delle società ci sia il dono. Quindi le società arcaiche sono quelle segnate da questo fatto originario, iniziale: il dono. Le società moderne sono segnate invece dal contratto. Questa è la grande distinzione. Il contratto è la pattuizione, lo scambio di elementi utili e dono, invece, è l’offerta gratuita che non implica una restituzione. Però l’analisi ripresa da Fornari, riferendosi in parte ad un saggio sul dono di Marcel Mauss, è che la cultura del dono si è sviluppata in riferimento al tema della morte, cioè al momento in cui la vita consumata s’identifica con i resti. Quindi il tema della restituzione s’identifica con ciò che resta: il cadavere è ciò che resta della vita che è stata donata e che però in quel momento restituisce, non nella concezione mercantile, ma in una restituzione naturale, ciò che è stato dato. Allora la cultura del dono nelle società arcaiche sviluppa questa attitudine di totale gratuità.
Don Battista Pansa ha offerto due riflessioni, una su “I cristiani: diaconia al mondo” e l’altra su “La ministerialità laicale”. In ordine alla “diaconia”, rilevato come tale termine, assente nel Nuovo Testamento, si sia creato successivamente nella storia della Chiesa per indicare, specialmente a Roma, i luoghi, “diaconie”, di servizio ai poveri, presieduti in genere da un diacono, ha precisato come il termine “diaconia” nasca dalla fede in Cristo e si sviluppi come servizio al mondo. Ed ha ricordato al riguardo i termini “diaconia fidae” e “diaconia ex fidae”, introdotti a suo tempo dal cardinale Martini, per distinguere, senza separare, l’ambito dell’impegno del cristiano dentro la Chiesa (diaconia fidae: servizio alla fede all’interno della comunità cristiana) da quello (diaconia ex fidae) che, nascendo dalla fede ed avendo il suo radicamento nella fede, si sviluppa nel servizio al mondo e per il mondo. Proseguendo, ha, tra l’altro, insistito a lungo nell’affermare che “per il cristiano il servizio è “imitazione di Cristo”. E si è richiamato al riguardo al passo della lavanda dei piedi nel vangelo di Giovanni (cap. 13) per evidenziare che quanto viene detto da Gesù spiega chiaramente che “la misura dell’amore del cristiano è Cristo, non la misura degli altri”.
Il seminario si è concluso con una riflessione di Stella Cerasa, vicedirettrice della Caritas di Perugia, su “La Caritas: testimonianza della carità politica”.
Vedi dossier: Agire Politicamente: i seminari