di Lino Prenna (Coordinatore Nazionale Agire Pol.)

Fino a quando?

L’impaziente interrogativo col quale Cicerone apre la sua accesa requisitoria contro Catilina è divenuto, nel tempo, paradigmatico di inderogabili scadenze per ogni situazione non più sopportabile.

È la domanda che accende le nostre preoccupazioni per i guasti prodotti dalla stagione berlusconiana, senza voler paragonare il presidente del Consiglio a Catilina, anche perché non vorremmo far torto al patrizio romano che, nell’iperbolica oratoria ciceroniana, risulta uomo senza scrupoli, ambizioso e corrotto, audace e perfido, persuasivo e malefico!

Tuttavia, mentre la nostra inquietudine si protrae, alimentata dall’escalation trasgressiva del Cavaliere (e il riferimento non è ai festini di Arcore ma al suo disprezzo delle regole e allo scempio quotidiano delle istituzioni), dobbiamo constatare, con non minore inquietudine, che l’indignazione non è ancora sentimento comune maggioritario e che, in particolare, larghe fasce del “mondo cattolico” rimangono “devote” a Berlusconi: segno, questo, che la devastazione culturale operata dal berlusconismo, quella che abbiamo denominato “mutazione antropologica” del nostro Paese, ha già messo le radici, in un terreno reso improvvidamente disponibile dalla nostra mancata coltivazione.

Nel documento elaborato come contributo di Agire politicamente alla Settimana sociale dei cattolici, abbiamo scritto che la costruzione di una nuova civiltà della politica, finalizzata a risanare il tessuto sociale e ad aprire una nuova stagione dei doveri, non è impresa a breve termine.

Perciò, avvertiamo l’urgenza di un nuovo inizio e la responsabilità, da cattolici democratici, di aprire un cantiere di condivisa conduzione della non facile fatica.

Il coordinamento di cattolici democratici, che va configurandosi in questi mesi, è uno strumento di non più discutibile necessità.