A SCUOLA DAL CONCILIO: Laicità cristiana e spiritualità laicale

Sintesi dei lavori

Seminario di formazione di Agire Politicamente

23-26 agosto 2012

Alvaro Bucci

“Con il Concilio, la Chiesa, con spirito pastorale, ha inteso porsi in ascolto dell’umanità per condividere le sue gioie e le sue speranze, le sue tristezze e le sue angosce: qui sta la novità del Concilio che riconcilia la Chiesa con la modernità e la pone in atteggiamento di comprensione di sé e del mondo.

La polemica che si è sviluppata ora sul carattere di continuità o, invece, di discontinuità del Concilio nella vita della Chiesa può essere superata considerando che l’evento conciliare ha rappresentato continuità rispetto alla storia ed all’ansia apostolica della Chiesa, ma discontinuità rispetto al rapporto della Chiesa con il mondo. Senz’altro il Concilio rappresenta un  evento dello Spirito e come tale deve essere accolto e aiutato a svilupparsi nella Chiesa”. Così il prof. Lino Prenna, coordinatore nazionale di “Agire politicamente”, ha puntualizzato nella  sua relazione introduttiva all’ultimo dei seminari formativi estivi dell’Associazione svoltosi a fine agosto a San Marino. Un seminario che aveva messo a tema generale  “A scuola dal Concilio: laicità cristiana e spiritualità laicale”.

La “laicità”, quindi, è stato il tema centrale che ha caratterizzato le relazioni di Piergiorgio Grassi, dell’Università di Urbino, su  “Laici nella Chiesa, cristiani nel mondo: la laicità cristiana”, di Carla Mantelli,  segretaria cittadina del PD di Parma e già consigliera comunale a Parma, su “La spiritualità laicale nell’impegno politico”,  e dell’on. Pierluigi Castagnetti su “Il cattolicesimo democratico: laicità e prossimità della politica”.

Piergiorgio Grassi, ha evidenziato come i passi dei documenti, dalla Lumen gentium alla Gaudium et spes, che trattano il tema dei laici, testimonino abbondantemente  l’entrata in circolo di una concezione della Chiesa fortemente comunitaria in cui i laici, per la loro condizione battesimale, “ricevono da Cristo stesso un ruolo attivo di edificazione e di fermento nel mondo”. Riferendosi in particolare alla LG, richiamatone il secondo capitolo dove si parla diffusamente della Chiesa come popolo di Dio entro cui trovano cittadinanza tutti i battezzati, si è soffermato ad analizzare il capitolo quarto dello stesso documento che segna una “progressione tesa a sottolineare  il riferimento diretto che i laici hanno nella Chiesa a Cristo Gesù”, con l’indicazione di una pari dignità fra gerarchia e laicato, per cui l’identità di quest’ultimo non si configura a partire dalla sua subalternità, ma si fonda  sulla dignità comune a tutto il popolo di Dio interamente costituito come “regno di sacerdoti”. Ha richiamato quindi la GS a partire dalla precisazione, sempre nell’ambito di una ecclesiologia di comunione, che la missione della Chiesa nell’ordine temporale deve tener conto delle leggi che governano le realtà terrene le quali mantengono una relativa autonomia  rispetto al fine ultimo e sulle quali valgono soprattutto la competenza e la capacità dei laici. I quali, nell’operare nella polis di tutti e camminando con l’umanità tutta, sono responsabili del proprio agire alla luce della sapienza cristiana.

Parlare di spiritualità laicale nell’impegno politico, secondo Carla Mantelli,  significa chiedersi come si vive “nello Spirito”, come si vive “in compagnia di Gesù” e testimoniando la fede in Gesù, facendo politica. Non si tratta di parlare della spiritualità come di qualcosa che va coniugata con la politica, come se la spiritualità fossero le preghiere, i sacramenti e gli esercizi spirituali a cui essere coerenti facendo politica. Ma è proprio facendo politica in un certo modo, cioè come atto di carità, come amore per Dio e per il prossimo, che si vive la comunione con Cristo attraverso lo Spirito. Quindi, vivere la politica nello Spirito implica certamente una vita comunitaria e sacramentale, implica incontrare il Signore nella preghiera, nei fratelli e sorelle nella fede e attraverso i segni sacramentali. Ma implica anche, in secondo luogo, assumere lo stile della laicità che tende a non confondere il contenuto della fede con i contenuti delle proposte politiche che i credenti fanno, le quali sono sempre limitate, discutibili, parziali, motivate razionalmente ed anche negoziabili (per questo il pluralismo politico dei credenti è indispensabile). E vivere la politica nello Spirito – ha aggiunto infine la Mantelli – implica vivere le Beatitudini, innanzitutto perché facendo politica noi cristiani non cerchiamo solo di fare cose giuste, ma di vivere e testimoniare e “fare emergere dalla storia la beatitudine del Regno.

Pierluigi Castagnetti,  definito il cattolicesimo democratico come l’esperienza dell’ incontro tra la dottrina cristiana e la democrazia, ha sottolineato come i cattolici democratici  siano quelli che si assumono la responsabilità delle loro decisioni e che hanno accettato fino in fondo il metodo della democrazia. Ed ha ricordato al riguardo innanzitutto il discorso di Caltagirone di Luigi Sturzo secondo cui questa assunzione di responsabilità da parte dei laici cattolici rispetto alla storia e, quindi, nella politica, è finalizzata a liberare la Chiesa dall’onere di occuparsi di queste cose. Ed a proposito dei così detti “valori non negoziabili”, ha ricordato ancora il discorso di Aldo Moro al Congresso di Napoli della D.C. del 1962 secondo cui i “principi fondamentali” della nostra fede subiscono un salto di qualità quando si proiettano sul piano politico. Il piano, cioè, della storia, in cui quei principi debbono essere definiti in modo da poter essere ascoltati ed accolti anche da chi non ha la fede. “E’ questo il nostro modo di servire la Chiesa, con la nostra autonomia” ha sottolineato Castagnetti, che ha richiamato al riguardo il punto 31 della LG ed il vigente Codice di diritto canonico che al canone 227 afferma che “ è diritto dei fedeli laici che venga loro riconosciuta nella realtà della città terrena quella libertà che compete ad ogni cittadino; usufruendo tuttavia di tale  libertà, facciano in modo che le loro azioni siano animate dallo spirito evangelico e prestino attenzione alla dottrina proposta dal magistero della Chiesa, evitando però di presentare nelle questioni opinabili la propria tesi come dottrina della Chiesa”.

Castagnetti ha poi proseguito compiendo un’ampia analisi delle questioni più rilevanti che la politica è chiamata ad affrontare, da quelle della globalizzazione a quelle dei valori non negoziabili, etici, sensibili. Questioni, queste ultime, che, alla luce della presente realtà sociale, possono trovare soluzione, da parte dei cattolici impegnati in politica, con la laicità, l’autonomia e con il senso della storia. E a proposito della rilevanza dei cattolici in politica, ha evidenziato come la loro forza sia legata alla loro intelligenza, alla loro capacità di iniziativa e di apportare soprattutto idee.

Altro momento di riflessione, programmato nel seminario, è stato offerto dal biblista don Battista Pansa con un’ampia relazione sulla spiritualità laicale di Giuseppe Toniolo.

Interessante anche il Tavolo di confronto sul tema “Da cristiani per rigenerare la politica”, moderato da Pier Giorgio Maiardi, con la partecipazione di Giuseppe Boschini (vice sindaco di Modena), di Giampiero Cavazza (Centro L. Ferrari, Modena), di Domenico Cella (Istituto De Gasperi), Emanuele Guidi (Associazione Ephedra, San Marino), Everardo Minardi (Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche, Faenza) e Carlo Pantaleo (Associazione Nuove Generazioni, Rimini). Ne è emerso un insieme di appassionate analisi della realtà economica, sociale e politica attuale e di indicazioni per ridare motivazioni alte alla politica, avendo presente l’esigenza di un disegno nuovo di società da costruire, con il contributo non marginale dei cattolici. Che potranno acquisire rilevanza attraverso la capacità di ben individuare e conoscere i problemi e di proporre soluzioni.

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Vedi dossier sul seminario: “A SCUOLA DAL CONCILIO - Laicità cristiana e spiritualità laicale"