Osservazioni sul versante politico

Appunti dall’intervento introduttivo di Lino Prenna formulato al Consiglio Nazionale di Agire Politicamente - Dicembre 2013

Lino Prenna
15 Dicembre 2013

Stiamo vivendo la crisi della modernità da cui consegue una crisi della politica: viviamo il fallimento del progetto politico modernista e, quindi, del socialismo e del liberalismo.

E’ subentrata una nuova categoria: la relatività, e cioè il senso del limite come condizione per continuare a vivere e ad agire, il senso della vulnerabilità delle cose umane.

La vocazione al limite rappresenta l’attualità del cattolicesimo democratico: non più una cultura identitaria ma una cultura della relazione. Una consegna del mondo alla sua condizione, relativizzandola.

La politica vissuta come vocazione, come, secondo Weber, “un forte e lento trapanare di tavole dure con passione e misura”, con sofferenza per l’impossibile.

Per quanto riguarda la Chiesa si registra un continuismo dal “Progetto culturale” al recente Convegno di Assisi: il tentativo di una riconquista dell’area pubblica da parte della Chiesa italiana con il rischio di banalizzare la crisi  limitandosi ad alcune modifiche superficiali.

Dopo gli incontri di Todi si è visto con favore il governo Monti, il progetto Sacconi per un partito dei principi non negoziabili, l’ipotesi di ricostruzione del “centro” sotto il nome dei “popolari”. Da qui l’ambiguità di importanti componenti associative come la Comunità di S. Egidio.

E’ fallita l’operazione “Scelta Civica” a cui era legata una impropria iniziativa della CEI. La ricostituzione di un “centro” si è rivelata impossibile. Appare chiara, nel Paese, una opzione per il bipolarismo.

Riguardo al Partito Democratico riteniamo che si debba rivendicare una rilevanza paritaria dei cattolici democratici: non si tratta di un concetto quantitativo e di potere ma del riconoscimento della ispirazione ideale al pari degli altri filoni culturali che stanno alla base dell’ipotesi costitutiva del partito.

Oggi il PD vive una deriva, nel contempo liberista (Renzi) e socialdemocratica. Dobbiamo nutrire una speranza politica più alta: che fine ha fatto il cattolicesimo democratico del PD? Eppure ancora riteniamo che il PD rappresenti l’unico “luogo” in cui il cattolicesimo democratico possa esprimersi, con lo stile che lo caratterizza della relatività e della mediazione, per correggere la deriva neoliberista che è estranea all’esperienza cattolico democratica.

Destano perplessità le modalità con cui è stato affrontato il tema del finanziamento pubblico dei partiti in cui ha prevalso un atteggiamento populista, quello del riferimento del PD al Partito Socialista Europeo, e le semplici enunciazioni con cui si è inteso dare risposta a temi importanti per la vita del Paese. E’ urgente rivedere la legge elettorale individuando oggettivamente la soluzione migliore nella prospettiva di una democrazia dell’alternanza.

Per noi il tema primario è quello della giustizia sociale.

Per quanto riguarda la situazione politica attuale, consideriamo che il Presidente della Repubblica abbia commesso un grave errore rinunciando al ricorso alle elezioni e instaurando un governo “delle larghe intese”. La crisi del Paese è grave: cresce l’onda di una legittima rivendicazione mentre la disoccupazione rappresenta il problema principale; esiste un forte rischio sociale di fronte al quale si rileva l’incertezza e l’ambiguità del governo e la sudditanza della politica all’economia ed alla finanza.   


Vedi: Consiglio Nazionale di Agire Politicamente - Dicembre 2013