“Il cattolicesimo democratico: un umanesimo politico”

Sintesi dei lavori del Seminario di Agire Politicamente - estate 2015

Castel S.Pietro Terme (Bologna) - 27 – 30 agosto 2015

 

Settembre 2015

Alvaro Bucci

Il cattolicesimo democratico: un umanesimo politico” è stato il tema del recente Seminario di formazione (27-30 agosto 2015) organizzato dall’Associazione “Agire politicamente”. Il Seminario ha inteso inserirsi nel percorso, che l’Associazione ha avviato da anni, di esplorazione del potenziale di attualità del cattolicesimo democratico, riproposto “come possibilità per la politica di ricentrare sull’umano il proprio agire e di farsi prossimità dei luoghi, delle frontiere, delle periferie, attivando un processo di umanizzazione della vita individuale e sociale”.

Il tema del seminario ha inteso chiaramente richiamare la prospettiva cristiana dell’umanesimo come proposta dal 5° Convegno Ecclesiale Nazionale, in programma, come noto, a Firenze nel prossimo mese di novembre. Per il quale il Seminario si propone di raccogliere indicazioni per l’elaborazione di un contributo di riflessione. Lino Prenna, coordinatore nazionale di Agire politicamente, Pierluigi Castagnetti, Giorgio Campanini e don Battista Angelo Pansa, ciascuno dal punto di vista della propria esperienza culturale, hanno offerto rilevanti spunti per una comune riflessione sul tema centrale dell’umanesimo.

Lino Prenna ha dato avvio con una riflessione, sul piano del tutto filosofico, sull’antropologia della politica riferendosi ampiamente al pensiero di Rosmini, secondo il quale tale antropologia presuppone che all’esercizio pratico dell’arte della politica vengano suggeriti dei principi che sono a loro volta una visione completa dell’uomo. Ed ha spiegato come la trattazione dell’antropologia morale di Rosmini si concluda con una significativa analisi del principio supremo che è la persona: l’uomo, cioè, è dotato di una serie di principi attivi, operativi, da cui deriva la nostra azione, il nostro agire. E il più alto di tali principi è la persona, che è il principio ordinatore degli altri, che governa la natura umana che, soltanto perché governata dalla persona, è pienamente umana. Ciò premesso, il rapporto con la politica, secondo il pensiero rosminiano, è stabilito innanzitutto attraverso la fondazione etica della politica che, in quanto scienza progettuale, deontologicamente incaricata della trasformazione della società, ha già dentro di sé lo statuto della sua progettualità. La politica, quindi, come sapere ed esercizio pratico progettuale, trasformativo della società, non può non essere finalizzata al perfezionamento dell’uomo e non può sottrarsi alla misurazione etica, che è anche suo statuto naturale.

Pierluigi Castagnetti, che ha affrontato il tema del cattolicesimo democratico come umanesimo politico, ha evidenziato come la sempre più diffusa domanda di un nuovo umanesimo, anche da parte di intellettuali di sinistra non credenti, stia facendo ritornare a guardare, specialmente con il pontificato di Papa Francesco, al magistero della Chiesa. Per questo, secondo Castagnetti, essendo compito dei laici di interloquire, la responsabilità dei credenti di essere all’altezza delle domande, delle aspettative e delle attese, sta diventando sempre maggiore. E per rispondere a tale esigenza ha indicato quattro temi sui quali i cristiani possono offrire il loro contributo di idee, proposte e testimonianze: l’immigrazione (Ha ricordato, tra l’altro, un efficace pensiero di Madre Teresa secondo cui “E’ strano che davanti a un pezzo di pane ci sia il nostro atto di fede, perché lì diciamo che c’è Gesù, mentre davanti a un uomo non riusciamo a fare un atto di fede e ad apprezzare che lì c’è Gesù), la cura dell’ambiente (Sull’Enciclica Laudato sì rivolta a tutti gli uomini: Nessuno può più dire “non lo sapevo”.La questione ecologica s’intreccia con la questione sociale), la banalizzazione della vita (segna un degrado etico nella cultura umanistica che stiamo vivendo), il tema del lavoro (Il passaggio da individuo a persona si realizza quando l’individuo conquista la dignità attraverso il lavoro. Il personalismo si rivela intorno all’articolazione di questo tema).

Giorgio Campanini ha affrontato il tema dell’attualità di “Umanesimo integrale”. Nella prima parte della sua relazione ha cercato di collocare questa fondamentale opera mariteniana nel particolare contesto storico ad 80 anni dalla sua pubblicazione (1935). Si tratta di un libro che ha rappresentato per la cultura di ispirazione cattolica, non solo in Italia, un punto di svolta, perché per la prima volta si poneva esplicitamente il problema della nuova cristianità, significando che la vecchia cristianità era finita e non era più proponibile. Riferendosi al ’68, ha osservato come questo movimento si sia caratterizzato inizialmente da una intenzionalità ad ampio raggio, che comprendeva la politica, la scuola e il lavoro, ma poi abbia finito per concentrarsi di fatto sulla sfera del privato. Nel complesso il movimento del ’68, ha osservato ancora Campanini, partito con una connotazione fortemente sociale, relazionale, un po’ alla volta si è concentrato soprattutto su alcune dimensioni individualiste, di cui da una parte l’esasperazione della sessualità (sesso   facile   ) e dall’altra il ricorso alla violenza sono lo specchio. Il movimento ha così essenzialmente favorito una spinta esasperatamente individualista.

Ha infine notato come l’attuale fase di post-modernità o “seconda modernità” sia quasi al capolinea, nel senso che la deriva individualista portata all’estremo sta portando a situazioni inaccettabili di fronte alle quali la coscienza comune si sta ribellando. Ci sono segnali quali il ritorno dell’economia di comunione, il superamento del capitalismo selvaggio che fanno ben sperare. Ciò impone ai credenti, ma anche ai non credenti, di ritornare a pensare all’uomo non più in termini soltanto individualistici od esclusivamente sociali, ma tenendo presente la complessità dell’umano. Un processo che dovrebbe essere fatto con il più largo apporto possibile di pensatori, anche di diverse sponde ideologiche e religiose.

Nel corso del Tavolo di confronto su “Un nuovo umanesimo per la politica”, coordinato puntualmente da Piergiorgio Maiardi, hanno raccontato esperienze ed offerto analisi e proposte il consigliere regionale dell’Emilia Romagna Giuseppe Boschini (“Umanesimo non è un generico interesse per l’uomo”. “L’umanesimo è mettere l’uomo al centro mediante una progettualità ed una visione d’insieme. E’ avere una visione di società e di sviluppo”), la già presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti (“L’attuale complessa proposta di umanità ci viene dalla Laudato sì”. Ha richiamato alcune condizioni “per l’armonia della nostra casa comune”, “famiglia di tutti”, considerando “l’uomo amministratore responsabile”. Ed ha svolto alcune considerazioni sulla democrazia e sulla laicità in rapporto alla multiculturalità) ed il prof. Piergiorgio Grassi dell’Università di Urbino (“Dobbiamo preparare il futuro con la consapevolezza del male nella storia”. “Una caratteristica dell’umanesimo del cattolicesimo democratico è quella di demitizzare la pretesa di creare una società perfetta”. Ha invitato, alla fine, a tornare ad avere coscienza evangelica e biblica).

Di alto profilo teologico la meditazione di Battista Angelo Pansa su “Cristo, l’Uomo Nuovo” (vedi schema e testo integrale) con cui si sono concluse le riflessioni del Seminario.