Lettera a Bersani

 All’On. Pierluigi Bersani

Segretario del Partito Democratico

 Caro Segretario,

Agire Politicamente, associazione di cattolici democratici, nata per ripensare la tradizione ideale e storica del cattolicesimo democratico e riproporne l’attualità culturale e politica, considera la nascita del Partito Democratico fattore di novità nella storia dei partiti politici e occasione di rinnovamento della politica italiana. Ma ritiene anche che sia un’opportunità storica per il movimento politico dei cattolici. Per queste ragioni, abbiamo accompagnato sin dall’inizio, nei limiti statutari della nostra associazione, che è politica ma non partitica, il percorso avviato di costruzione del “partito nuovo”.

Ci è sembrato decisamente inedito e significativamente innovativo l’incontro, per un progetto unitario, delle tre grandi culture che hanno elaborato la nostra Costituzione repubblicana:il personalismo comunitario del cattolicesimo democratico, l’umanesimo della tradizione social-comunista, la concezione liberale dei diritti individuali.

L’associazione non ha risparmiato severe critiche alla gestione verticistica e alla spartizione interna che hanno segnato i primi passi del Partito, prima e dopo la campagna per le elezioni politiche. Perciò, pur riconoscenti alla generosità di Walter Veltroni, abbiamo salutato con rinnovata speranza il passaggio alla nuova segreteria di Dario Franceschini  e abbiamo condiviso la scelta di andare al congresso in tempi brevi e di indire le “primarie” per l’elezione del segretario.

In un documento del settembre scorso, diffuso su tutto il territorio nazionale, abbiamo sollecitato un’effettiva e larga ma trasparente partecipazione popolare alle primarie, opportunamente aperte a tutti i cittadini, poiché le abbiamo considerate quale momento di impegno e di evidenza della vocazione sociale del Partito, nonché di piena legittimazione elettiva del segretario. Perciò, ci siamo rammaricati che, nel corso della campagna, si sia tentato, da qualche parte, di ridimensionarne la valenza e, perfino, di delegittimarle. L’avvenuta larga partecipazione dei cittadini va intesa anche come consenso popolare ad un meccanismo, fondamentalmente valido, anche se bisognoso di ulteriore definizione.

Agire Politicamente, considerando indispensabile il contributo del cattolicesimo democratico alla costruzione del progetto politico del Partito Democratico, ha impegnato i propri soci, nella corsa alle primarie, a sostenere le candidature che, a livello nazionale e locale, si richiamassero esplicitamente alla cultura cattolico-democratica, lasciando, comunque, a ciascuno, la libertà responsabile delle scelte.

 

 

Per la tua elezione alla segreteria nazionale, formuliamo i migliori auguri di buon lavoro e, mentre assicuriamo la nostra piena disponibilità di collaborazione, vorremmo sciogliere alcune riserve sul tuo progetto di Partito.

Sin dal primo costituirsi, abbiamo parlato di “identità plurale” del Partito Democratico per dire che il suo progetto politico, nel quale deve essere riconoscibile l’identità, è stato pensato quale esito, definito anche se non definitivo, del confronto interno tra le culture originarie: culture diverse, chiamate non a rivendicare quote di appartenenza né a omologarsi nella spartizione del potere, ma sinceramente abitate da un’etica condivisa della mediazione, per intrecciarsi nella prospettiva di una sintesi alta e di una unità progettuale.

A questo progetto guardiamo con speranza e temiamo qualsiasi egemonizzazione di una componente culturale sulle altre. Così come temiamo ritorni identitari ed eventuali derive social democratiche.

Ci preoccupa anche una eventuale marginalizzazione del cattolicesimo democratico e, comunque, l’utilizzazione di questa cultura politica come riserva per le questioni eticamente sensibili, trascurando il fatto che è confluita nel Partito Democratico quale componente strutturale del progetto, nella convinzione che il PD non possa prescindere dall’ idea di società e di democrazia cara alla tradizione di questa cultura.

Infine, riteniamo che, per rispondere alla sua vocazione sociale e popolare, il PD debba evidenziare, nella sua struttura organizzativa, la propria natura associativa e la collegialità effettiva degli organi gestionali e deliberativi. Tutte le cariche siano realmente contendibili attraverso processi democratici e siano distinte dagli incarichi istituzionali e di governo nazionale e locale.

La vocazione sociale del Partito dovrà risultare dalla sua apertura alla società civile, della quale è chiamato a cogliere le ansie, i bisogni ma anche le attese e le speranze di futuro. Per questa apertura, una collaborazione significativa potrà venire dall’associazionismo politico che ha aderito o collaborato alla nascita del Partito e ne accompagna, con partecipazione critica, il percorso.

L’istituzione di una consulta o forum delle associazioni potrebbe offrire anche il “luogo” e lo “strumento” di tale collaborazione, per la quale anche noi rinnoviamo la nostra disponibilità, con l’augurio di buon lavoro al servizio del bene comune, che non è mai il bene di una parte o della maggioranza ma di tutti e di ciascuno

 Da “Riflessioni e proposte” del convegno “Cattolici e democratici per un progetto alternativo di società”, Roma, 7 e 8 novembre 2009

Lino Prenna

e il Consiglio nazionale di Agire Politicamente