Bologna: in attesa di un sindaco... pensiamo all'ACQUA

Dopo aver espresso la convinzione che la situazione che si è creata nella città, con le dimissioni del Sindaco Flavio Delbono e la nomina del Commissario, non è dovuta ad un infortunio di percorso ma piuttosto ad un progressivo degrado del rapporto fra politica e società, le nostre associazioni, che si ispirano al cattolicesimo democratico, hanno proposto, nello scorso mese di aprile, l’avvio di un “percorso costituente” largamente partecipato dalla comunità cittadina, nelle sue componenti sociali e politiche, per la costruzione del futuro della città.

Si tratta di un percorso che richiede ad ogni componente l’impegno del proprio apporto di idee, di conoscenza e di esperienza ed ai Partiti di farsi promotori, animatori e referenti politici per la traduzione dell’apporto di ciascuno in una proposta  politica organica: lungi da una diminuzione del ruolo dei partiti, se ne evidenzia, invece, la insostituibilità per la promozione di una democrazia effettivamente partecipata e di una politica ancorata alla realtà della città.

Questo primo periodo del cammino verso le elezioni che dovranno restituire un governo democratico alla città appare, invece, caratterizzato principalmente da una discussione su “chi” dovrà essere il candidato sindaco e su quali modalità dovranno essere adottate per sceglierlo (primarie di partito, di coalizione, di area politica….e modalità delle primarie…), piuttosto che da un confronto sui temi che caratterizzano l’attualità ed il futuro della città.

Il dibattito sui contenuti si sviluppa con fatica attraverso iniziative estemporanee, promosse da singole componenti,senza il coinvolgimento di tutta l’area sociale e politica  del centro sinistra   che rappresenta  la maggioranza della comunità cittadina e che, pertanto, porta la principale responsabilità nella progettazione del futuro della città e della sua amministrazione.

In coerenza con la proposta formulata, le nostre associazioni ribadiscono il proprio impegno a sottoporre ai Partiti ed alle altre componenti sociali e politiche dell’area di centro sinistra, in cui si riconoscono, alcuni contenuti, ritenuti prioritari, che riguardano, in particolare : il welfare locale ed il passaggio da un sistema di “stato sociale” ad un sistema di “società sociale”, il lavoro, la condizione giovanile, la partecipazione ed il decentramento ed i loro strumenti efficaci, il ruolo del centro storico, la gestione dei servizi pubblici e il no fermo alla loro privatizzazione.

Fra questi temi ne abbiamo individuato uno da affrontare per primo in quanto paradigmatico del concetto di democrazia e di bene comune: si tratta del servizio di erogazione dell’acqua su cui, attraverso la cosiddetta legge Ronchi sulla privatizzazione dell’acqua, si evidenzia quale considerazione di detti concetti abbia l’attuale governo.

Su questo abbiamo avviato una riflessione in un convegno tenutosi nella metà dello scorso mese di Giugno e, sulla scorta degli autorevoli interventi e contributi, abbiamo tratto alcune prime proposte che vorremmo verificare con i partiti e con le altre componenti sociali.

Al proposito sottolineiamo una significativa consonanza con l’azione del Partito Democratico per una iniziativa legislativa capace di formulare una proposta complessiva di gestione del servizio idrico integrato; rileviamo altresì che detta iniziativa può collocarsi all’interno di un quadro d’azione sinergico con l’operato  dei comitati per il referendum per l’abrogazione della legge Ronchi.

 

Riteniamo debba essere da condividere l’organizzazione del modello di gestione del servizio idrico integrato che prevede una articolazione sostanzialmente su tre livelli:

Il primo costituito da una forte autorità nazionale formata congiuntamente da Stato e Regioni con compiti di coordinamento generale, pianificazione e controllo, nonché di indirizzo finanziario e tariffario con i necessari interventi equitativi fra diverse zone del Paese e fra diverse categorie sociali; ed anche di intervento diretto per l’utilizzazione e la distribuzione di risorse idriche riguardanti più regioni.

Il secondo costituito dalle Regioni e dal complesso degli enti locali cui compete la responsabilità della organizzazione del servizio idrico integrato a partire dalla definizione di ambiti territoriali ottimali secondo parametri efficaci, fino alle scelte relative all’affidamento del servizio idrico.

Il terzo costituito da comuni, consorzi di comuni o da loro aziende a cui le Regioni verrebbero ad affidare la gestione globale degli usi dell’acqua nell’ambito del bacino loro assegnato.

E’ assolutamente necessario che vengano definite con il massimo di chiarezza le sfere di competenza allo scopo di impedire che l’ente coordinatore e fornitore divenga anche ente distributore e viceversa.

Perché il sistema funzioni efficacemente risulta in tutta evidenza che deve essere assolutamente eliminato qualsiasi scopo di lucro.

All’interno di questo modello si devono realizzare le  priorità rappresentate da:

- piano nazionale e regionale per abbattere i fenomeni di dispersione oggi compresi fra il 20%e il 60% della risorsa idrica, superando le semplici manutenzioni;

- superamento della legge 10/2008 specie relativamente al rapporto fra ATO – ciclo completo del servizio idrico, rivedendo per valorizzarlo il ruolo del cittadino consumatore.

-censimento di tutte le acque di superficie e di falda, nonché delle captazioni in essere anche allo scopo di contrastare i fenomeni di subsidenza.

-definizione di una “carta degli usi” sulla quale articolare le diversificazioni tariffarie mirate a fornire “un’acqua per ogni uso”

-attuazione di politiche di trasparenza a partire dalla “carta dei servizi” fino alla chiarezza di lettura della “bolletta”e fino ai controlli su qualità-efficienza-risparmio, che in quanto parametri legati a forme di incentivazione devono prevedere un ruolo efficace per le rappresentanze dell’associazionismo dei consumatori.

-tariffe modulate come corrispettivo del  servizio e costruite sulla incentivazione del risparmio e la lotta agli sprechi.

-uscita dalla logica della tariffazione sociale come meccanismo di redistribuzione del reddito a carico delle strutture aziendali, prevedendo interventi a favore delle classi sociali disagiate e delle fascie di nuova povertà collocati all’interno dei sistemi di welfare locale.

 

Riteniamo, però, che tali interventi rischino di essere insufficienti  se non si pongono in essere altre azioni  di natura propriamente culturale ed educativa, come iniziative concordate e programmate, a livello locale, fra istituzioni e strutture scolastiche tese a produrre una vera e propria cultura dell’acqua come risorsa comune, preziosa, da preservare e non certamente a disposizione per produrre profitto privato..

Così come ci sembra indispensabile mantenere qualunque ipotesi di intervento all’interno di un contesto politico che sottolinei fortemente e renda evidente in ogni suo passaggio la ferma determinazione di impedire la privatizzazione della risorsa acqua.

A questo proposito riteniamo indispensabile che l’amministrazione regionale, per quanto di sua competenza, si attivi in tutte le sedi appropriate per affermare il principio della assoluta indisponibilità della risorsa acqua per una mercificazione rivolta al profitto privato, in ciò comprendendo anche un eventuale ricorso di costituzionalità contro l’art.15 del D.L. 135/9.

Altrettanto riteniamo indispensabile che venga inserito nello statuto comunale della nostra città il riconoscimento dell’acqua come bene comune e diritto umano universale,dichiarando il servizio idrico privo di rilevanza economica e, quindi,  come recita la deliberazione del Parlamento Europeo dell’11 Marzo 2004, “non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno “

 Su queste scelte concrete, che riteniamo fondamentali per la gestione di un servizio pubblico vitale, quale è quello di erogazione dell’acqua, devono dare una risposta precisa, per quanto compete all’ambito locale, i Partiti e coloro che intendono candidarsi al governo della nostra Città!

 

AGIRE PER DEMOCRAZIA E VALORI – AGIRE POLITICAMENTE – CIRCOLO ACLI” GIOVANNI XXIII” – CIRCOLO ACLI” RENZO PILLASTRINI”- PORTA STIERA

 

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