Matrimonio e Divorzio

« Per la durezza del vostro cuore (Mose') scrisse per voi questa norma... l'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto » (Mc 10,5-9)

(l'esperienza del limite e del peccato come sklerocardia di fronte alle esigenze dell'indissolubilità del vincolo matrimoniale)

 Traccia per una riflessioni di antropologia biblica presso il «Seminario Agire Politicamente - Estate 2013, sul tema: “La famiglia, seminarium rei publicae ”»

 

Mons. Angelo Battista Pansa – Biblista e Parroco

Santuario di Nostra Signora della Guardia – (Ceranesi - Genova), 25 agosto 2013



 

Logia

[31] Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio;

[32] ma io vi dico:

chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato (fornicazione-lussuria?), la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.(Mt5, 31-32)

[18] Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio;

chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio. (Lc 16,18)

Disputa scolastica o pubblica

[2] E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: « E` lecito ad un marito ripudiare la propria moglie? ».

[3] Ma egli rispose loro: « Che cosa vi ha ordinato Mosè? ».

[4] Dissero: « Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla».

[5] Gesù disse loro: « Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma.

[6] Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina;

[7] per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola.

[8] Sicché non sono più due, ma una sola carne.

[9] L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto ».

[10] Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse:

[11] « Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei;

[12] se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio ».(Mc 10, 12-12)

[3] Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: « E` lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo? ».

[4] Ed egli rispose: « Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse:

[5] Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?

[6] Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi ».

[7] Gli obiettarono: « Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via? ».

[8] Rispose loro Gesù: « Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così.

[9] Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio ». (Mt 19, 3-9).

Una comunione indissolubile

L'indissolubilità, esigenza della personale e totale donazione dei coniugi

20 a. La comunione coniugale si caratterizza non solo per la sua unità, ma anche per la sua indissolubilità: "Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l'indissolubile unità"  .

È dovere fondamentale della Chiesa riaffermare con forza - come hanno fatto i padri del sinodo - la dottrina dell'indissolubilità del matrimonio: a quanti, ai nostri giorni, ritengono difficile o addirittura impossibile legarsi ad una persona per tutta la vita e a quanti sono travolti da una cultura che rifiuta l'indissolubilità matrimoniale e che deride apertamente l'impegno degli sposi alla fedeltà, è necessario ribadire il lieto annuncio della definitività di quell'amore coniugale, che ha in Gesù Cristo il suo fondamento e la sua forza (cfr. Ef 5, 25) .

Radicata nella personale e totale donazione dei coniugi e richiesta dal bene dei figli, l'indissolubilità del matrimonio trova la sua verità ultima nel disegno che Dio ha manifestato nella sua rivelazione: egli vuole e dona l'indissolubilità matrimoniale come frutto, segno ed esigenza dell'amore assolutamente fedele che Dio ha per l'uomo e che il Signore Gesù vive verso la sua Chiesa.

Il sacramento fa partecipi gli sposi dell'amore assolutamente fedele di Cristo

20 b. Cristo rinnova il primitivo disegno che il Creatore ha iscritto nel cuore dell'uomo e della donna, e nella celebrazione del sacramento del matrimonio offre un "cuore nuovo": così i coniugi non solo possono superare la "durezza del cuore" (cfr. Mt 19, 8) , ma anche e soprattutto possono condividere l'amore pieno e definitivo di Cristo, nuova ed eterna alleanza fatta carne. Come il Signore Gesù è il "testimone fedele" (cfr. Ap 3, 14) è il "sì" delle promesse di Dio (cfr. 2Cor 1, 20) e quindi la realizzazione suprema dell'incondizionata fedeltà con cui Dio ama i1 suo popolo, così i coniugi cristiani sono chiamati a partecipare realmente all'indissolubilità irrevocabile, che lega Cristo alla Chiesa sua sposa, da lui amata sino alla fine (cfr. Gv 13, 1) .

Il dono del sacramento è nello stesso tempo vocazione e comandamento per gli sposi cristiani, perché rimangano tra loro fedeli per sempre, al di là di ogni prova e difficoltà, in generosa obbedienza alla santa volontà del Signore: "Quello che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi" (cfr. Mt 19, 6) .

(GIOVANNI PAOLO II , Familiaris consortio)

La pastorale dei divorziati risposati

7. Perciò il Sinodo, parlando del ministero pastorale verso coloro che sono passati ad una nuova unione dopo il divorzio, loda quei coniugi che, pur angustiati da gravi difficoltà, tuttavia hanno testimoniato nella propria vita l'indissolubilità del matrimonio. Nella loro esistenza si coglie infatti una valida testimonianza di fedeltà verso l'amore che ha in Cristo la sua forza e il suo fondamento.

I Padri Sinodali inoltre, mentre affermano l'indissolubilità del matrimonio e la prassi della Chiesa di non ammettere alla Comunione eucaristica i divorziati che contro la norma si sono uniti in un nuovo matrimonio, esortano i Pastori e tutta la Comunità cristiana perché aiutino questi fratelli e sorelle a non sentirsi separati dalla Chiesa, non solo, ma in virtù del Battesimo essi possono e devono partecipare alla vita della Chiesa pregando, ascoltando la Parola, assistendo alla Celebrazione eucaristica della comunità e promuovendo la carità e la giustizia.

Quantunque non si debba negare che tali persone possano ricevere, se ne ricorrano le condizioni, il Sacramento della penitenza e quindi la Comunione eucaristica, quando sinceramente abbracciano una forma di vita, che non contrasti con la indissolubilità del matrimonio - cioè quando l'uomo e la donna, che non possono soddisfare l'obbligo della separazione assumono l'impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi, e quando non c'è motivo di scandalo - tuttavia la privazione della riconciliazione sacramentale con Dio non li distolga dalla perseveranza nella preghiera, dall'esercizio della penitenza e della carità perché possano conseguire la grazia della conversione e della salvezza.

È bene che la Chiesa pregando per loro e sostenendoli nella fede e nella speranza si dimostri madre misericordiosa.


Vedi dossier sul Seminario Agire Politicamente - Estate 2013, sul tema: “La famiglia, seminarium rei publicae

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