“La società deve ribellarsi al degrado dell’Italia”

Il prof. Lino Prenna invita i cattolici democratici alla protesta

Marco Politi
15 Maggio 2011

 

Quousque tandem... fino a quando si deve sopportare?”. I cattolici democratici, come Cicerone rivolto a Catilina, si chiedono fino a quando l’Italia dovrà. essere degradata e scardinata. “Agire politicamente”, la loro rivista, ha dedicato questo titolo alla situazione del Paese.

Dice Lino Prenna, professore di Filosofia dell’educazione e coordinatore del movimento collegato a varie realtà. del mondo cattolico (Città. dell’uomo, Rosa bianca, Argomenti 2000, Cristiano sociali, fondazione “Persona, comunità., democrazia”), che non si può accettare la “devastazione delle istituzioni” attuata dal berlusconismo. “L’ora richiede un’azione sistematica di protesta da parte della società. e sull’altro versante il rifiuto di Napolitano di firmare leggi non conformi alla Costituzione.”

Dire cattolici democratici è riferirsi a un tessuto di credenti apparentemente invisibile. Sono minoranza, ma ramificati nella società.. Inseriti nelle professioni, impegnati nelle parrocchie, attivi nelle strutture sociali e istituzionali. Eredi della tradizione di Scoppola, Lazzati, Moro e - più indietro ancora nel tempo - Dossetti. Concilio e Costituzione potrebbe essere il loro motto.

“Stiamo assistendo - afferma Prenna - ad una caduta della qualità. democratica del Paese. Attacchi continui alle istituzioni, delegittimazione degli organismi di garanzia, pretesa di subordinare la magistratura al potere politico. Il governo manifesta sistematicamente insofferenza per regole e procedure che sostanziano la democrazia. Il governo considera la Costituzione ostacolo alla propria azione”.

Eppure sono con Berlusconi esponenti di proclamata fede cristiana. Come si spiega?

Non riesco a individuare un sentire cristiano in posizioni che sostengono, legittimano o scusano quanto sta succedendo. L’unica spiegazione è quella della sindrome di Stoccolma. Sono ostaggi del sistema berlusconiano. Servirebbe uno scatto di autonomia per liberarsi dalla dipendenza”.

Certo non si avverte nulla di cattolico nella maggioranza, a parte l’allineamento verbale con il Vaticano.

Bisogna andare alle radici culturali dell’attuale situazione. Negli ultimi decenni si è fatto strada un cambiamento di mentalità.. E’ stato creato un modello culturale, anche grazie alla televisioni Mediaset, che svaluta qualsiasi idea di comunità., di appartenenza nazionale, di bene comune. àˆ stato propagandato un individualismo totale, che è contrario all’essenza del cattolicesimo. A sua volta questo governo fornisce legittimazione ad una mutazione antropologa che devasta le coscienze. D’altronde anche il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, denuncia il disastro antropologico sotto gli occhi di tutti.

I vertici ecclesiastici denunciano ogni tanto, ma poi si attestano su una posizione di appoggio al governo.

Preparandoci alle ultime Settimane sociali, abbiamo detto che tutto questo è avvenuto con la complicità., più o meno consapevole, di parte del mondo cattolico e di gerarchia ecclesiastica. C’è un temporalismo, che diventa collusione con il governo. Nei silenzi si svolgono trattative di fatto tra vertici ecclesiastici e politici. E invece è urgente un nuovo inizio per risanare il tessuto sociale e ricentrare l’asse culturale del Paese sul primato del bene comune. La Chiesa, come dice il Concilio, non deve identificarsi con un sistema politico. La sua missione è la formazione delle coscienze, specialmente in un Paese espropriato del suo futuro com’è l’Italia.

Invece abbiamo sentito e sentiamo voci cattoliche autorevoli affermare che i pessimi comportamenti privati sono un fatto personale, perché conta solo il risultato del governare.

E’ sconfortante. Mai la morale tradizionale ha separato la vita personale da quella pubblica. E’ il contrario della dottrina cattolica per la quale tutto ciò che di bene o di male fa una persona supera il proprio l’ Io e ha un’incidenza pubblica. Questo tipo di separazione radicale è tipica della visione liberistica, non appartiene al cattolicesimo.

Come mai tace anche il mondo dell’associazionismo cattolico?

C’è difficoltà. oggi ad essere laici nella comunità. ecclesiale. Si è riaffacciata una concezione clericale di Chiesa. In certi momenti alcune associazioni sono state quasi commissariate. La stagione ruiniana, di cui porta la responsabilità. anche Giovanni Paolo II, ha pesato molto con il suo insistere sull’ “obbedienza”. Non dimentichiamo che al tempo del referendum sulla procreazione assistita le associazioni furono chiamate ad una ad una dalla Cei per allinearsi sull’astensione.