Etica

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TRAVOLTI DA UN’INSOLITA PASSIONE

E’ possibile una politica basata sull’amore?

Modena

Lunedì 19 novembre 2012 - ore 21

Sala conferenze del Palazzo Europa

Intervento di:

don Giovanni Nicolini

 parroco a S. Antonio da Padova alla Dozza di Bologna, fondatore e superiore delle Famiglie della Visitazione

 

Evento organizzato da:

CENTRO CULTURALE FRANCESCO LUIGI FERRARI

Via Emilia Ovest 101 - 41124 Modena

tel. 059 334537 - fax 059 827941 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.     www.centroferrari.it 

ACLI Modena

Azione Cattolica Modena-Nonantola



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I diritti del malato in tempo di crisi

Bologna

Martedì 27 Novembre 2012 - ore 20:45

 

 

Manifestazione con la partecipazione di:

CARLO HANAU


Organizzata da

Circolo ACLI Giovanni XXIII - Bologna


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XI GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANO ISLAMICO

Bologna

LUNEDI’ 29  OTTOBRE 2012 - ore 20:30

NELLA  EX  SALA  DEL  CINEMA  CASTIGLIONE

Piazza di Porta Castiglione 3 (Cancello accanto a quello dell’ingresso dei Giardini Margherita)

INCONTRO  TRA  CRISTIANI,  MUSULMANI,  APPARTENENTI  AD  ALTRE

REALTA’  RELIGIOSE  E  TRA  TUTTI  COLORO  CHE  DESIDERANO PERCORRERE  UN  CAMMINO  DI  PACE, DI  RECIPROCO  RICONOSCIMENTO  E DI SERENA  CONVIVENZA

Programma:

  • Presentazione dell’incontro  (Marialuisa Cavallari di Noi Siamo Chiesa)
  • Illustrazione di alcuni articoli della Costituzione (Dr: Francesco Rosetti)
  • Lettura e commento di alcuni brani del Corano e della Bibbia da parte di credenti delle rispettive fedi,

 

L’incontro è stato promosso da Noi Siamo Chiesa Emilia Romagna e al momento hanno dato la loro adesione le seguenti Comunità ed Associazioni:

  • Centro di cultura islamica di Via Pallavicini 13
  • Comunità di base di Bologna
  • Ass. “Amici di Ronzano “
  • Pax-Cristi
  • Ass: Percorsi di Pace di Casalecchio di Reno

 

Siamo in attesa di altre adesioni, già in parte annunciate e aspettiamo tutti coloro che vogliono concretamente vivere la loro aspirazione alla pace ,alla giustizia alla solidarietà perché “ il dialogo è lo sforzo sulla via di Dio che ci compete e ci onora “


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Il pensiero laico

Ieri e oggi

Padova

Venerdì 5 ottobre 2012, ore 10-18

Via Accademia, 7

Interventi di:

  • Oddone Longo - Presidente dell’Accademia Galileiana
  • Francesco Bottin - Professore di Storia della filosofia medievale, Università di Padova
  • Gregorio Piaia - Professore di Storia della filosofia, Università di Padova
  • Gilberto Muraro - Coordinatore del Comitato Padovano per il 150º dell’Unità d’Italia
  • Mario Isnenghi - Emerito di Storia contemporanea, Università di Venezia
  • Pietro Bellini - Accademico dei Lincei, Emerito di Diritto Ecclesiastico, Università la Sapienza di Roma.

Tavola rotonda su: Laicità oggi: la società multi religiosa, le nuove convivenze, le sfide della bioetica

  • Vincenzo Milanesi - Professore di Filosofia Morale e Direttore del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata, Università di Padova
  • Stefano Allievi - Professore di Sociologia, Università di Padova
  • Renato Pescara - Professore di Diritto Privato, Università di Padova
  • Antonio Da Re - Professore di Filosofia Morale, Università di Padova e Membro del Comitato Nazionale per la Bioetica
  • Mario di Napoli - Presidente Nazionale dell’Associazione Mazziniana Italiana

Enti promotori:

  • Accademia Galileiana di Scienze, Lettere e Arti
  • Università di Padova - Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Padagogia e Psicologia applicata
  • Comitato padovano per le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia
  • Associazione Mazziniana Italiana
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PD e nuovi diritti

Nota di Maria Rosa Biggi Faggioni, consigliera nazionale di Agire Politicamente, in margine al documento della Commissione Diritti del Partito Democratico approvato dall’Assemblea Nazionale del Partito.

Maria Rosa Biggi –Assemblea Provinciale PD

15 Luglio 2012

Un grande partito, come è il Pd, che nasce dalla volontà di unificare due culture storicamente e, per certi aspetti, contenutisticamente differenti può trovare, sul piano delicatissimo dei diritti e dei temi “eticamente sensibili”, un punto alto di sintesi o almeno una base di principi ampiamente condivisi su cui costruire una comune cultura politica? Si tratta di una sfida impegnativa e coraggiosa che intende affrontare temi finora lasciati allo spazio delle coscienze individuali e difficilmente discussi nelle sedi di un partito. Impegno portato a termine,dopo un anno e mezzo di elaborazione,da un comitato presieduto da Rosy Bindi e composto da circa trenta tra delegati dell’Assemblea Nazionale ed esperti che ha prodotto un documento di grande spessore culturale. Di fronte alla faticosa e lunga mediazione tra posizioni differenti, è veramente riduttivo limitare la discussione sulla complessità del documento ad un unico punto, quello delle coppie omosessuali, che si inserisce all’interno di una elaborazione di ampio respiro.

Se la premessa ripropone il concetto che una nuova cultura dei diritti non può prescindere da una cultura dei doveri e delle responsabilità,come richiama l’art. 2 della Costituzione, il confronto con la realtà contemporanea ci impone la necessità di affrontare il tema in modo nuovo rispetto al passato. Si tratta di partire dalle conseguenze della rivoluzione tecnologica, che consente alla tecnica di intervenire sugli stessi fondamenti biologici dell’esistenza, fino al contesto multiculturale caratterizzato dal pluralismo delle concezioni del mondo che comporta il riconoscimento del proprio limite, in nome del rispetto e delle possibilità di dialogo con l’altro, alla necessità, infine, di considerare la deliberazione politica come risultato di una sintesi provvisoria e perfettibile, partendo sempre e comunque dal riconoscimento della centralità della dignità assoluta di ogni essere umano. In questo contesto, che parte dal riconoscimento della natura non strumentale della persona, si inserisce l’importanza di una duplice lotta,fondamentale per un partito democratico,quella contro la disuguaglianza e quella per il riconoscimento del valore della differenza, in particolare per quella di genere.

Tra le sfide immediate dell’oggi si collocano sia le violazioni che toccano il corpo, in particolare la violenza sessuale e il susseguirsi delle uccisioni delle donne, sia le violazioni nell’ambito della sfera spirituale, come il mancato riconoscimento della libertà di pensiero e di religione, da cui l’importanza dell’accesso ad una informazione libera e plurale, garantita da un effettivo pluralismo dei mezzi di comunicazione di massa, sia infine le violazioni dei diritti nell’ambito delle relazioni e delle organizzazioni sociali. A questo punto si inserisce il tema, oggi oggetto di acceso dibattito,di “una pluralità di forme di convivenza”: punto che invito a leggere integralmente, senza pregiudizi, nel rispetto delle opinioni di tutti, comprese quelle di chi ha fatto la fatica di elaborare il testo. Sulla base di principi fondamentali, come la centralità del soggetto rispetto alle sue relazioni, e del legittimo pluralismo, si riconoscono i diritti e i doveri che nascono nelle diverse formazioni sociali in cui può articolarsi la vita personale e di coppia. Riconoscimento che dovrà essere rispettoso sia degli art. 29, 30 e 31 della Costituzione, che stabiliscono i diritti-doveri della famiglia e il dovere della Repubblica di agevolarla e sostenerla, sia dell’art. 2 che parla dei diritti di ogni persona a realizzarsi all’interno delle formazioni sociali, articolo ripreso dalla Corte Costituzionale che ”tra le formazioni sociali annovera anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone, nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri”.

Documento ampio e complesso, come complessa è la materia, che è difficile semplificare nei termini e nei concetti senza banalizzarla, e che tiene conto delle diverse sensibilità all’interno del partito che lo ha votato all’Assemblea Nazionale a stragrande maggioranza. Documento però chiaro nei punti cruciali: riconoscimento anche giuridico delle coppie omosessuali, distinzione rispetto alla famiglia fondata sul matrimonio.

La crisi che stiamo attraversando è anche una crisi che interroga i fondamenti stessi della nostra società. Senza il riconoscimento di principi fondamentali e di un’etica condivisa è ancora possibile la permanenza stessa di una società fondata sui diritti e sui doveri per tutti? Oppure ognuno seguirà il ”suo particulare” nell’indifferenza per l’interesse e per il bene comune? E la nostra Costituzione potrà ancora fondare la nostra convivenza?


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Documento della Commissione Diritti del Partito Democratico approvato dall’Assemblea Nazionale del PD.

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Marriage

Milano, Luglio 2012

Nel documento proposto dal "Comitato diritti" del PD, e votato dalla rispettiva assemblea nazionale, non sono dunque previste le “nozze gay”. E così, continua lo scontro tra Paola Concia e Rosy Bindi, e rispettivi ambienti. Io sto convintamente con quest’ultima, registrando tra l’altro che i “followers” della prima rappresentano, obiettivamente, una minoranza interna davvero piccola.

In argomento, senza voler entrare ulteriormente (non ne ho le capacità) nel merito delle sentenze della Corte di Cassazione e della Corte costituzionale che hanno trattato la questione, mi par di capire che da quei supremi organismi non sia venuto un formale “via libera” al riconoscimento, in Italia, del “matrimonio” tra omosessuali. E credo, dunque, sia bene così. La delicata materia, è noto, è oggetto di accese discussioni e di contrastanti decisioni in diverse parti del mondo occidentale avanzato. Il mio punto di vista è (lo devo ovviamente segnalare) quello di una persona non più giovane, che, sul suo vocabolario della lingua italiana edito da Garzanti nel 1983, alla voce “matrimonio”, legge: “contratto (termine indubbiamente assai riduttivo, peraltro) tra un uomo e una donna”. Una definizione che risale a trenta anni fa, dunque non recentissima ma neppure vecchia di secoli. Quanto al “dettato costituzionale”, poi, non ho letto gli atti parlamentari in proposito ma non credo sia difficile immaginare che i “costituenti”, nello stabilire, all’articolo 29 della Carta, che “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, pensassero anche alle “nozze gay”. Certo, il mondo si è poi evoluto, i cambiamenti sociali e culturali sono stati e sono straordinari, e l’attenzione ai “diritti civili”, per fortuna, è, cresciuta tantissimo. Tuttavia, considero questo: per sostenere la legittimità del matrimonio omosessuale, gli interessati respingono il dubbio, espresso da una parte di coloro che sono invece contrari, che esso possa provocare nei bambini che crescono in quel tipo di famiglia una mutazione antropologica e un indebolimento della costruzione della loro identità sessuale. Non sarebbe poi, per i medesimi, l’orientamento sessuale del genitore a determinare quello dei figli e, in ogni caso, non sarebbe affatto dimostrato che i bambini, per crescere bene, abbiano bisogno di un “padre” e di una “madre”. La mia personalissima impressione, non da “esperto”, per carità, è che, in realtà, a oggi, non vi siano ancora provatissimi elementi a sostegno di tali tesi, e che, pertanto, un poco di prudenza in materia continui a essere opportuna. Del resto, mi pare che lo stesso “senso comune” prevalente porti a considerare di buon senso, appunto, il valore di una famiglia composta da papà, mamma e figlio/i. Tornando ai diversi “ambienti” del partito democratico, è comunque evidente che quel tipo di matrimonio è assolutamente “indigeribile” per la componente cattolica (che si ritrova in argomento –ed è uno dei pochi- in accordo con i cattolici degli altri schieramenti, di centro e di destra). Sulla questione dell’omosessualità, d’altronde, il Corriere della sera ci ha riportato tempo fa il pensiero del cardinale Martini, sostanzialmente favorevole (come i cattolici democratici) alle “unioni civili”. Una posizione straordinariamente innovativa, all’interno della Chiesa. Il prelato ha tuttavia affermato altresì che “Dio ci ha creato uomo e donna e che perciò la dottrina morale tradizionale conserva delle buone ragioni su questo punto”, e che lui sostiene il matrimonio “tradizionale”, con tutti i suoi valori”. Insomma, in materia, la Roma cattolica, apostolica, romana (ma anche la Milano cattolica, dunque) locuta est, per i credenti, e pertanto causa finita est”. Credenti che, in ogni caso, non obbediscono semplicemente a un precetto esterno cieco e irrazionale, ma vedono confermata una precisa convinzione che hanno “dentro”. Certo, lo Stato “laico” può (molti dicono “deve”) non tenerne conto. Nella situazione presente, tuttavia, la posizione –condivisa peraltro dalla maggioranza del partito-  di Bindi & company, dunque della componente ”democratica” del mondo,  favorevole, nel campo, al riconoscimento delle “unioni” civili che comportino precisi, concreti diritti, ma non del “matrimonio” (la differenza non è solo questione semantica, ovviamente), appare la più ragionevole. Per gli stessi equilibri interni tra “laici” e cattolici. Se poi gli “ultras” delle nozze gay pensano, in materia, di costruire una maggioranza con Fini, Di Pietro, Grillo, e le componenti di destra favorevoli, si accomodino.