E’ DA VIGLIACCHI TIRARSI INDIETRO

“MA ORMAI NON C’E’ NIENT’ALTRO CHE LA POLITICA

E, FINCHE’ E’ COSI CONFUSA E MALVAGIA,

E’ DA VIGLIACCHI TIRARSI INDIETRO”

Sophie Scholl  

Pietro Lacorte

Il sommo Pontefice, nel corso dell’omelia tenuta domenica scorsa a Viterbo, ha richiamato ogni cristiano al dovere di partecipare alla vita politica, come espressione di un impegno per il “bene comune”, in obbedienza al comandamento della carità verso il prossimo.

Stupisce perciò continuare a rilevare una persistente ignavia nella maggior parte dei cittadini, divenuti, per dirla con Bauman, “spettatori passivi”, i quali riescono a scuotersi dal loro torpore solo quando è dato loro seguire sui vari mass-media diverbi di bassa lega fra opposte fazioni politiche, mai domandandosi perché il confronto sia arrivato a toccare bassezze simili e di cosa esso possa essere foriero.

Nel mentre ciò accade c’è chi continua a ritenere di essere depositario di un potere che non può e non deve essere messo in discussione, e perciò esente da ogni critica, pur democraticamente espressa con i normali mezzi di comunicazione, e ritiene di avere la prerogativa unica di interpretare la realtà del paese, richiamandosi all’efficienza quale criterio unico di valutazione della propria azione politica.

Nella Costituzione sulla Chiesa del Concilio Vaticano II si afferma che i cristiani hanno il compito di esprimere nelle strutture della vita nel mondo la loro presenza, testimoniandola con le parole e i fatti.

Desta meraviglia perciò che il potente di turno resti sorpreso nei confronti di quanti non sono disposti ad essere omologati, mentre destano indignazione le modalità poste in essere per indurli al silenzio.

In un tale clima civile non è possibile continuare a vivere sereni, nell’accettazione passiva di quanto viene affermato quotidianamente da chi detiene il potere, il quale si arroga addirittura il diritto di interpretare quello che si pensa attualmente oltre Tevere nei confronti del suo governo, nel tentativo di rasserenare l’opinione pubblica cattolica, tanto scossa dai recenti torbidi avvenimenti.

Ma può un popolo civile continuare a subire un simile stato di cose? Possono alcuni credenti continuare ad essere solidali con chi esercita il potere in un modo siffatto?

Me lo chiedo con molta serenità, nel timore di un futuro molto scuro per la comunità civile e di un affievolimento sempre maggiore di una fede testimoniata quo­ti­dia­na­men­te con coerenza.

15 Settembre 2009