« Ridare speranza alle nostre società europee »

di Giovanni Pizzi

Settembre 2023

Papa Francesco, a Marsiglia, riflettendo sulla Visitazione di Maria ad Elisabetta - due cognate misteriosamente “sussultate” dall’azione divina – invita ad un analogo slancio di fede e di concreta carità nei confronti di chi si affaccia al Mediterraneo mosso dalla disperazione. «Che il Mediterraneo recuperi la sua vocazione, di essere laboratorio di civiltà e di pace»: questa era la linea guida dei Rencontres Méditerranéennes, organizzati dalla Conferenza Episcopale Francese, a cui ha presenziato.

Qualche giorno più tardi, in Vaticano, ricorderà; «Il Mediterraneo, lo sappiamo, è culla di civiltà, e una culla è per la vita! Non è tollerabile che diventi una tomba, e nemmeno un luogo di conflitto».

Nei giorni successivi, in risposta ai problemi delle immigrazioni incontrollate, la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, nel corso della conferenza stampa a Lampedusa con la premier Giorgia Meloni, ipotizzava una risposta di azione europea in dieci punti. Molti di essi rivolti ad arginare le spinte della disperazione che muovono gli immigrati alla ricerca di futuro. Vi compaiono aspetti connessi all’accoglimento dei rifugiati ma basati sulle regole di volontariato dei paesi desiderati quale destinazione: quelle regole che negli stessi giorni Mattarella qualificherà come “preistoriche”. Non vi è traccia invece di provvedimenti tesi a instaurare azioni di sollievo delle condizioni sociali ed economiche dei paesi di partenza che pur videro presenze predatorie dei nostri paesi europei, avviate sin dall’epoca delle nostre “grandi scoperte geografiche”.

Consapevole della difficoltà della nostra Europa a spingersi verso questa diversa prospettiva, Francesco ha rilanciato la necessità di «ridare speranza alle nostre società europee, specialmente alle nuove generazioni. Infatti, come possiamo accogliere altri, se non abbiamo noi per primi un orizzonte aperto al futuro? Dei giovani poveri di speranza, chiusi nel privato, preoccupati di gestire la loro precarietà, come possono aprirsi all’incontro e alla condivisione? Le nostre società tante volte ammalate di individualismo, di consumismo e di vuote evasioni hanno bisogno di aprirsi, di ossigenare l’anima e lo spirito, e allora potranno leggere la crisi come opportunità e affrontarla in maniera positiva».

Con questo invito e con la sua testimonianza di avere riscontrato in Marsiglia «passione ed entusiasmo», invita anche noi ad «accompagnare il cammino dei popoli del Mediterraneo, perché questa regione diventi ciò che da sempre è chiamata a essere: un mosaico di civiltà e di speranza».


Testo presente anche sul Foglio periodico "Politicamente - Anno XXIII Numero 3"