SE SPARISCE UNA CITTA’ COME BOLOGNA

Come contrastare la crisi demografica

Edoardo D’Agostino

Aprile 2021

La pandemia ha cambiato sensibilmente la società ed il nostro modo di vivere: abbiamo cambiato le nostre abitudini inveterate, il modo di relazionarci con il prossimo, le nostre priorità nella vita ed il nostro futuro. Spesso nel dibattito che nasce riguardo al Covid19 si tira in ballo come argomento il nostro avvenire e di come il virus modificherà ciò che prima consideravamo scontato, “normale”, e come andrà a gravare su alcune problematiche che da tempo accompagnano il nostro paese e la nostra società.

Uno dei dati più allarmanti che emerge da questa pandemia su cui dobbiamo puntare la lente di ingrandimento è il calo delle natalità. Nel 2020 le nascite registrate nel nostro paese sono state 404mila e questa drammatica cifra supera quella dell’anno precedente, che fu la peggiore mai registrata nella storia del nostro paese dall’unità d’Italia, dato che secondo i pronostici Istat potrebbero raggiungere il suo apogeo nel 2021. Nel 2019 le nascite registrate nel nostro paese sono state 420mila (dati Istat) e secondo uno scenario ipotizzato dall’Istituto, prendendo in considerazione recenti tendenze negative dovute a paure ed incertezze legate ad occupazione e reddito, nell’anno corrente potremmo arrivare alla sconcertante cifra di 393mila nascite.Dal 2015 la popolazione residente è costantemente in calo: secondo l’ultimo dato ufficiale pubblicato dall’Istat, tra il 1° gennaio 2015 e il 1° gennaio 2020 la popolazione residente in Italia si è complessivamente ridotta di 551 mila unità. Questo dato di declino è formato da un lato dalla drastica diminuzione delle nascite e dall’altro dalle morti provocate dal Covid19. Per rendere più chiara l’enormità di questi numeri è come se una città della grandezza di Bologna tutta ad un tratto venisse cancellata.

Questi dati che l’Istat ci fornisce insieme alle tendenze negative sopracitate devono portarci a fare un’attenta riflessione per il nostro paese e per il futuro.

In questo periodo che ci accompagnerà fuori dalla pandemia, ma anche nei decenni a venire, sarà necessario far convergere gli sforzi e gli investimenti sul capitale umano.

Questi sforzi dovranno cercare di migliorare la qualità della vita di ogni singolo individuo con investimenti incentrati sull’istruzione, la retribuzione salariale e la qualità del lavoro, la parità di genere e di diritti, la salute. Conseguentemente dovranno essere accompagnate da politiche che mettano tra le priorità assolute la collettività e la famiglia, fornendo alle giovani famiglie che si verranno a formare, aiuti economici e sostegno maggiore da parte dello stato per la creazione di nuovi nuclei famigliari agevolando le famiglie numerose.