Riflessione programmatica su “Agire Politicamente per una nuova speranza politica”

APPUNTI dalla riunione del Consiglio Nazionale di Agire Politicamente allargata ai partecipanti al Seminario " “A SCUOLA DAL CONCILIO - Laicità cristiana e spiritualità laicale""

Valdragone (Rep. S.Marino)

25 Agosto 2012


Introduzione:

Si tratta di operare per un ritorno alla politica, un ritorno della politica: urgenza di porre fine all’attuale “periodo provvisorio” giustificato dalla “salvezza del paese”. Occorre riconciliare la gente con la politica: non vi può essere un “Monti dopo Monti”.

Tutti ci muoviamo nell’ambito della politica, sia che si tratti di prepolitica, che di politica e che, anche, di antipolitica ma ciò che difetta è la capacità di lettura e di interpretazione della situazione attuale e la capacità di progettazione: da ciò, l’incombenza del presente e la crisi del futuro.

Il lungo periodo berlusconiano ha provocato un grave degrado, quasi una mutazione antropologica: su questo  il mondo cattolico tarda a fare una autocritica, una purificazione della memoria. “Todi” tende a creare un “soggetto di interposizione politica”, un soggetto prepolitico, che favorisca probabilmente una formazione politica di centro capace di raccogliere lo svuotamento del PdL.

Agire Politicamente, pur non contrapponendosi all’iniziativa di “Todi”, ha scelto il bipolarismo e considera superflua una formazione di centro; ha scelto il centro sinistra perché lo considera conforme alla propria impostazione statutaria e luogo più coerente con la ispirazione cattolico democratica. Ritiene che un cattolicesimo dialogico rappresenti la vocazione cattolico democratica: occorre confrontarsi con le diversità. Da qui l’interesse per il Partito Democratico come ipotesi, pur di problematica realizzazione, di incontro fra diversità di ispirazioni su un denominatore comune: l’esperienza del Comitato dei diritti del PD è da considerarsi positivamente circa la possibilità di favorire l’evoluzione di una sintesi.

Circa i diritti “non negoziabili”, la cui difesa anche “Todi” considera prioritaria, si ritiene impropria tale dizione perché i “principi”, proprio perché tali, non sono mai negoziabili: non si tratta di relativizzare i principi ma di tradurli in attuazione concreta, seppure parziale, nel massimo grado possibile di condivisione con una società plurale. Qui sta il rispetto per la laicità delle istituzioni.

C’è tuttavia, anche all’interno della nostra associazione, chi ritiene che la gravità dell’attuale situazione esiga la realizzazione di qualcosa di più di una presenza “prepolitica”: si tratterebbe di favorire e sostenere una presenza diretta nell’ambito politico.

 

Interventi e discussione:

-  La presenza dei cattolici nell’ambito sociopolitico non può esprimersi come una componente che si contrappone alle altre componenti in funzione del “potere”, ma come presenza che interroga, sollecita, propone nello stile del sale e della luce di cui parla il Vangelo. Questa funzione è assai esigente perché richiede la capacità di interpretare e discernere la realtà e di proporre: privilegia i contenuti su cui oggi occorre affaticarsi;

-  Non si tratta di un “ritorno” alla politica ma di fare nuova la politica perché tutto è cambiato: il vero soggetto oggi è l’Europa perché le autonomie nazionali non esistono più e la loro sovranità assoluta è andata in crisi; si tratta di ripensare la democrazia e di come assoggettarle la tecnocrazia; attardarsi su modelli passati significa andare verso il nulla; pensare ad un ordinamento europeo che ponga al primo posto il Parlamento europeo e la creazione di pesi e contrappesi che garantiscano la democrazia; occorre favorire un ricambio generazionale: i giovani hanno bisogno di spazio e la nostra generazione non può porsi come esempio da imitare;

-  L’Europa non cresce perché non correggiamo i difetti nazionali; quanto alla presenza dei cattolici positiva è stata la scelta di costituire una rete di associazioni cattolico democratiche ma la effettiva realizzazione della rete e la sua efficacia è ostacolata da atteggiamenti particolaristici e dalla non piena sintonia sugli obiettivi da perseguire;

-  Perplessità sulla opportunità che Agire Politicamente indichi formule politiche e sulla scelta del bipolarismo: questo, infatti, impone alleanze, spesso fragili e contraddittorie e contiene pericoli per la tenuta della democrazia; il giudizio sul governo Monti non può essere assolutamente negativo anche se il suo operato è condizionato dalla maggioranza di centrodestra di forte cultura liberista; quanto all’Europa non c’è dubbio che essa rappresenti una grande prospettiva da cui non si può prescindere; Agire Politicamente ha la responsabilità di leggere i segni dei tempi e di porre segni: si tratta di vivere più radicalmente la fede cristiana e di individuare piste per affermare i principi del cattolicesimo democratico; privilegiare il dialogo con gli altri: la rete delle associazioni non deve evidenziare troppi particolarismi ma affermare una posizione su cui far convergere il dialogo più ampio come segno di una presenza cristiana;

-  Circa i “valori non negoziabili” occorre rimuovere una mistificazione: non si può imporre a tutti ciò in cui noi crediamo e dare una importanza sproporzionata allo Stato;

-   Il governo Monti è giustificato dalla emergenza; l’associazione deve operare nel presente per contribuire a creare le condizioni per un ritorno dei Partiti al governo del Paese;

-   esiste ancora un “gap” fra i principi che enunciamo e ciò che attuiamo: occorre ragionare sui modi di presenza e di iniziativa dell’associazione; è necessario superare l’individualismo e l’autoreferenzialità e far crescere gli altri, curare i rapporti e far nascere realtà territoriali di cui occorre curare la continuità e l’iniziativa; concretizzare qualche proposta;

-  la classe politica ha perso la credibilità ma non si può cedere al giovanilismo: l’esperienza rappresenta una risorsa; non si possono misconoscere, nell’attuale situazione, i meriti di Napolitano e di Monti, ovviamente con luci ed ombre; impegnarsi per una corretta interpretazione dei temi etici nel rispetto dei diritti delle persone; nella prospettiva europea si deve auspicare la disponibilità, da parte di tutti gli Stati, a cedere un po’ di autonomia e di autorità;

-  sarebbe utile collegarsi ad associazioni di ispirazione analoga alla nostra presenti in altri stati europei per una iniziativa concordata; la rete rappresenta, comunque, una voce di nicchia se non dispone di mezzi di comunicazione autorevoli: sarebbe forse opportuno, a questo scopo, verificare la possibilità di stabilire un rapporto con Famiglia Cristiana;

-  la critica nei confronti del governo Monti, oltre che in ordine all’anomalia che esso rappresenta rispetto alla democrazia, deve essere netta soprattutto sulla linea seguita e le misure assunte: si sono privilegiate le banche e non ci si è preoccupati delle persone, l’IMU ha gravato in modo eccessivo sulle piccole imprese….c’è chi non può sopravvivere, si rischia la rivoluzione; è urgente mettere in campo una linea diversa.

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Vedi dossier sul seminario: “A SCUOLA DAL CONCILIO - Laicità cristiana e spiritualità laicale"