Seminario estivo di Agire Politicamente 2023

Da Lazzati a Bergoglio

Cattolicesimo Democratico verso un Nuovo Popolarismo

Casa San Girolamo – Spello, da Domenica 3 a Mercoledì 6 Settembre 2023

Sintesi dei lavori, a cura di Alvaro Bucci

Da Lazzati a Bergoglio. Cattolicesimo Democratico verso un Nuovo Popolarismo”. E’ il titolo dell’interessante Seminario di formazione dell’Associazione dei cattolici democratici Agire politicamente che si è tenuto dal 3 al 6 settembre scorso presso la Casa San Girolamo di Spello.

Un luogo significativo, essendo stato a suo tempo la sede della Fraternità dei Piccoli Fratelli di Gesù fondata da Carlo Carretto nel 1966. Non è potuto mancare, quindi, nel programma del Seminario, una riflessione sulla “Spiritualità di Carlo Carretto” curata da Fratel Paolo Maria Barducci, priore della Fraternità Jesus Caritas di Sassovivo di Foligno.

I lavori del seminario hanno preso avvio con una relazione introduttiva di Lino Prenna, coordinatore nazionale di Agire politicamente, sul tema “Costruire la città: costruire un popolo” che ben collega la concezione della politica di Giuseppe Lazzati e di Jorge Mario Bergoglio.

Lino Prenna ha dedicato un’ampia parte della sua introduzione al popolarismo di Bergoglio, sollecitato dalla lettura dell’esortazione Evangelii gaudium e soprattutto dei suoi scritti negli anni della sua esperienza pastorale in Argentina. Popolarismo che, secondo una “definizione illuminante” data da Bergoglio stesso in una intervista dell’agosto 2019 su La Stampa, è la “cultura di un popolo”, “popolo” da intendere come soggetto e oggetto della cultura stessa. Prenna ha quindi espresso la convinzione che “Il sistema culturale nel quale Bergoglio pensava e ancora oggi pensa, la realtà, la storia, la vita, la Chiesa, è il popolarismo”, cioè “a partire dal popolo”. E, nella sua ricerca, ha anche svelato “alcune categorie misurabili, confrontabili con il cattolicesimo democratico, nella convinzione che comunque questo popolarismo di Francesco sia una cultura politica” e che tutto il suo magistero sia ministero politico, perché “destinato alla polis, destinato alla città, destinato oltre la Chiesa, destinato al mondo, la grande polis”. E perciò suscettibile di un confronto con il cattolicesimo democratico. In questo confronto, secondo Prenna, il pensiero di Lazzati ha avuto uno spazio particolare, perché “ci sono dei passaggi che avvicinano Lazzati a Bergoglio o Bergoglio a Lazzati”. E di questi passaggi ne ha indicati tre: il rapporto tra “città” e “popolo”, il rapporto tra “mediazione” e “tensione”, e l’“unità dei distinti” e la “duplice appartenenza”, dove la prima enunciazione riguarda Lazzati e la seconda Bergoglio. Sviluppando la prima diade città/popolo, Prenna ha evidenziato come il tema della città appartenga in modo particolare al pensiero politico di Lazzati, che assume la categoria “città” non soltanto nell’accezione urbanistica, ma in quella antropologica che chiama la “città dell’uomo”; vista soprattutto come “unità organizzata di vita, costruzione dell’uomo e bene comune degli uomini. Perciò un luogo nel quale l’uomo stesso è il centro, e lo spazio che occupa è luogo di vita umana”. E alla politica è affidato il compito dell’umanizzazione di questo spazio.

Costruire la “città dell’uomo” secondo Bergoglio è costruire un popolo: ecco il passaggio. “Il popolo è il volto umano della città”, e quindi dicendo che costruire una città vuol dire costruire un popolo, significa l’interesse per chi vi abita e non per la struttura. E di seguito Prenna si è soffermato a lungo sull’idea di Bergoglio della costruzione di un popolo, richiamandone i quattro principi relazionati alle tensioni bipolari indicati nella Evangelii Gaudium: “il tempo è superiore allo spazio”, “l’unità prevale sul conflitto”, “la realtà è più importante dell’idea” e “il tutto è superiore alla parte”.

Il Seminario è proseguito, nei giorni successivi, con le relazioni di Marco Ivaldo, già ordinario di Filosofia morale, su “Lazzati contemporaneo”, e di Alessandro Cortesi, Op. docente di Teologia, sul “Cristianesimo popolare di Bergoglio” e “Per una nuova laicità”.

Marco Ivaldo ha inteso rimeditare l’idea di politica che viene messa a tema da Lazzati, facendo particolare riferimento allo scritto La città dell’uomo. Nell’avanzare qualche necessario cenno sul contesto attuale, oltre al riferimento alla guerra europea che si combatte in Ucraina, ha osservato soprattutto come oggi in Europa vi sia chi mette in discussione il legame di co-essenzialità fra democrazia e Stato di diritto e persegua una “democrazia illiberale”, palesando così “una opposizione e una sfida nello spazio europeo fra democrazia autoritaria e democrazia liberale”. Il futuro della democrazia liberale si è fatto così problematico e la sua affermazione non è un prodotto garantito. Parlando di teologia della politica, Ivaldo ha evidenziato come l’insegnamento di Lazzati sulla politica, e più in generale sull’impegno nella storia, sia radicato in una comprensione teologica dell’impegno secolare del cristiano, insegnamento che muove dalla premessa della fede cristiana ed il cui punto di partenza è “una comprensione della costituzione creaturale del mondo”. Il mondo così, creato, “è, esiste, in quanto dipende da Dio”. Quindi l’essere umano ha il mondo soltanto “in prestito”, non è il padrone del mondo. Fine dell’uomo “non è il dominio sulla realtà creata”, ma “Dio, l’unità con Dio”.

Lazzati – ha chiarito ancora Marco Ivaldo – fa valere anzitutto il nesso fra la politica e la città. E quindi comprende la politica come la “costruzione della città dell’uomo a misura d’uomo”. Dove per “città dell’uomo” Lazzati intende ogni “aggregato umano” – configurato in maniere diverse, anche assai diverse – che viene a formare l’umanità, “intesa quale insieme degli uomini legati da un comune minimo vincolo, espressione della coscienza di una loro relazione in vista della loro solidarietà”. E nella “città dell’uomo” l’essere umano, nel suo essere “relazione con”, realizza la propria natura, di “persona”. La “città dell’uomo” va allora considerata come la manifestazione sociale e l’articolazione temporale della “relazionalità” che costituisce l’essere umano. Scopo della politica, per Lazzati, sarebbe allora “di prendersi cura delle condizioni fattuali (economiche sociali e politiche) che rendano possibile la (buona) relazione e le (buone) relazioni fra i cittadini”.

Sono seguite le relazioni di Alessandro Cortesi e le indicazioni conclusive del Seminario a cura di Luciano Caimi, presidente dell’Associazione “Città dell’uomo”.


Registrazioni video degli interventi finali

Per una nuova laicità - Meditazioni sulla Lettera a Diogneto, secondo la “lettura” di Lazzati e Bergoglio

Copertina

Articolo dello stesso Autore pubblicato sulla Gazzetta di Foligno

Vedi dossier Agire Politicamente: i seminari