Seminario Estivo di Formazione 2021

Sintesi dei lavori

a cura di: Alvaro Bucci

1 Settembre 2021

“Il nuovo popolarismo: una costruzione dell’essere sociale” è stato il tema del Seminario di formazione dell’Associazione “Agire politicamente” che si è tenuto presso la Fraterna domus di Assisi negli ultimi giorni del mese di agosto.

Per Lino Prenna, coordinatore nazionale dell’Associazione, che ha introdotto ai lavori, un nuovo popolarismo va proposto come attualizzazione del cattolicesimo democratico. “Oggi – ha precisato  - parlare del nuovo popolarismo vuol dire anche interrogarsi sulla possibilità che possa  essere un progetto politico”. Non soltanto quindi una riflessione teorica o soltanto un confronto con il pensiero politico di papa Francesco, ma una possibilità per la politica italiana.

Prenna si è soffermato in particolare ad analizzare il significato del “popolarismo” di papa Bergoglio, che va considerato come sistema culturale, cioè un modo di concepire il mondo, la vita, la storia a partire dalla categoria “popolo”. Categoria che quindi è alla radice, che muove tutto il pensiero di Bergoglio e che può essere definito come “popolarismo”. Il “nuovo popolarismo” è il tentativo di Prenna di tradurre in sede politica il popolarismo bergogliano.

Il Seminario si è articolato su quattro giorni con una serie di riflessioni che hanno approfondito la categoria del “nuovo popolarismo” in rapporto alle realtà cui si è inteso riferirlo. A cominciare da Ambrogio Bongiovanni, professore della Pontificia Università Gregoriana, che lo ha rapportato alla “fraternità dei popoli”, a Luigi D’Andrea, presidente nazionale del Meic, che lo ha posto nella polarità “stile politico/realtà sociale”, a Pierluigi Castagnetti, che lo ha declinato “per i cattolici in politica”. Interessanti anche i contributi di Francesca Vagniluca, educatrice e insegnante, che ha fatto riflettere su “Caduta della socialità e bisogno di socializzazione” e di Massimo De Simoni su “Agire polis: una pagina di amicizia sociale” in relazione alla pagina fb dell’Associazione.

Un’intera sessione pomeridiana è stata dedicata alle problematiche del Sistema Sanitario del nostro Paese, con la presentazione di un apposito documento, frutto di un intenso lavoro di alcuni aderenti dell’Associazione, illustrato dal coordinatore del gruppo, Domenico Rogante. E’ seguito quindi l’incontro con Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi.

 Nel documento, dal titolo “Ripensare la sanità – Per un umanesimo della cura”, viene precisato come “l’associazione Agire Politicamente nella tradizione ideale e storica del cattolicesimo democratico, che ha fatto dell’umanesimo l’anima di ogni politica cristianamente ispirata, avverte e segnala l’urgenza di ripensare la Sanità, per restituire alla medicina la sua vocazione di “arte della cura”, al servizio del bene comune, che è il bene di tutti e di ciascuno”. Vi si afferma quindi l’esigenza di “un servizio pubblico accessibile a tutti”. Rilevato, di seguito, come “stia diventando sempre più consuetudine appaltare alcuni servizi ai privati”, il documento richiama il fondamento del nostro S.S.N. che “prevede il ricorso al privato solo come integrazione dei servizi” e che “non deve mai sostituire completamente il servizio pubblico, anche perché vorrebbe dire un aggravio delle spese a carico dei cittadini”.

Significativo l’intervento della presidente del Serafico che ha inteso inizialmente ricordare le difficoltà incontrate nel combattere il virus, ad arginarlo attraverso l’adozione di misure organizzative che ne hanno impedito la diffusione. Parlando di sanità, ha inteso distinguerla dalla salute. Evidentemente forte della sua esperienza, ha affermato, tra l’altro, che “prendersi cura della salute non significa soltanto avere un efficiente sistema sanitario”. Perché, prima ancora della sanità, è necessaria un’organizzazione anche sociale, che manca, che si prenda cura della salute.

Dopo aver analizzato una serie di questioni di carattere sanitario e socio-assistenziale su cui ha richiamato a riflettere (rapporto salute-economia, finanziamento del fondo sanitario, assistenza domiciliare, strutture per anziani, servizi di riabilitazione), ha posto il problema dell’accessibilità alle cure e prestazioni diagnostiche per le persone con disabilità gravi e non collaboranti, rilevando l’inadeguatezza dei servizi che dovrebbero rispondere in maniera diversificata per tali soggetti.

Molto attese, infine, le riflessioni di Pierluigi Castagnetti, in dialogo con Prenna, a proposito del nuovo popolarismo praticabile dai cattolici in politica. Riflessioni che hanno preso avvio con la considerazione dell’originalità del pensiero cattolico democratico nella concezione della democrazia, facendola incontrare con il personalismo. La democrazia, cioè, costruita sulla centralità della persona. Che vuol dire priorità della persona. Tale centralità, ha proseguito Castagnetti, “legittimamente si può estendere al popolo, inteso come insieme di cittadini”. Per cui il popolarismo sta nella considerazione della centralità del popolo. Ma il popolo non va utilizzato, strumentalizzato, piegato alle esigenze elettoralistiche. Perché il popolo “non è le sue pulsioni, i suoi egoismi, i suoi sentimenti”. Per i veri popolari, il popolo è il “mandante” (del potere), ma va aiutato, educato nella sua consapevolezza e, come per Papa Francesco, anche “costruito”, secondo le indicazioni della “Evangelii gaudium”.

Nel corso del Seminario è stato vissuto anche un “Pomeriggio di spiritualità” a Spello, nel luogo in cui è vissuto Carlo Carretto e dove è sepolto. Una visita guidata da Martina Occhipinti, già presidente della Fuci, e dalle Sorelle dell’Eremo della Trasfigurazione.

Tutte le giornate sono state inizialmente accompagnate dalle riflessioni su alcuni salmi, anche in canto, a cura di Luciano Carli, medico e musicista.


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