MFE: APPELLO ALLA CLASSE POLITICA

Novembre 2010


DALL’UNIONE MONETARIA
ALL’UNIONE FEDERALE EUROPEA
PER SALVARE L’EURO
BISOGNA CREARE SUBITO UN GOVERNO ECONOMICO EUROPEO
PER SALVARE L’EUROPA
BISOGNA AVVIARE SUBITO LA CREAZIONE DELLA FEDERAZIONE
EUROPEA
TRA I PAESI CHE HANNO MATURATO LA VOLONTA’ DI FARLO

 

La drammatica crisi della Grecia ha messo in evidenza tutte le contraddizioni di un’Unione monetaria che non è stata accompagnata dalla nascita dello Stato federale europeo. Avendo una moneta unica con sedici politiche economiche nazionali, gli europei non riescono più a mantenere un adeguato livello di sviluppo, e il rischio è che la crisi finanziaria, in mancanza della ripresa economica, apra le porte alla recessione e alla cris i sociale. Oggi la sopravvivenza stessa della moneta europea è a rischio, a causa degli attacchi della speculazione internazionale; e con l’euro è in pericolo anche l’Unione europea.
Per salvare l’euro è necessario l’immediato rafforzamento della solidarietà tra i membri dell’eurogruppo, per arrivare ad un governo europeo dell’economia e della finanza pubblica e per unificare la rappresentanza europea in seno al FMI. L’esperienza dei paesi che hanno adottato l’euro o hanno aderito agli accordi di Schengen mostra che, in presenza di una forte volontà politica da parte di alcuni governi, si riesce a procedere sulla via dell’unità europea anche a partire da un gruppo di paesi.

La crisi dimostra inoltre che serve un deciso incremento del bilancio europeo, e che quindi occorre sviluppare i poteri impositivi dell’Unione – ad esempio tramite l’istituzione di una carbon tax – e utilizzare l’emissione di Union bonds per finanziare la riconversione anche in senso ecologico dell’economia europea lungo le linee prospettate dalla rivoluzione scientifica e tecnologica.
Non basta però agire sotto la spinta della sola necessità immediata per risollevare le sorti dell’Europa: è venuto il momento anche di recuperare il progetto europeo dei Padri fondatori, perché solo la creazione della Federazione europea – attraverso una procedura democratica costituente alla quale siano associati i cittadini – permetterà agli europei di riprendere in mano il loro destino ed indicare al mondo la via della pace e del progresso. I paesi dell’Eurozona che hanno maturato le condizioni politiche per farlo devono trasferire a livello europeo la sovranità nel campo della politica economica e di quella estera e militare, creando un potere federale dotato di strumenti e di risorse che gli permettano di agire con efficacia.
La responsabilità di avviare un’iniziativa in questo senso spetta innanzitutto a Francia e Germania, ancora oggi al centro del processo europeo. L’Italia può e deve contribuire alla nascita di questa iniziativa indicando per prima la necessità di creare una sovranità europea e adoperandosi affinché, anche attraverso il sistema della cooperazione strutturata prevista dal Trattato di Lisbona, si crei un’avanguardia nel campo della sicurezza.
L’obiettivo è far sì che maturino le condizioni per una Seconda Dichiarazione Schuman, con cui la Francia accetti di condividere il proprio seggio nel Consiglio di sicurezza dell’ONU e di creare una difesa unica europea, rendendo così evidente e credibile la propria volontà europea e stimolando un’ana loga risposta da parte della Germania.
In gioco vi è il futuro degli europei: oggi più che mai l’alternativa è tra unirsi o perire, ed è per questo che,
citando Altiero Spinelli, “la strada deve essere percorsa, e lo sarà”.

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