RITORNO ALLA POLITICA: per la crescita democratica e civile

Antonio Conte [1]

Coordinatore per la Puglia Associazione Agire Politicamente e fondatore PD

Crispiano(TA), 19 Maggio 2011

La vicenda delle Primarie del centrosinistra a Napoli, per individuare il candidato sindaco, fa riemergere il malcostume e le pratiche scorrette messe in atto da chi intende la politica uno strumento per la scalata personale al potere.

Veltroni, due anni or sono, coniò il termine “capibastone” riferito a personaggi che spadroneggiano nei circoli PD del sud; nel comitato provinciale di Napoli; che dettano legge attraverso l’acquisto di pacchetti di tessere. D'altronde, anche le Primarie che portarono alla sua elezione e dell’Assemblea Costituente del PD, si erano svolte in più parti, sia in Campania, come in Calabria e in Puglia, all’insegna del “mercato dei voti”, della scorrettezza.

Bersani, ad un convegno dei Cristiano Sociali tenuto ad Assisi, nel settembre 2008, ebbe ad esprimersi negativamente, a proposito degli effetti dello svolgimento delle Primarie del 14 ottobre 2007; disse testualmente così: “Nella formazione (Costituente) del Partito Democratico è entrato di tutto, ora si tratta di costruire il partito e sarà diverso”.

D’Alema, nell’intervista a La Repubblica di domenica 30 gennaio 2011, afferma: “ L’opposizione (al Governo) appare debole perché finora non ha saputo delineare un progetto alternativo”. Inoltre, nell’Assemblea Nazionale del 5 febbraio2011, ha affermato: “E’ arrivato il momento di costruire il Pd. Se siamo in emergenza, si deve vedere dal nostro modo di stare in campo…Dobbiamo sostenere la mobilitazione della società civile e anche mobilitare il partito: teniamo le sedi aperte, dialoghiamo a tempo pieno con i cittadini, reagiamo alla disinformazione, organizziamo la protesta” (Corriere della Sera, Domenica 6 febbraio).

Ranieri, candidato che ha denunciato i brogli alle Primarie Pd a Napoli, sempre dal palco dell’Assemblea Nazionale ha detto che il Pd al Sud è “un partito malato, che deve essere rifondato se vuole essere un argine alla corruttela e al malaffare” (Corriere della Sera, 6.2.2011).

Queste dichiarazioni confermano le preoccupazioni espresse diverse volte dalla nostra Associazione e da più parti, in merito alla democrazia interna dei partiti. La diversità del PD, come novità sulla scena politica italiana ed europea, deve caratterizzarsi su due piani:

Sul piano interno

C’è stata la convergenza dei vertici della Margherita e dei DS e di singole personalità titolate della politica, della “società civile” e di alcuni Movimenti politici, che hanno dato vita al nutrito e variegato organismo dirigenziale nazionale, che in un certo qual modo, nella sua attività istituzionale e di rappresentanza democratica, è un partito che vive, che è presente ed agisce nella vita politica e sociale del paese. Tra questo centro e la periferia c’è però una gran differenza. Non è tanto lì il vero partito, ma là dove si costruisce il rapporto diretto con le persone, con il tessuto sociale, dove avviene (o dovrebbe avvenire) il “radicamento sul territorio del partito”.

Il PD a Taranto, ad esempio, è un partito privo di vitalità, di forza espressiva; un partito bloccato e disorientato per gli individualismi e gli schematismi logori di apparato. Si mettono su piccoli eserciti per conquistare il partito; si assecondano gestioni feudali del partito nella provincia, dove il consenso si forma ancora in stile baronale e gattopardesco, cavalcandolo con presidenze di congregazioni o di associazioni senza pudore; si eliminano scomode presenze per assicurarsi la supremazia personale ai vertici provinciali del PD oggi, e dei partiti e liste di provenienza ieri (così ad esempio è provenuto dalla Margherita): la democrazia interna vera è negata già in partenza (articolo 49 della Costituzione).

I “capibastone” sono qui a Crispiano, dentro e fuori il PD. Per queste persone è indifferente stare in uno o nell’altro schieramento politico: stare in un partito e il giorno dopo trovarsi quasi per magia in un’altra lista e lanciati ad una sicura elezione. Le categorie della loro scalata al successo sono: la menzogna, la prepotenza, gli intrighi e la complicità altrui. Se non è berlusconismo questo!?

Intervistato dalla rivista cattolica "Jesus”, alla 62^ Assemblea generale di Assisi, il vescovo di Ferrara-Comacchio, monsignor Paolo Rabitti ha detto tra l'altro: ”Dossetti raccontava un aneddoto: il granduca di Toscana era prima un piccolo proprietario del Mugello, poi cominciò a comprare poderi, diventò latifondista e infine, padrone della regione. L'esempio voleva dire che chi fa politica per ambizione non vuole né partecipazione, né libertà, né laicità sana, né Vangelo. Vuole solo se stesso”.

Si deve avere il coraggio di partecipare individualmente, da soli, contando sulla forza delle proprie idee!

Nella lunga transizione politica del centrosinistra, alcuni non si sono messi in discussione, ma hanno agito spesso di rimessa e, pensando più alla propria carriera politica che alla partecipazione disinteressata, non hanno saputo intercettare, dalla loro postazione dirigenziale, la domanda di cambiamento, ma opportunisticamente hanno agganciato la linea vincente che di volta in volta si affermava nelle sedi centrali, dell’Ulivo prima e del PD dopo.

Il partito delle oligarchie sono un danno per la democrazia, per la partecipazione dei giovani; per la crescita civile del paese: hanno stonato con la voce democratica proveniente dalla società, portando risultati elettorali alquanto negativi (vedi la disfatta di DS e Margherita alle Amministrative per il Comune di Taranto e alle Politiche del 2008).

Ciò nonostante sono rimasti sempre ai vertici ed hanno rafforzato il proprio prestigio nelle candidature elettorali, con trovate a volte propagandistiche, neoliberiste (vedi ad esempio l’operazione San Raffaele, che vuol dire la demolizione della Sanità pubblica, la quale, nelle regioni italiane governate seriamente e dal centrosinistra, ha dato e continua a dare un servizio efficiente che riscuote l’approvazione della popolazione). Le candidature PD alle Regionali andavano discusse nei circoli, con una verifica preventiva su quanto svolto e con una progettualità politica sostanziale condivisa (Regolamento e Statuto del Partito democratico). Inoltre, evocare un “Grande Salento” crea smarrimento nella popolazione ionica: si fa confusione e non si risaltano le peculiarità proprie della nostra provincia, su cui si gioca lo sviluppo futuro.

“L’emergenza democratica” che D’Alema evoca e l’alleanza costituzionale che prefigura in vista di elezioni anticipate, deve davvero dimostrare, rimanendo al solo PD, una netta inversione di tendenza. La politica è fatta dalle persone, pertanto: l’individuazione delle candidature e dei dirigenti di partito devono avvenire come dice D’Alema; guardando a competenze, preparazione, onestà, coerenza politica e morale, presenti nel partito e nella società civile (Codice Etico del PD). Adesso è soprattutto il momento di far posto a chi ha coltivato in questi anni gli ideali della partecipazione democratica, spontanea e disinteressata, per far avanzare il progetto dell’Ulivo e del PD; a chi spazio è stato tolto “nell’assalto alla diligenza” delle Primarie-Costituente.

Sul piano esterno

Il partito deve recuperare la più bella tradizione politica, con il popolarismo, con il cattolicesimo e il socialismo democratico, che ha costruito la democrazia del nostro paese. E’ la matrice e lo spirito dell’Ulivo che deve essere fondamento di questo nuovo essere partito. Dal punto di vista delle scelte programmatiche e ideale, vuol dire saper guardare al "paese reale", animato da una matrice pluriculturale che fa riferimento all’umanesimo, che ha sempre caratterizzato l’identità del popolo italiano ed anche europeo. Un partito moderno, perché si rinnova nelle forme e struttura e partecipazione, con le esigenze di individualità democratica dei tempi che cambiano e che esprime la domanda autentica che emerge dalla società odierna. Le primarie del 16 ottobre 2005, che incoronarono Prodi candidato premier del centro-sinistra, come del resto nei Movimenti per l’Ulivo del ’96, dimostrò che esiste un popolo che vuole decidere, che vuole contare, che vuole partecipare spontaneamente, che sta anche al di fuori dei partiti; che opera nell’associazionismo, nella società e che condivide idee e progetti, in una rete comunicativa non più sottoposta ad influenze mediatiche.

Questo popolo crede fermamente, che la politica fatta da pochi non realizza il bene comune, non sviluppa il senso civico e la fiducia nelle istituzioni democratiche dello Stato (per questo la politica di Berlusconi è agli antipodi degli interessi veri del popolo italiano). Le persone che hanno memoria storica e radici ben fissate nel terreno democratico (il rinnovamento non è questione anagrafica), possono dare un orientamento e un futuro al PD. Non più quindi un centro di potere conteso, ma un partito davvero democratico e aperto, dove si torna a pensare politicamente.

Occorre produrre una politica più vicina alla persona, non in maniera ideologica. Spesso ci sono posizioni che allontanano il PD dal “comune sentire” popolare e dai valori fondativi della società italiana e ne fanno, invece, un partito di sinistra radicale e laicista, non laico.

Questo e le pratiche del berlusconismo frequenti nel partito al sud, fanno dire all’elettore perplesso e a quel 40% di delusi dalla politica, che non va più a votare o a chi ha votato in buona fede il centrodestra: “Ma dall’altra parte che cosa c’è?”. Sì, perché è proprio questa evidente mancanza di diversità del centro-sinistra, a tenere bloccato il sistema politico in Italia (Vedi: questione morale-politica, Editoriale di G. Brunelli – Il Regno n.2, 2011 EDB Bologna).

E’ vero, oggi il vento è cambiato. Non si vince però per i guai dell’avversario, per demerito del centrodestra. Si vince perché rinasca la politica, la voglia di partecipare, la cittadinanza attiva, la coscienza civica; e perché il fine della politica è realizzare la giustizia.

----------------------------------------


[1] Via Fogazzaro, 15 – 74012 Crispiano(TA) – tel.:099616417 – e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.