Sul referendum in tema energia nucleare

Dall’intervista al prof. Vincenzo Balzani, pubblicata su Repubblica del 3 giugno 2011

3 giugno 2011

 

Perchè, professore, non accettare il nucleare?

L'incidente di Fukushima ha confermato che le centrali nucleari non sono sicure. La Germania ha deciso definitivamente di uscire dal nucleare e di puntare sulle fonti rinnovabili. Basterebbero questi due avvenimenti per giustificare il Sì al referendum.

Poi ci sono le ragioni più profonde.
Certo. La gente deve sapere che il rientro dell'Italia nel nucleare non risolverebbe, ma aggreverebbe i nostri problemi energetici per vari motivi. L'Italia non ha uranio, risorsa limitata e non rinnovabile, che dovremmo importare come accade oggi per i combustibili fossili; il nucleare produce scorie radiattive pericolose per centinaia di migliaia di anni; il collocamento in sicurezza di queste scorie è un problema che non è stato risolto neppure negli Stati Uniti; dopo un periodo di funzionamento di 40-50 anni le centrali dovrebbero essere smantellate, ma non lo si può fare poichè sono esse stesse gigantesche "scorie" radioattive.

C'è chi sostiene che il nucleare è conveniente, è vero?
Falso. Lo dicono anche le agenzie di rating. Oggi il nucleare si sviluppa solo nei paesi a basso tasso di democrazia, con intervento diretto dello Stato e quasi sempre in commistione col nucleare bellico. Ma se anche il nucleare fosse conveniente e privo di incidenti gravi, e non è così!, non dovrebbe essere sviluppato per motivi etici: lascia una pesante eredità sulle spalle delle prossime generazioni.

Da scienzato quale alternativa propone?
La via d'uscita dalla crisi energetica è quella del risparmio e dello sviluppo delle energie rinnovabili. Noi siamo un Paese che non ha petrolio, metano, carbone, uranio, ma che ha il sole. Non si tratta di un ripiego ma è l'unica strada sicura che abbiamo per raggiungere l'indipendenza energetica e, soprattutto, per custodire il nostro pianeta Terra.


Vedi dossier "Referendum 2011"