Sui due referendum riguardanti l’acqua

Seminario conoscitivo

Bologna

lunedì 6 giugno - ore 21:00

Presso il Convento di San Domenico

Piazza San Domenico 13

Illustreranno i due quesiti l’avv. Enrico Gualandi, specialista in studi sull’Amministrazione pubblica (Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica) e il prof. Giovanni Maria Mazzanti, economista e pubblico amministratore (Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito). Infine, proporrà alcune riflessioni generali il prof. Roberto Golinelli, economista della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna.

A differenza dei quesiti referendari riguardanti il nucleare e il legittimo impedimento del Premier e dei Ministri a comparire nelle udienze penali, quelli riguardanti l’acqua presentano una loro peculiare complessità tecnica, giuridica ed economica. Per di più, il primo quesito riguarda un insieme di Servizi pubblici locali: non solo il Servizio idrico integrato, ma anche rifiuti e trasporti.

Le discussioni sulla concezione del “bene acqua” e sul regime della sua gestione sono state molto importanti e appassionate (ne daremo noi stessi alcune evidenze nelle prossime comunicazioni), ma ci sembrerebbe molto utile poter disporre di qualche conoscenza specifica sui quesiti (nei referendum il confronto degli elettori è pur sempre col corpo – vivo – della legge).

Il primo quesito dell'iniziativa riguarda l’intero art.23-bis Legge n°133/2008 (abbiamo ricostruito il testo tenendo conto delle diverse modificazioni intervenute nel tempoed  evidenziati con colore azzurro gli snodi che ci sono sembrati importanti): esso parla di “modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica”: di cosa si tratta, specie con riguardo ai servizi pubblici che non hanno rilevanza economica? Quali sono precisamente le modalità di affidamento e gestione previste dall’articolo di legge che si vorrebbe abrogare? Cosa farebbe la “differenza” considerando la normativa di “risulta” conseguente all’eventuale abrogazione?

Cosa precisamente si deve intendere per “redditività del capitale investito”? Quale sarebbe il preciso effetto dell’abrogazione proposta?

Non verrebbe più garantito, nonostante il sistema a tariffa, un “utile a priori” agli azionisti delle società di gestione (l’attuale 7% di remunerazione fissa sul capitale sottoscritto)? Più in radice, perseguendo il quesito “chiaramente la finalità di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua” (Corte Costituzionale), le società di gestione - private o pubbliche o “miste” che siano - non potrebbero più conseguire veri e propri “utili”, insomma non potrebbero più distribuire dividendi ai propri azionisti, a vantaggio delle nostre bollette?

Nel secondo caso la richiesta di abrogazione riguarda una parte dell’art. 154 D. Lgs. n°152/2006: abbiamo riprodotto l’intero art. 154 ed evidenziato in azzurro la parte sottoposta ad abrogazione.

 

Molto interessante anche il Decreto Ministeriale che nel 1996 definì le componenti di costo e i criteri di determinazione della tariffa idrica (a pag. 7 “remunerazione del capitale investito” e “tasso di remunerazione”).

Seguono ulteriori documenti molto rappresentativi delle tendenze che si confrontano sull’argomento:

  • Testo legislativo prodotto dalla Commissione “Rodotà” istituita  nel 2007 per la modifica delle norme del codice civile in materia di beni pubblici: testo interamente recepito da una proposta di legge al Parlamento nazionale del Consiglio regionale del Piemonte; introduce il concetto fondamentale di bene comune (come appunto l’acqua), presidiandolo, rispetto agli altri beni pubblici, con difese particolarmente “forti” (non commerciabilità, affidamento della gestione a soggetti pubblici, con possibilità di concessione nei soli casi previsti dalla legge e per una durata limitata, senza possibilità di proroghe).
  • Proposta di Astrid, risalente al 2003, su “Riforma e liberalizzazione dei servizi pubblici locali”, elaborata da eminenti giuristi ed economisti): motiva e delinea la regolazione pro concorrenziale da sviluppare proprio nei casi di “monopolio naturale” e di “obblighi di servizio pubblico”,  ispirando la linea che, pur con arresti e contorcimenti, ha condotto all’adozione in via ordinaria di procedure competitive ad evidenza pubblica (gara) nei tre settori dell’acqua, dei rifiuti e dei trasporti pubblici, che i referendari vorrebbero cancellare.
  • Dossier cumulativo con la documentazione diffusa in vista del Seminario conoscitivo. Ricostruzione dei due testi normativi proposti all’abrogazione, in particolare, a pag. 7/8 (“Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali a rilevanza economica”) e a pag. 10 (“Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito”).
  • Ricostruzione testi e quesiti.
  • Componenti del costo e determinazione tariffa.
  • Le domande giuste, di Andrea Boitani e Antonio Massarutto, tratto dal sito di studi socio-economici La VoceInfo.
  • Bene comune o business?, di Emanuele Fantini tratto dal mensile Aggiornamenti sociali.

Organizzato da

Istituto De Gasperi - Emilia-Romagna

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