IL PAPA E I CONIGLI

(OVVERO DELLA PROCREAZIONE RESPONSABILE). PER TACER DEL PUGNO

Pubblichiamo una riflessione del nostro socio di Bologna, riguardo le recenti interviste a Papa Francesco

Bologna, 24 Gennaio 2015

Nando Conti

Sommario

TESTI DAL SITO DEL VATICANO.. 1

L’INTERPRETAZIONE DEI GIORNALI. 2

COSA DICE LA RELAZIONE FINALE DEL SINODO 2014. 3

OSSERVAZIONI SULL’ HUMANAE VITAE.. 4

RIASSUMENDO.. 4

FUORI PROGRAMMA: IL PUGNO.. 4

 

 

TESTI DAL SITO DEL VATICANO

Conferenza stampa del Papa durante il volo di ritorno dalle Filippine

Lunedì, 19 gennaio 2015

Quarta domanda, Jan-Christoph Kitzler della Ard, la radio tedesca, per il gruppo tedesco:

Grazie, Santo Padre. Vorrei ritornare un attimo all’incontro che ha avuto con le famiglie. Lì ha parlato della “colonizzazione ideologica”. Ci potrebbe spiegare un po’ meglio il concetto? Poi si è riferito al Papa Paolo VI, parlando dei casi particolari che sono importanti nella pastorale delle famiglie. Ci può fare alcuni esempi di questi casi particolari e magari dire anche se c’è bisogno di aprire le strade, di allargare il corridoio di questi casi particolari?

Risposta alla seconda domanda su Paolo VI:

La seconda: che volevo dire di Paolo VI? È certo che l’apertura alla vita è condizione del Sacramento del matrimonio. Un uomo non può dare il sacramento alla donna e la donna darlo all’uomo se non sono d’accordo su questo punto, di essere aperti alla vita. A tal punto che, se si può provare che questo o questa si è sposato con l’intenzione di non essere aperto alla vita, quel matrimonio è nullo, è causa di nullità matrimoniale, l’apertura alla vita. Paolo VI ha studiato questo con una commissione, come fare per aiutare tanti casi, tanti problemi, problemi importanti che fanno l’amore della famiglia. Problemi di tutti i giorni. Tanti, tanti… Ma c’era qualcosa di più. Il rifiuto di Paolo VI non era rivolto ai problemi personali, sui quali dirà poi ai confessori di essere misericordiosi e capire le situazioni e perdonare o essere misericordiosi, comprensivi. Ma lui guardava al neo-Malthusianismo universale che era in corso. E come si riconosce questo neo-Malthusianismo? E’ il meno dell’1% di natalità in Italia, lo stesso in Spagna. Quel neo-Malthusianismo che cercava un controllo dell’umanità da parte delle potenze. Questo non significa che il cristiano deve fare figli in serie. Io ho rimproverato alcuni mesi fa una donna in una parrocchia perché era incinta dell’ottavo dopo sette cesarei. “Ma Lei vuole lasciare sette orfani?”. Questo è tentare Dio. Si parla di paternità responsabile. Quella è la strada: la paternità responsabile. Ma quello che io volevo dire era che Paolo VI non ha avuto una visione arretrata, chiusa. No, è stato un profeta, che con questo ci ha detto: guardatevi dal neo-Malthusianismo che è in arrivo. Questo volevo dire. Grazie.

Decima domanda, Cristoph Schmidt per il gruppo tedesco:

Santo Padre, prima di tutto vorrei dire mille grazie per tutti i momenti così impressionanti di questa settimana. È la prima volta che La accompagno e vorrei dire mille grazie. La mia domanda: Lei ha parlato dei tanti bambini nelle Filippine, della Sua gioia che ci sono così tanti bambini. Ma, secondo dei sondaggi, la maggioranza dei filippini pensa che la crescita enorme della popolazione filippina è una delle ragioni più importanti per la povertà enorme del Paese, e nella media una donna nelle filippine partorisce più di tre bambini nella sua vita, e la posizione cattolica nei riguardi della contraccezione sembra essere una delle poche questioni su cui un grande numero della gente nelle Filippine non stia d’accordo con la Chiesa. Che cosa ne pensa?

Papa Francesco: Io credo che il numero di tre per famiglia, che lei menziona, secondo quello che dicono i tecnici, è importante per mantenere la popolazione. Tre per coppia. Quando si scende sotto questo livello, accade l’altro estremo, come ad esempio in Italia, dove ho sentito – non so se è vero – che nel 2024 non ci saranno i soldi per pagare i pensionati. Il calo della popolazione. Per questo la parola-chiave per rispondere è quella che usa la Chiesa sempre, anch’io: è “paternità responsabile”. Come si fa questo? Col dialogo. Ogni persona, col suo pastore, deve cercare come fare questa paternità responsabile. Quell’esempio che ho menzionato poco fa, di quella donna che aspettava l’ottavo e ne aveva sette nati col cesareo: questa è una irresponsabilità. “No, io confido in Dio”. “Ma guarda, Dio ti dà i mezzi, sii responsabile”. Alcuni credono che – scusatemi la parola – per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli. No. Paternità responsabile. Questo è chiaro e per questo nella Chiesa ci sono i gruppi matrimoniali, ci sono gli esperti in questo, ci sono i pastori, e si cerca. E io conosco tante e tante soluzioni lecite che hanno aiutato per questo. Ma ha fatto bene a dirmelo. È anche curiosa un’altra cosa, che non ha niente a che vedere ma che è in relazione con questo. Per la gente più povera un figlio è un tesoro. È vero, si dev’essere anche qui prudenti. Ma per loro un figlio è un tesoro. Dio sa come aiutarli. Forse alcuni non sono prudenti in questo, è vero. Paternità responsabile. Ma bisogna guardare anche la generosità di quel papà e di quella mamma che vedono in ogni figlio un tesoro.

UDIENZA GENERALE DEL 21 gennaio 2015: il Papa parla ancora del viaggio in Filippine

Gli incontri con le famiglie e con i giovani, a Manila, sono stati momenti salienti della visita nelle Filippine. Le famiglie sane sono essenziali alla vita della società. Dà consolazione e speranza vedere tante famiglie numerose che accolgono i figli come un vero dono di Dio. Loro sanno che ogni figlio è una benedizione. Ho sentito dire da alcuni  che le famiglie con molti figli e la nascita di tanti bambini sono tra le cause della povertà. Mi pare un’opinione semplicistica. Posso dire, possiamo dire tutti, che la causa principale della povertà è un sistema economico che ha tolto la persona dal centro e vi ha posto il dio denaro; un sistema economico che esclude, esclude sempre: esclude i bambini, gli anziani, i giovani, senza lavoro … - e che crea la cultura dello scarto che viviamo. Ci siamo abituati a vedere persone scartate. Questo è il motivo principale della povertà, non le famiglie numerose. Rievocando la figura di san Giuseppe, che ha protetto la vita del “Santo Niño”, tanto venerato in quel Paese, ho ricordato che occorre proteggere le famiglie, che affrontano diverse minacce, affinché possano testimoniare la bellezza della famiglia nel progetto di Dio. Occorre anche difendere le famiglie dalle nuove colonizzazioni ideologiche, che attentano alla sua identità e alla sua missione.

L’INTERPRETAZIONE DEI GIORNALI

IL FATTO QUOTIDIANO:

Rispondendo a una domanda sulla contraccezione, il Papa ha affermato che la “paternità responsabile significa che si devono fare figli, ma responsabilmente. Alcuni credono che i cristiani debbono fare come i conigli. Sentir dire che 3 figli già sono troppi mi mette tristezza perché per una coppia sono il minimo necessario a mantenere stabile la popolazione”. Per Bergoglio è necessario essere aperti alla vita nel matrimonio, “tanto che il sacramento non è valido se qualcuno si è sposato con l’intenzione di non avere figli“. Ma Francesco non ha nascosto che possono esserci ragioni serie a sconsigliare nuove gravidanze ricordando che “ci sono vie d’uscita lecite, i cattolici chiedano ai pastori”. Durissima, invece, la presa di posizione su chi impone libri sul gender nelle scuole. Per il Papa una vera “colonizzazione ideologica”. “È la stessa cosa – ha spiegato Bergoglio – che hanno fatto sempre i dittatori, anche in Italia con i ‘balilla’. Pensate anche alla ‘gioventù hitleriana’, a quel popolo che ha subito tanta sofferenza”.

LA REPUBBLICA:

Il Papa invita alla procreazione responsabile: "I cattolici facciano figli, ma non come conigli"

“Io credo che la famiglia ideale abbia tre bambini”, dice Francesco. Poi torna sulla frase del pugno: “No alla violenza ma serve prudenza”. Sulla corruzione: “Viene voglia di dare un calcio ai responsabili”. E sui poveri: “Scartarli è terrorismo di Stato”.

A BORDO DEL VOLO PAPALE MANILA-ROMA “Alcuni credono, scusatemi la parola, che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli. No. Paternità responsabile” [questa è la trascrizione del video girato in aereo mostrato da repubblica]. Papa Francesco torna in Italia dal suo viaggio nelle Filippine, e apre il tema della procreazione responsabile. Lo ha fatto sul lungo volo, quasi 15 ore, arrivato in serata a Ciampino.
A una domanda su Paolo VI, Jorge Bergoglio ha così risposto: «Lui guardava al neo-malthusianesimo universale che era in corso, che cercava un controllo della natalità da parte delle potenze. Questo non significa che il cristiano deve fare figli, io ho rimproverato alcuni mesi fa in una parrocchia una donna perché era incinta dell’ottavo figlio, con sette parti cesarei. “Ma lei ne vuole lasciare orfani sette?”, le ho detto. Ma questo è tentare Dio. Parliamo di paternità responsabile».

COSA DICE LA RELAZIONE FINALE DEL SINODO 2014

La trasmissione della vita e la sfida della denatalità

57. Non è difficile constatare il diffondersi di una mentalità che riduce la generazione della vita a una variabile della progettazione individuale o di coppia. I fattori di ordine economico esercitano un peso talvolta determinante contribuendo al forte calo della natalità che indebolisce il tessuto sociale, compromette il rapporto tra le generazioni e rende più incerto lo sguardo sul futuro. L’apertura alla vita è esigenza intrinseca dell'amore coniugale. In questa luce, la Chiesa sostiene le famiglie che accolgono, educano e circondano del loro affetto i figli diversamente abili.

58. Anche in questo ambito occorre partire dall'ascolto delle persone e dar ragione della bellezza e della verità di una apertura incondizionata alla vita come ciò di cui l'amore umano ha bisogno per essere vissuto in pienezza. È su questa base che può poggiare un adeguato insegnamento circa i metodi naturali per la procreazione responsabile. Esso aiuta a vivere in maniera armoniosa e consapevole la comunione tra i coniugi, in tutte le sue dimensioni, insieme alla responsabilità generativa. Va riscoperto il messaggio dell’Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, che sottolinea il bisogno di rispettare la dignità della persona nella valutazione morale dei metodi di regolazione della natalità. L’adozione di bambini, orfani e abbandonati, accolti come propri figli, è una forma specifica di apostolato familiare (cf. Apostolicam Actuositatem, III,11), più volte richiamata e incoraggiata dal magistero (cf. Familiaris Consortio, III,II; Evangelium Vitae, IV,93). La scelta dell’adozione e dell’affido esprime una particolare fecondità dell’esperienza coniugale, non solo quando questa è segnata dalla sterilità. Tale scelta è segno eloquente dell’amore familiare, occasione per testimoniare la propria fede e restituire dignità filiale a che ne è stato privato.

 

OSSERVAZIONI SULL’ HUMANAE VITAE

Trascrivo una parte di un articolo molto interessante comparso sul n. 22/2014 del Regno Attualità.

Titolo: “Un nuovo ordine simbolico della Chiesa” - Autore: Kurt Appel, docente di Teologia all’Università di Vienna – Argomento: sintesi dei pontificati di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e di Francesco per apprezzare i cambiamenti introdotti da quest’ultimo. Presenta un giudizio sintetico sui 4 papati che mi è parso molto ben fatto ed illuminante sulle diverse idee di Chiesa.

 

… Un evento di questo pontificato [di Paolo VI] segnò una cesura particolare: l’enciclica Humanae vitae promulgata nel 1968, nel momento della grande rivolta studentesca.

Spesso il pontificato di Paolo VI viene addirittura distinto tra il periodo fino al 1968 e quello successivo. La conseguenza culturale di questa enciclica fu innanzitutto nel fatto che venne vista come un frantumarsi dell’«aggiornamento» posto in essere da Giovanni XXIII e dal Concilio, vale a dire del dialogo tra la Chiesa e la modernità sempre più cosciente della sua autonomia.

L’autonomia di pensiero del mondo occidentale, propugnata anche dalla rivoluzione studentesca, aveva trovato una delle sue espressioni più dirompenti nell’autonomia della sessualità (femminile) rispetto alla riproduzione. Proprio questo sembrava essere messo in discussione dallo scritto di Montini. Su ciò fece leva l’accusa sollevata, sia

all’interno della Chiesa sia nella società, verso il papa e la Chiesa visti come non conciliabili con l’autonomia e contrari alla modernità, partigiani di una restaurazione

dell’Ancien régime. La particolare tragicità per Montini stava nel fatto che con questo giudizio le sue intenzioni non venivano in alcun modo comprese. Come poche altre

persone, Montini aveva capito che tutta la vita, e anche il suo inizio, superano ogni prospettiva causale, cronologica e meccanicistica: poiché la completezza della vita umana scaturisce dalla dimensione spirituale, vale a dire dall’incontro personale dell’uomo e della donna e non semplicemente dalla fusione di un ovulo e uno spermatozoo, non la si dovrebbe ridurre a un’azione meccanicistica.

Questa visione di alto livello spirituale sottrae la vita all’umana volontà di decidere (per così dire contro la moderna autonomia di pensiero), ma anche a qualsiasi prospettiva naturalistica (come emerge dal collegamento tra sessualità e riproduzione secondo la morale ecclesiale tradizionale), e a ogni dipendenza gerarchica (che costituiva il fondamento morale dell’Ancien régime). Con questa visione profetica, Paolo VI stava tragicamente contrapposto a tutti i fronti, mentre occorre anche notare che i passi dell’Humanae vitae che affrontano direttamente la questione della contraccezione risentono del fatto che l’intenzione del papa era rivestita di un linguaggio giuridico che non poteva esprimere in maniera adeguata i concetti che egli intendeva esporre.

In ogni caso l’Humanae vitae rappresentò sia all’interno della Chiesa sia nel rapporto tra Chiesa e mondo occidentale una rottura che ha pregiudicato in modo determinante la missione di questo grande testimone cristiano.

 

RIASSUMENDO

Il papa nelle sue dichiarazioni alla stampa in aereo è più avanti della relazione finale del Sinodo 2014. Non nomina mai i metodi naturali come unica modalità per una procreazione responsabile, ma dice che la cosa importante è la procreazione responsabile e ognuno deve cercare il metodo giusto col suo padre spirituale, E addirittura dice di conoscere “tante e tante soluzioni lecite”, non una sola!

 FUORI PROGRAMMA: IL PUGNO

(dal sito del Vaticano)

Quinta domanda, Valentina Alazraki per il gruppo spagnolo:

Santità, nel viaggio, quando andavamo verso le Filippine, Lei ha avuto quell’immagine e anche quel gesto verso il nostro povero Gasbarri, che nel caso avesse insultato sua mamma si sarebbe meritato un pugno. Questa frase ha creato un pochino di confusione e non è stata capita bene da tutti, nel mondo, perché era come se dicesse che forse giustificava un pochino, davanti a una provocazione, una reazione violenta. Ci potrebbe spiegare un pochino meglio quello che voleva dire?

Papa Francesco: In teoria, possiamo dire che una reazione violenta davanti a un’offesa, a una provocazione, in teoria sì, non è una cosa buona, non si deve fare. In teoria, possiamo dire quello che il Vangelo dice, che dobbiamo dare l’altra guancia. In teoria, possiamo dire che noi abbiamo la libertà di esprimere e questa è importante. Nella teoria siamo tutti d’accordo. Ma siamo umani, e c’è la prudenza, che è una virtù della convivenza umana. Io non posso insultare, provocare una persona continuamente, perché rischio di farla arrabbiare, rischio di ricevere una reazione non giusta, non giusta. Ma è umano, questo. Per questo dico che la libertà di espressione deve tenere conto della realtà umana e perciò dico che deve essere prudente. È un modo di dire che deve essere anche educata. Prudente. La prudenza è la virtù umana che regola i nostri rapporti. Io posso andare fino a qui, non posso andare in là, in là… Questo volevo dire: che in teoria siamo tutti d’accordo: c’è libertà di espressione, una reazione violenta non è buona, è cattiva sempre. Tutti d’accordo. Ma nella pratica fermiamoci un po’, perché siamo umani e rischiamo di provocare gli altri e per questo la libertà deve essere accompagnata dalla prudenza. Questo volevo dire.

Da notare soprattutto la frase che ho riportato in rosso, che mi sembra piena di tanto normalissimo buon senso, forse spesso un po’ disprezzato.