IL CORAGGIO DI SOGNARE

Domenico Sgobba

Presidente Associazione “Don Tonino per Amore”

 

“Il senso ultimo e profondo dell’Avvento sta proprio qui, Dio ti dà quello che non hai: il coraggio di sognare. (Don Tonino Bello)

Il coraggio di sognare, questa frase di Avvento, periodo liturgico che stiamo vivendo, mi dà lo spunto per raccontare semplicemente qualcosa di don Tonino Bello, che il Santo Padre ha reso Venerabile il 25 Novembre 2021.

Ho conosciuto don Tonino il 5 Settembre 1992 ad un incontro interregionale di giovani, mi ha da subito affascinato il suo modo di parlare, la sua energia e la sua voglia di stare con la gente, ma la cosa più affascinante è che nel tempo, iniziando a seguirlo, approfondendo i suoi scritti e i suoi interventi, ho scoperto che il suo dire era soprattutto il suo fare. Uomo di parola e di azione; tanto si scrive sulle sue opere, tanto si assapora del suo carisma e tanto oggi la Chiesa riscopre o forse scopre di come quest’uomo, “prima Uomo e poi Vescovo” come lui si definiva, è stato ed è un faro per una Chiesa del grembiule tanto cara al nostro Papa Francesco, che non da ultimo in qualche sua ultima omelia lo ha citato. Nello scrivere questi pochi pensieri, il mio auspicio sia quello di mettersi all’ascolto di don Tonino per gustare e soprattutto per farci “inquietare” dalle sue parole.

Un grazie alla redazione Agire Polis e un augurio natalizio con le sue parole:

“Andiamo fino a Betlemme, come i pastori. L'importante è muoversi. Per Gesù Cristo vale la pena lasciare tutto: ve lo assicuro. E se, invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, con tutte le connotazioni della miseria, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso. Perché, da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi dell'onnipotenza di Dio. Anzi, da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l'amarezza di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo. E saremo beati se sapremo riconoscere il tempo della sua visita.”